Roma, 10 Maggio. Marcia per la vita

Per la vita, senza compromessi

Domenica 10 maggio a Roma si svolgerà la V edizione della Marcia per la Vita, con partenza alle ore 14 da via della Conciliazione, per concludersi in piazza  Bocca della Verità. Altre iniziative si svolgono in Italia, tra le quali si evidenziano quelle di Biella e Palermo.

In tale ambito, sono chiamati a raccolta credenti e non da tutta Italia per difendere la vita, dal momento in cui l’essere umano viene a esistenza al momento in cui la sua parabola terrena si conclude in modo naturale.

 Ma di certo la Marcia per la Vita di Roma rappresenta un unicum sia per numero di partecipanti – parecchie migliaia, per l’eco massmediatico che suscita, sia per il suo carattere internazionale e per la capacità di coinvolgere anche il mondo ecclesiale ai più alti livelli.  

In un contesto culturale e sociale, nel quale accanto a segni di sensibilità per la dignità della vita umana ve ne sono altri contrari che depongono a favore di una “cultura per la morte”, questa e altre iniziative rappresentano un richiamo alla tutela della vita umana in tutti i suoi aspetti e in tutte le proprie espressioni e condizioni.

Secondo gli organizzatori, i motivi per i quali, ogni anno prosegue  quest’iniziativa, sono molteplici. In primo luogo occorre suscitare un rigetto nell’italiano medio verso aborto, eutanasia, fecondazione artificiale. Tutti strumenti di morte spacciati come conquiste civili.

 Il primo maggio scorso il Corriere della Sera scriveva che la decisione di tenere un bambino oppure no oggi non è più un problema: «in un’ottica laica il problema non si pone: la scelta spetta alla donna». L’aborto non è più un problema. Se prima della 194 l’aborto era un reato, nei primi anni dal varo di questa norma, veniva considerato come un’eccezione da tollerare in alcuni casi, mentre negli anni successivi come un fatto né buono né cattivo – in sé neutro moralmente – ed oggi addirittura un diritto.

 La marcia vuole poi ricordare che l’aborto viene perpetrato sul più indifeso degli indifesi – il nascituro – perché commesso da chi per natura è chiamata per prima a difendere suo figlio – la madre – perché il fenomeno è numericamente impressionante – perché riceve l’avvallo della legge praticamente in tutte le parti del mondo, perché, come accennato, ormai il cuore e la mente di moltissime persone si sono assuefatte.

 Si marcia anche per dimostrare che il popolo della vita esiste, combatte, non si rassegna e non è minoranza. Sarà minoranza nei Parlamenti, nelle università, nei circoli culturali, ma può non essere minoranza nel tessuto civile. 

Ha solo bisogno di occasioni come queste e di pastori e uomini di cultura coraggiosi per essere guidato.

 Secondo gli organizzatori, si marcerà dunque anche per gli stessi partecipanti che saranno confortati nel vedere che il piccolo gregge non è poi così piccolo, per rafforzarsi nei propositi operativi, per non rassegnarsi. 

 Con l’intento di  condannare la Legge 194 e la legge 40 sulla fecondazione artificiale, e per stigmatizzare alcune interpretazioni profondamente erronee di queste norme sposate non di rado anche in casa cattolica.

 Interpretazioni che suggeriscono di applicare meglio la 194 e la legge 40 perché in tal modo, paradossalmente, aborto e Fivet scompariranno; che plaudono a queste leggi perché mali minori; che indicano la strada del compromesso come principio etico da seguire perché – così si dice – la morale è una cosa la politica è un’altra.

E’ previsto l’arrivo di moltissimi pullman, da decine di città italiane e anche dall'estero (da Polonia e Romania in particolare).  Si unirà alla marcia anche una nutrita rappresentanza del mondo pro life europeo e degli altri continenti, il che testimonia la straordinaria dimensione assunta da un evento spontaneo e sentito. 

Nonostante il clima ostile che si respira un po' ovunque, la Marcia ha saputo mantenere una posizione ferma e chiara sui principi legati alla difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale; principi dei quali va instancabilmente affermata la superiorità rispetto a qualsiasi legge fatta dagli uomini.

Mentre, avvalendosi anche della formidabile spinta della stampa laicista, imperversa la deriva morale del nostro Paese – la legge sul “divorzio breve”, approvata in via definitiva qualche giorno fa, Renzi annuncia leggi sull’omofobia e sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, così come quelle sull’eutanasia e la liberalizzazione delle droghe.

Si prevede che migliaia e migliaia di persone marceranno il 10 maggio,  per riaffermare con forza il valore perenne dell’intangibilità della vita umana, senza riserve, senza condizioni e senza infingimenti di alcun tipo.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/05/2015