L’ ecatombe dei migranti e il suicidio dell’ occidente europeo

Un evento che anticipa una prospettiva che potrebbe cambiare definitivamente la storia europea

I 900 o più morti annegati nell’ ultimo incredibile evento di migrazione dalle coste libiche (18 – 19 aprile 2015), ancora circondato da un lugubre sospetto di omicidio colposo, benchè abbia creato un terrificante impatto emotivo, purtroppo non sarà l’ ultimo ad essere annunciato.

Le cause di questo fenomeno epocale e finora mai presentatosi con queste dimensioni nella storia recente, hanno radici complesse e di natura geo-politico-economica. In sintesi è il punto più alto di una guerra secolare tra concezioni conflittuali religiose inconciliabili (sunniti/sciti), mai ufficialmente dichiarata, ma da troppo  tempo in atto e con l’obiettivo finale di un ridisegno della geografia istituzionale-statutaria dell’ area a prevalenza islamica medio orientale ed asiatica.

Un cataclisma di cui si è visto l’inizio, ma che a tutti sfugge ancora la prossima evoluzione.

Gli attori in causa, che hanno alimentato e che continuano ad alimentare questo nuovo motore della storia, sono tanti e tutti propensi cinicamente a spostare il motivo dello scontro reale, finalizzato ad un nuovo equilibrio mondiale, in altri teatri e con altre “comparse”, che in fondo agiscono per procura in questo folle, sanguinario e senza via d’ uscita mattatoio, apparentemente incomprensibile e definibile.

Sarebbe troppo semplice e sbrigativo gridare allo scandalo dell’ impotenza totale dell’ Italia nel subire una devastazione-occupazione passiva della sua identità sociale, culturale, etnica, per l’insopportabilità economica, ecc., dovuta all’ impatto continuativo di una migrazione di questa entità, senza chiamare in causa (meglio sul banco degli imputati) i “veri responsabili” che hanno  innescato questo processo inarrestabile.

Chi ha operato, utilizzando tutte le “giustificazioni” opportunistiche del cinismo e dell’ ipocrisia, per abbattere il tiranno Gheddafi e che ha contribuito a creare, per grossolana miopia politica, il “caos” infernale della attuale macelleria messicana in Libia?

Forse il mago di Oz, oppure la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, altri associati minori? Quali erano le vere ed inconfessabili motivazioni? L’ ipocrisia insostenibile dichiarata nella necessità di abbattere il “tiranno”, oppure il controllo strategico della immensa ricchezza petrolifera del sottosuolo libico?

Non si deve dimenticare che gli americani in Afghanistan, per sfruttare una ghiotta opportunità anti sovietica, finanziarono i gruppi dei “mujaheddin“ sunniti, che poi in parte si trasformarono in seguaci di Al Qaeda (Bin Laden) e come evoluzione successiva nell’ Isis.

Idem per la eliminazione di Saddam Hussein e per la decomposizione dell’ Iraq in un mattatoio simile a quello libico, chiamando in causa la sfrontata invenzione della presenza delle armi di distruzione di massa, realtà gonfiata ad arte.

Per non parlare della attuale situazione infernale siriana, che tutti i giorni presenta immagini apocalittiche.

Lo scontro americano (e con gli alleati) per l’ esclusione dell’ Iran scita dal gruppo delle potenze nucleari, ha radicalizzato a livelli esplosivi la stabilità di tutta l’area geo-politica in causa, con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti.

Tuttavia il mantice, che alimenta economicamente e con una determinazione da guerra santa le organizzazioni salafite ed integraliste sunnite (e terroristiche), sono le componenti più conservatrici del governo (e sceicchi) dell’ Arabia Saudita, del Qatar, dello Yemen e di altri paesi musulmani, allineati a questa visione che mira ad una definitiva svolta e vittoria storico-religiosa sulle altre interpretazioni coraniche, ritenute blasfeme.

Infine, sempre sintetizzando al massimo, il Continente africano è diventato la bomba esplosiva di tutti i conflitti per procura, dei fanatici integralisti islamici di diversa osservanza religioso-politica (Isis, Al Qaeda, altri,), verso cristiani, copti, animisti, laici e musulmani cosiddetti moderati.

A questo si aggiunga la rapina spudorata delle Multinazionali che, alimentando a loro volta conflitti etnici per mantenere una instabilità cronica tra stati nominali, procedono alla spoliazione delle materie prime e rare, lasciando un deserto di disperazione sociale, economica e di devastazione ambientale.

In pratica un continente ricchissimo di risorse, depredato, violentato, che giace su di un vulcano di contraddizioni create ed imposte, in continua eruzione e pertanto disseminato di polveriere prossime alla deflagrazione.

Se questo è il contesto che alimenta l’ esodo biblico e disperato di popoli di un Continente verso l’Europa, è evidente che l’Italia è il Paese che per vicinanza, per estensione delle coste, per connivenze delle criminalità con interessi convergenti (scafisti, mafia, ndrangheta, camorra, ecc.) sarà sottoposta a scontrarsi e subire tutti gli oneri della sicurezza, del rischio di terrorismo, dei costi insostenibili per le operazioni marittime di contenimento, dell’ ospitalità e del mantenimento, dell’ aumento delle tasse, degli inevitabili contrasti di convivenza per motivi etno-religiosi, del governo di masse di nuovi arrivati   senza possibilità di integrazione e di occupazione lavorativa.

Un problema enorme, complesso, esplosivo, forse anche irrisolvibile per soluzioni che non facciano collassare i Paesi ospitanti.

Al nostro Paese non si può chiedere di sopportare più di quanto ha già fatto. Sarebbe impossibile ed inutile.

Che la Casta Politicante nostrana da sempre, ma in particolar modo in questa circostanza, non perda occasione per dimostrare la propria incapacità, la teatrale rissosità ed inadeguatezza a trovare almeno una soluzione che sia la meno devastante per la collettività obbligata all’ ospitalità forzata, è sotto gli occhi e sotto il giudizio di tutti.

Questo è in particolar modo sotto gli occhi dei disoccupati, dei cassintegrati, di quel 43% di giovani in cerca di una occupazione che non si intravede neanche con il cannocchiale, di quei pensionati con vitalizio al minimo, che devono anche cercare l’ integrazione alimentare nelle pattumiere, di quei lavoratori autonomi (agenti di commercio, artigiani, piccoli imprenditori, ecc.) che nella stragrande  maggioranza dei casi sono sull’ orlo del fallimento e qualcuno del … suicidio!

Escludo ovviamente da questa lista i “furbetti del quartierino”, i mafiosi, i lerci trafficanti che con la politica hanno e continuano a fare loschi affari  d’ oro, gli speculatori ed evasori che continuano a dissanguare il Paese in cui operano per nascondere impunemente il bottino nei paradisi fiscali.

Per costoro l’ immigrazione selvaggia e clandestina forse …. può anche essere accettata e condivisa. Il perché potrebbe essere facilmente intuibile, tenuto conto dei recenti fatti di cronaca giudiziaria che hanno coinvolto le figure di cui sopra.

La maggioranza dei cittadini onesti, che intendono riconoscersi nella legalità e che non hanno mai dimenticato la solidarietà, in ogni caso non sono disponibili a  subire una ulteriore ondata migratoria che si prospetta di entità biblica e che potrebbe scardinare definitivamente il già traballante equilibrio della civile convivenza.

Chiamare continuamente in causa, come subdolo ricatto morale e civile, la solidarietà è una pratica cinica da rimandare al mittente buonista per deformazione ideologica, in quanto la solidarietà si realizza se esistono risorse finanziarie adeguate, servizi socio-sanitari e strutture d’ accoglienza funzionanti, la possibilità di integrazione nella società ospitante e nella disponibilità reale di posti di lavoro.

Senza questi presupposti la solidarietà diventa una parola vuota, truffaldina, nauseante demagogia ed un  meschino paravento per coprire la cattiva coscienza degli ipocriti, dei baciapile, dei fanatici buonisti ad oltranza.

In sintesi di quella “bella e  simpatica compagnia” che, dopo aver inneggiato alla solidarietà, chiude gli occhi davanti alla crescita incontrollata della schiera delle nuove schiave del sesso (sovente minorenni immigrate clandestine), che affollano i viali delle nostre città, che magari impreca sulla petulanza dei questuanti, dei lavavetri, che invoca provvedimenti draconiani contro l’incremento impressionante delle aggressioni, dei furti, delle violenze fisiche sovente efferate alle vittime di scippi e di rapine.

Le statistiche confermano inequivocabilmente questo quadro avvilente di degrado, di paura ed i sondaggi fanno intuire l’ esasperazione ed il senso di  ribellione della gente comune.

Come altrettanto i dati di bilancio confermano che il nostro Paese non può più stornare risorse per assolvere da solo compiti impossibili che dovrebbero essere ripartiti ai restanti e renitenti partners europei.

E qui si apre un altro capitolo che evidenzia un campionario di furbizie, di posizioni levantine che confermano la percezione collettiva che l’ Europa resta ancora e solamente una “espressione geografica guidata da una congrega di banchieri cinici ed affaristi”.

Un’ Europa che, facendo finta di ignorare il pericolo della migrazione di milioni di disperati, che premono ai confini per dilagare come un fiume in piena in questo Continente, firma la sua condanna alla prossima dinamica della invasione, egoisticamente convinta che la politica dello scarica barile o meglio del “non tocca a me”, sia ancora una giustificazione credibile da spendere.

Bella questa fantomatica Unione Europea che di “unione” ha solo il sostantivo iniziale, ma che per il resto dimostra indifferenza e quasi disprezzo per i Paesi maggiormente coinvolti in questa problematica.

Tuttavia la possibilità che la grande “migrazione-invasione” di milioni di disperati stia per verificarsi, nessuno la può escludere e questo è un motivo di grande preoccupazione per il cittadino, che ormai conta molto poco, per non dire nulla, ma che è amaramente cosciente e convinto che nell’ immediato futuro conterà ancora meno.

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Articolo pubblicato il 25/04/2015