2015 Un anno difficile e decisivo per Obama

Il punto sulla situazione americana

Messo sempre più alle strette dal suo partito sulle scelte delle politiche commerciali, Obama, in una recente intervista al Wall Street Journal, ha evidenziato ancora una volta che in mancanza dell’accordo di libero scambio con l’Asia, si creerebbe un grande vuoto economico in quell’area, a totale beneficio dell’espansione cinese. Se questa situazione si avverasse, molte attività americane e in particolare il settore agricolo sarebbero tagliate fuori con gravissimi danni economici e occupazionali.

Obama è ancora fortemente impegnato  per concludere il TPP, la Trans-Pacific Partnership, un accordo commerciale di vasta portata tra 12 Paesi dell’area “Pacifico” e  nel contempo deve lottare strenuamente al Congresso per poter avere le dovute autorizzazioni a negoziare in procedura accelerata per chiudere l’accordo entro il 2015.

Il presidente americano continua a segnalare le crescenti posizioni contrarie alla globalizzazione a Washington, che si manifestano apertamente nella opposizione all’accordo commerciale di una parte del partito democratico, nel lavoro del partito repubblicano per eliminare la Export Import Bank e nella avversione da parte del Congresso ad approvare ulteriori misure di sostegno al Fondo Monetario Internazionale.

Nel 2008, all’inizio del suo mandato, il presidente americano aveva individuato quale priorità  per gli Stati Uniti, quella di tornare ad essere partecipi nelle vicende degli stati asiatici dell’Oceano Pacifico considerata area strategica sotto tutti gli aspetti economici e politici. Il primo contatto di Obama fu una telefonata all’ex presidente cinese Hu Jintao per rimarcare l’importanza della partnership cinese, in concomitanza dei primi viaggi in quell’area del Segretario di Stato Hillary Clinton, in primis proprio a Pechino e a seguire molti altri presso i partner storici degli Stati Uniti.

Nel 2011 però, l’atteggiamento americano cambia, passando da una dimensione politica e diplomatica ad una più orientata ai settori economici e militari; questo fatto fu immediatamente rilevato da parte cinese, particolarmente sensibile ai sintomi di accerchiamento da parte occidentale soprattutto americana. Oggi l’accordo TTP  che darà vita ad un accordo commerciale relativo ad un terzo del commercio mondiale è visto dalla Cina sempre più in chiave anticinese.

Intanto, il 29 aprile Obama ha ricevuto alla Casa bianca il premier nipponico Shinzo Abe (e signora), un incontro importante nel quale ha ribadito l'importanza dell'alleanza col Giappone per la pace nell'Asia orientale e ha espresso preoccupazione per l'espansionismo cinese politico ed economico.

Nel ricevimento serale ha voluto enfatizzare i rapporti tra Stati uniti e Giappone, due paesi che nella seconda guerra mondiale sono stati nemici ma che da molti anni hanno stretti rapporti, vedute comuni e stima reciproca. Forse per questo quasi intimo rapporto Obama, per la prima volta, si è lasciato andare parlando delle problematiche interne sociali ed economiche del suo Paese in presenza di un premier straniero.

I due leader hanno brindato alla lunga vita della fratellanza tra Tokyo e Washington a 70 anni  dal termine del conflitto, con sake Dassai 23 prodotto nella prefettura di Yamaguchi dalla quale proviene il primo ministro Abe.

Per Obama si profila quindi un secondo semestre 2015 assai delicato e molto impegnativo, i cui risultati potrebbero creare ripercussioni pesanti a livello mondiale.

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Articolo pubblicato il 05/05/2015