Regione Piemonte: Legge Finanziaria e Bilancio di previsione 2015

E’ iniziato in Consiglio Regionale uno stanco dibattito sul pacchetto finanziario

Nell’aula del Consiglio Regionale del Piemonte, martedì 28 aprile è iniziato l’iter della discussione della Legge Finanziaria, approvata poi con 29 voti favorevoli e 15 contrari dopo tre giorni di dibattito. L’esame del bilancio preventivo 2015 è rimandato alla seduta del 5 maggio.

I cardini del provvedimento presentato dalla Giunta regionale e sostenuto in Aula dal vicepresidente, Aldo Reschigna, sono il Piano di alienazioni e valorizzazioni immobiliari e lo sblocco dei Fondi europei.

La prima misura, portando dal patrimonio indisponibile regionale a quello disponibile diversi immobili, valorizza alcuni di questi facilitando il loro utilizzo per attività remunerative, oppure rendendoli alienabili. Il secondo sblocca risorse economiche importanti per investimenti produttivi nei vari settori economici, attraverso la tempestiva programmazione per bandi e progetti dei fondi strutturali.

Tra i provvedimenti di questa amministrazione, c’è l’impegno contro l’evasione e l’elusione fiscale sul bollo auto e il cofinanziamento che sblocca i fondi strutturali europei, che porteranno in 7 anni risorse per quasi 3 miliardi di euro.

 D’interesse anche la scelta di chiudere i debiti pregressi sul trasporto pubblico locale e quelli fuori bilancio per 110 milioni di euro”.

Nel corso del dibattito generale per il gruppo M5S, sono intervenuti i consiglieri Davide Bono, Mauro Campo, Stefania Batzella, Paolo Mighetti, Gianpaolo Andrissi, Francesca Frediani e Federico Valetti, che hanno imputato ai ritardi dell’Esecutivo nel presentare la documentazione finanziaria, l’essere arrivati a fine aprile ancora con l’esercizio provvisorio.

 E’stato rilevato che, per il momento, la richiesta di maggiori risorse per il sociale e il trasporto pubblico locale non è stata ascoltata. Lo stesso per la richiesta di investimenti per l’economia sostenibile, necessari per rendere attrattivo il nostro territorio agli investitori. È stata rilevata anche la mancanza di risorse per il completamento del nuovo ospedale per la zona di Alba Bra, come la grave mancanza di attenzione e investimenti per l’attuazione dell’Agenda digitale.

 L’opposizione di centrodestra è intervenuta con Diego Sozzoni, Gian Luca Vignale, Gilberto Pichetto, Claudia Porchietto, Francesco Graglia e Daniela Ruffino (FI), Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) e Gianna Gancia (Lega Nord).

I consiglieri intervenuti hanno criticato la mancanza di strategia, sia per il rientro dal debito e sia per la necessaria riorganizzazione della macchina regionale e, allo stesso modo, è stata anche criticata la mancanza di un progetto per le politiche industriali e del lavoro. Rilevata anche la mancanza di idee per sopperire alla scarsità di risorse sul Trasporto pubblico locale e la poca attenzione verso i servizi alla persona e al sistema degli Enti locali.

 Una mancanza di strategia – è stato detto – particolarmente evidente rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale e all’atteggiamento tenuto dal centrosinistra quando nella passata legislatura si trovava all’opposizione.

Per i gruppi di maggioranza sono intervenuti Davide Gariglio (Pd) e Marco Grimaldi (Sel) che hanno appoggiato quanto proposto dall’Esecutivo. Grimaldi ha però criticato le scelte del Governo nazionale che avrebbero nei fatti commissariato le Regioni, riducendone la capacità di scelta politica.

Dopo la discussione sui singoli articoli, sono seguite le dichiarazioni di voto.

“Brutta e senz’anima”. Così Gilberto Pichetto di Forza Italia definisce la Legge Finanziaria 2015 della Regione Piemonte  “Si trattava del primo atto di indirizzo politico ed economico per il centrosinistra: il Piemonte ne esce come una barca alla deriva”. Insomma, per il capogruppo azzurro a giunta e maggioranza manca una bussola politica in grado di segnare la direzione di marcia.

”Tolto il piano di risanamento dei conti regionali che praticamente è identico a quanto già deciso dalla giunta di  centrodestra precedente – spiega Pichetto – il centrosinistra ha scelto di abdicare al proprio ruolo di governo.

Gli assessori, che si erano sottratti in commissione al confronto sulle azioni che hanno intenzione di avviare quest’anno per il rilancio della regione, si sono ripetuti anche in Consiglio dimostrando, non solo che non hanno il coraggio di affrontare un confronto serio e trasparente ma che manca anche una visione complessiva e strategica per il Piemonte.

Per l’ex vicepresidente della giunta Cota con questi chiari di luna non ci si può attendere nulla di buono, in particolare sul fronte del risanamento dei conti, sui quali gravano come un macigno, i contratti finanziari stipulati dall’amministrazione di Mercedes Bresso.

 “Questa legge finanziaria ci preoccupa. Resta ancora aperto il nodo dei derivati acquistati dalla Giunta Bresso e che se dovessimo rimborsare oggi porterebbero ad un maggiore indebitamento di almeno 700milioni di euro. Sulla sanità, conclude Pichetto, restano forti perplessità sulla modalità di gestione dell’assessore, in particolare laddove ha respinto un nostro emendamento per chiedere la certificazione dei bilanci delle Asr (Aziende sanitarie regionali) in capo ad enti terzi. Su queste due partite si rischia ancora il default della nostra regione”

Giudizio negativo sul documento anche da parte del Movimento 5 Stelle, che ha tentato nuovamente di imporre il taglio delle indennità dei consiglieri, così come promesso dal centrosinistra in campagna elettorale, e dei vitalizi.

 “Nonostante siano stati approvati molti nostri atti di indirizzo – ha dichiarato il capogruppo Giorgio Bertola – il giudizio complessivo è negativo. Abbiamo dovuto spesso sottolineare come gli emendamenti della Giunta non avessero nulla a che fare con la Finanziaria.

 Abbiamo ripresentato alcune proposte per ridurre i vitalizi e il trattamento economico dei consiglieri, portandolo a quello del sindaco del comune capoluogo di regione, riprendendo un tema che il presidenti del Consiglio Renzi e della Regione Chiamparino, e la stessa maggioranza, avevano annunciato in campagna elettorale, ma sono state bocciate. Constatiamo che su questo tema è stata fatta demagogia e mero populismo” 

“Abbiamo tenuto un atteggiamento di rispetto – ha detto nel suo intervento Gianna Gancia, presidente del gruppo della Lega Nord – cercando di dare il nostro contributo. Finalmente si è compreso quali siano i reali conti della Regione, pesante eredità della Giunta Bresso, ma ci saremmo aspettati maggiore coraggio sulla dismissione delle partecipate e sulla questione dei derivati”.

“La funzione della politica oggi – ha rimarcato, per la maggioranza, Elvio Rostagno (Pd) – è di rimettere a posto i conti e compiere delle scelte a fronte di minori risorse. Nella Finanziaria che approviamo questi due elementi non mancano. Stiamo ragionando su un riequilibrio dei diritti di escavazione per contemperare le esigenze delle imprese con quelle delle comunità locali”.

“Siamo riusciti a reperire tutte le risorse possibili dai cassetti della Regione – ha dichiarato Alfredo Monaco, capogruppo di Scelta Civica – e a rimettere a posto i conti”.

“Il nostro obiettivo – è intervenuto il capogruppo di Sel Marco Grimaldi – è quello di restituire speranza alla comunità piemontese come promesso con il nostro insediamento”.

Anche il gruppo dei Moderati ha dichiarato il suo voto favorevole. “Il lavoro in Aula – ha detto la capogruppo Carla Chiapello – è stato molto proficuo, con un confronto corretto tra esecutivo, maggioranza e opposizione, e siamo riusciti a migliorare il testo grazie all’approvazione di emendamenti e atti di indirizzo”.

Prima della votazione finale è intervenuto il presidente della Regione Sergio Chiamparino, che ha detto: “sono soddisfatto dall’esito della discussione. Nella Finanziaria, infatti, siamo riusciti a coniugare il necessario rigore dei conti a favore dell’istituzione con quella sensibilità che non ha ridotto tutto a una mera discussione contabile. A partire da martedì, con la discussione del bilancio, daremo risposte su questioni importanti come il trasporto pubblico locale, la cultura e altri settori nevralgici per il Piemonte”.

L’Assemblea ha approvato anche diversi atti di indirizzo collegati al documento. Undici quelli del Movimento 5 Stelle: per la prevenzione della corruzione in sanità e per le erogazioni liberali di parte degli stipendi dei consiglieri a favore di un fondo per l’accesso al credito dell’imprenditoria femminile e giovanile e per il microcredito (primo firmatario Giorgio Bertola).

Per la tutela del bene pubblico nell’alienazione delle Terme di Acqui (primo firmatario Paolo Mighetti); per promuovere l’ecosostenibilità attraverso un’opportuna graduazione dei canoni di imbottigliamento (primo firmatario Paolo Mighetti); per la valorizzazione del patrimonio archeologico minerario piemontese, per incentivare l’accesso al credito dell’imprenditoria femminile, per la tutela del patrimonio archivistico bibliografico esterno alle strutture regionali.

 Per l’utilizzo del tesoretto olimpico, per la definizione e la pubblicazione degli obiettivi del personale dirigente della Regione, tutti presentati dalla consigliera Francesca Frediani; per lo sconto agli studenti delle scuole superiori sui mezzi pubblici e per la messa in sicurezza dei passaggi a livello ferroviari (primo firmatario Federico Valetti).

Approvato anche un ordine del giorno di Forza Italia, primo firmatario Gian Luca Vignale, sull’utilizzo delle risorse derivanti dai Giochi Olimpici.

Infine, per la maggioranza, sono stati approvati due ordini del giorno primo firmatario Elvio Rostagno (Pd) per la messa in sicurezza dei territori e per sgravi fiscali a favore delle famiglie numerose; un ulteriore documento, presentato da Domenico Rossi (Pd) chiede il riordino del sistema tributario ridefinendo gli oneri tariffari sulle attività estrattive e, infine, un ordine del giorno di Angela Motta (Pd) impegna la Giunta a individuare un unico ambito territoriale, ai fini del trasporto pubblico locale su gomma, Cuneo-Asti-Alessandria.

Per essere il primo provvedimento programmatico della Giunta Chiamparino, questa finanziaria non fa ben sperare per un ritorno del Piemonte, tra le regioni emergenti nel contesto europeo. La modestia dei personaggi, purtroppo ben si coniuga con le impostazioni e l’azione non propulsiva, ma di retroguardia.

 

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Articolo pubblicato il 04/05/2015