Regione Piemonte - Si affacciano i Distretti nell’organizzazione sanitaria

Più assistenza e meno burocrazia?

Dopo alcuni incisi enunciati dall’Assessore Saitta, nel corso di dichiarazioni e convegni durante l’iter martoriato della riorganizzazione della rete ospedaliera, circa la percentuale totalitaria 90% di codici banchi e verdi registrati nell’accesso ai pronti soccorso, il 13 aprile, l’assessorato aveva diffuso un documento, circolato poi tra i medici e gli addetti ai lavori.

Si enunciava la creazione di un nuovo organismo, il Distretto, quali braccio operativo delle ASL, responsabile per il governo della rete territorialeche comprende sia le cure primarie, sia le strutture intermedie (i cavs, gli ospedali di comunità), sia la rete socio sanitaria dei servizidomiciliari, residenziali e semiresidenziali gestita in raccordo con il sistema dei servizi sociali.

Il rilancio della rete territoriale, secondo il documento, dovrebbe passare dalle AFT, le aggregazioni funzionali territoriali gestite dai medici di medicina generale (tra i 15 e 20 medici per ciascuna AFT) con il supporto di infermieri ed assistenti sociali.

Le AFT, almeno nei progetti di Saitta, dovrebbero curare il carico globale del paziente (non più di 30 mila assistiti in tutto sia per la sua salute che per il necessario supporto sociale alle famiglie. Con l’utilizzo delle risorse tecnologiche delle centrali uniche di riferimento per l'assistenza primaria, dovrebbero diventare punto di riferimento della popolazione anche per l'accesso alle
prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale, così come per le necessità di
assistenza domiciliare. L’ipotesi allo studio prevede inoltre l’azzeramento delle strutture complesse e dell’armamento burocratico parassitario ed improduttivo.

In apertura di seduta del consiglio regionale del 21 aprile, l’Assessore Saitta ha presentato ai consiglieri quel documento che lui definisce un progetto, non ancora rivestito di una formale delibera.

La comunicazione ricalca sostanzialmente quello oggetto del comunicato della scorsa settimana e già illustrato a medici e parti sociali, ma non agli interlocutori naturali, ciò i consiglieri regionali.

Tale questione che, oltre ad essere di principio, snatura il significato della democrazia ed il ruolo dei pochi consessi ancora eletti dai cittadini, è stato ampiamente contestato dalle opposizioni intervenute sulle dichiarazioni dell’assessore.

In particolare da parte del Movimento 5 stelle, massicciamente presente, si evidenzia come la Giunta regionale, di fatto, stia predisponendo un nuovo Piano socio-sanitario a colpi di delibera senza passare dal Consiglio regionale. Nei loro interventi, il capogruppo Bertola ed i consiglieri Davide Bono,Gianpaolo Andrissi e Mauro Campo, hanno evidenziato gli aspetto più controversi del progetto.

Prima con la riforma della rete ospedaliera, ora quella territoriale ed in entrambi i casi la Giunta ha ignorato completamente l'assemblea regionale.

Va ricordato che il M5S, proprio per contestare il mancato coinvolgimento del Consiglio Regionale nella riorganizzazione della Rete Ospedaliera, ha già presentato ricorso al TAR ed attende il dibattimento. A pochi mesi di distanza si sta replicando dimostrando il concetto di antidemocrazia insito nella Giunta presieduta da Sergio Chiamparino.

Secondo Davide Bono il duetto Chiamparino Saitta finge dì ignorare che la programmazione sanitaria deve necessariamente passare dal Consiglio regionale. Costoro invece stanno disegnando la nuova sanità piemontese fino al 2018 con atti che nascono nelle segrete stanze della Giunta.

Quel che più offende tutta l’opposizione è il fatto incontrovertibile che la bozza della nuova delibera sia circolata sui giornali e tra i banchi della maggioranza già da un paio di settimane ma consegnata ufficialmente ai Consiglieri Regionali a cose fatte.

E’ seguito poi un intervento particolarmente puntuale ed avulso dalle linee fumose dell’assessore Saitta, da parte di Stefania Batzella, consigliere del M5S, che rileva come il documento sia piuttosto vago e in generale senza impegni concreti.

Si ossequia il decreto Balduzzi, ma non si chiarisce con quali fondi si potrà attuare questa riorganizzazione e con quali modalità si liberano ulteriori risorse umane.

Batzella, in mancanza di tempi certi e contenuti chiari per quanto riguarda l'avvio della cosiddetta medicina di gruppo monoprofessionale in AFT e poliprofessionale (con specialisti, infermieri e assistenti sociali), manifesta la più assoluta incredulità. Purtroppo al centro del sistema c’è il malato, per di più anziano e non autosufficiente, che non può continuare a saltellare tra sigle e progetti, ma necessita di una Assistenza certa ove prevalga la continuità, preferibilmente domiciliare e priva di lungaggini burocratiche.

E poi intervenuto il Consigliere Alfredo Monaco, che., oltre ad esprimere consenso per le scelte del Giunta, ha rilevato “credo l'utente abbia l’impressione di ricevere un servizio che dovrebbe essere di pari qualità - o, almeno, di pari sicurezza - rispetto ad altre strutture e invece si innesca un meccanismo che rischia di essere vizioso, cioè quello del trincerarsi, da parte del presidio, dietro l’impossibilità di erogare dei servizi di alta qualità o di rispondere al quesito in termini diagnostici, perché mancano le strumentazioni che sono invece appannaggio di strutture di più elevata complessità.

E’ indispensabile, conclude il consigliere Monaco, costruire un reale filtro sul territorio, prima dell’ospedale”.

Oltre ad altri interventi di plauso e d’incoraggiamento da parte dei consiglieri Angela Motta ed Andrea Appiano del PD, il Consigliere Gianluca Vignale di Forza Italia, rileva che” poiché attualmente nel bilancio della Regione non esistono risorse per rivedere l’offerta della medicina territoriale e domiciliare, così come per altri servizi. Potremo annunciare questa programmazione solo quando avremo le disponibilità per attuarla”.

In Chiusura, la capogruppo della Lega Nord, Gianna Gancia, preso atto dell’iter complesso di verifiche e adempimenti previsti dal progetto presentato da Saitta, si chiede, quale sia “il concetto di coerenza in possesso di Chiamparino”.

Un presidente che, vivendo sotto la spada di damocle del processo sulle firme false che si svolge dinanzi al Tar Piemonte, ha in più occasioni dichiarato che si sarebbe dimesso in date variabili da luglio ad ottobre.

“Con quale coerenza e dignità, quest’uomo mobilita risorse, istituzioni, categorie professionali e cittadini in un progetto così delicato e complesso, se poi intende mandare tutto all’aria?

Sempre per restare nel merito del progetto, appare oltretutto incoerente e non fondata la posizione sostenuta dalla Giunta, sull'informatizzazione sanitaria. La Giunta prima chiede ai medici di mettersi in rete ma senza che sia ancora pronto il Fascicolo Sanitario Elettronico e la condivisione di tutti i dati dei pazienti. Svarione o dimenticanza non da poco.

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Articolo pubblicato il 23/04/2015