Corrispondenza a giorni alterni: contestazione al piano poste

Il Viceministro Costa preannuncia memoria a AGCOM

 "Nei prossimi giorni inoltrerò una memoria all’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni per contestare il piano presentato da Poste Italiane che prevede il recapito della corrispondenza a giorni alterni. Una forte riduzione del servizio che colpirebbe in modo pesantissimo la Provincia di Cuneo".

È quanto annuncia il Viceministro Enrico Costa che evidenzia altresì come la proposta di Poste (subordinata all’autorizzazione dell’Agcom, che ha predisposto un documento e lo ha sottoposto a consultazione pubblica) prevede il dimezzamento della distribuzione della corrispondenza da 10 a 5 giorni ogni due settimane. Verrebbero colpiti da questo taglio 5.296 comuni italiani su un totale di 8.046, selezionati sulla base della densità della popolazione e di particolari condizioni del territorio. Primo, per numero di comuni interessati (901), è il Piemonte, seguito dalla Lombardia (542). In generale, si tratta per gran parte di comuni totalmente o parzialmente montani. Quanto al rilascio dell’autorizzazione, l’Agcom ritiene che sussistano i requisiti prescritti dalla normativa per 4.721 comuni.

"Ciò non è coerente, tuttavia, -insiste Enrico Costa - con la normativa vigente, che consente di attivare i servizi in giorni alterni solo “in presenza di particolari situazioni di natura infrastrutturale e geografica in ambiti territoriali con una densità inferiore a 200 abitanti/kmq e comunque fino a un massimo di un quarto della popolazione nazionale”.

Caratteristiche che però Poste individua nel 65,8% del totale dei comuni italiani e l’Autorità nel 58,7%.

"Quale “particolarità di una situazione” o “eccezionalità di una condizione” - domanda Costa - può riguardare la grande maggioranza dei comuni del territorio nazionale? Praticamente, la deroga diventerebbe la normalità. Siamo di fronte a un dimezzamento del servizio selvaggio e privo di logica - aggiunge -. Ancora una volta, i tagli colpiscono i comuni localizzati nei territori più estesi, poiché il criterio adottato è quello della densità abitativa (meno abitanti ci sono per kmq, più il servizio viene ridotto). I tanti comuni che compongono la nostra Provincia, la terza più grande d’Italia, soprattutto quelli montani, subirebbero un’ingiusta condanna alla marginalità. Dover fare a meno dei servizi basilari significa perdere dei presidi sociali. Ciò è inaccettabile"

 Costa sottolinea inoltre come il piano sottoposto a consultazione sia "incompleto e carente", visto che i nomi dei comuni interessati non vengono esplicitati. Ciò sarebbe sufficiente a rendere "poco significativo" l’esito della consultazione, posto che "un sindaco o un presidente di Provincia, prima di esprimersi, è giusto che sappia se il suo territorio è ricompreso o meno nel ridimensionamento del servizio".

 Di qui la decisione di presentare, a titolo personale, una memoria all’Agcom:

"Inoltrerò nei prossimi giorni ai sindaci della Granda e alle associazioni di categoria - annuncia Costa - il documento che ho elaborato. È importante che gli amministratori e le forze economiche siano unite in una battaglia a tutela delle piccole realtà territoriali e del diritto di ciascuno a usufruire dei servizi universali".

 

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Articolo pubblicato il 21/04/2015