“Serge Voronoff, un abile impostore o un precursore dei trapianti? Una storia anche un po’ torinese”

Doppia presentazione a Torino della biografia del chirurgo russo scritta da Enzo Barnabà

Il chirurgo ebreo russo naturalizzato francese Serge Voronoff (Voronezh, 1866 - Losanna, 1951) negli anni ’20 e ‘30 del Novecento è stato uno degli uomini più popolari a livello planetario grazie al suo metodo di ringiovanimento maschile, basato sull'innesto di testicoli di scimmia. Si disse di lui: «Ciò che connota il nostro secolo sono i grattacieli americani e le operazioni di Voronoff». Ancor oggi il suo nome può evocare vaghi ricordi di esperimenti per un artificiosa ricerca dell’eterna giovinezza e di mostruose creature metà uomo e metà scimmia.

Enzo Barnabà, studioso e scrittore di Ventimiglia, ha dedicato a Voronoff il suo libro intitolato “Il sogno dell’eterna giovinezza” col sottotitolo “Vita e misteri di Serge Voronoff”: si tratta di una esaustiva biografia di questo personaggio, basata anche sugli archivi di famiglia messi disposizione dagli eredi, scritta con l’espediente letterario del “manoscritto ritrovato”. Barnabà immagina infatti di essere entrato in possesso di un dattiloscritto dove lo stesso Voronoff ha narrato la sua vita, fino alla vigilia della partenza per l’hotel di Losanna, dove muore il 3 settembre 1951, in conseguenza di una rovinosa caduta nella vasca da bagno.

Si tratta quindi di una “autobiografia”, scritta però con notevole obiettività, che lascia ampio spazio alle critiche e alle polemiche, scientifiche e non, sollevate nei confronti del protagonista, “autobiografia”che Barnabà conclude riferendo la morte di Voronoff e commentando, con partecipe simpatia, il controverso e complesso personaggio.

Venerdì 17 aprile, questo libro è stato presentato a Torino in due momenti.

Una prima volta nel pomeriggio, presso la Facoltà di Medicina Veterinaria a Grugliasco e la seconda, alle sera, presso la Sala Carrozze della Villa Raby, sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino.

Hanno partecipato agli incontri due qualificati esponenti del “Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospedaliera” (CISO) del Piemonte.

Il dottor Franco Lupano, medico di famiglia e componente del CISO Piemonte, ha tenuto la relazione dal titolo “Voronoff nella storia dei trapianti d’organi e tessuti”. Dopo la proiezione di un breve filmato della metà del ‘900 che mostrava esperimenti condotti in Cina su trapianti di teste di cani sul corpo di altri cani, Lupano ha condotto un excursus sulle tecniche di trapianto, iniziando con il ricordo dell’opera di Gaspare Tagliacozzo (Bologna, 1545 – 1599), chirurgo antesignano della chirurgia plastica e ricostruttiva, che proponeva una tecnica per la ricostruzione del naso (mutilato da ferite o da malattie) mediante innesto della pelle del braccio. Ha poi ricordato l’opera di altri medici e ricercatori, come Giuseppe Baronio (1759-1811) e Charles-Édouard Brown-Sequard (1817 – aprile 1894), uno dei padri della endocrinologia, e si è soffermato su una curiosa superstizione riguardante il trapianto di tessuti da uomo a uomo: si credeva che il tessuto trapiantato mantenesse relazioni con il corpo del donatore e quindi morisse con la morte del donatore, se questa avveniva prima di quella del soggetto che aveva ricevuto il trapianto (superstizione condivisa anche da Voltaire e che costituì un freno ai trapianti fra esseri umani).

Lupano ha poi esaminato in modo critico la casistica dei trapianti operata da Voronoff, che non hanno riguardato soltanto quelli, più noti, di testicoli di scimmia in soggetti umani a scopo di ringiovanimento e stimolo della vitalità complessiva, ma anche di ovaie, di tiroide (in un ragazzino affetto da cretinismo ipotiroideo, poi guarito), di pelle, di ossa in militari feriti nel corso della Grande Guerra.

Interessante l’analisi dei 43 soggetti trapiantati per ringiovanimento, descritti da Voronoff nel 1924: erano di varie nazioni con la significativa presenza di ben sette medici!

Lupano ha anche accennato ai complessi rapporti tra Voronoff e Alexis Carrel, premio Nobel per la medicina nel 1912, che ha dato un basilare apporto alle tecniche di sutura dei vasi sanguigni per i trapianti di tessuti e organi.

Ha concluso ricordando le ricerche condotte da Voronoff dopo la seconda Guerra Mondiale: studi sui gruppi sanguigni delle scimmie e sulla compatibilità con l’uomo, sulla possibilità di trapianto di cellule cancerose umane nelle scimmie, in vista dell’elaborazione di un siero anticanceroso (1949). Voronoff scrisse anche un libro, “Dal cretino al genio”, per illustrare i suoi trapianti di ghiandole - sostenendone la superiorità rispetto alle iniezioni di estratti di organo – e giungere alla conclusione che l’attività mentale rappresenta, in ultima istanza, un fatto biologico. Di questo libro, tradotto in Italia nel 1948, Voronoff fece omaggio di una copia all’allora Presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi.

Il professor Marco Galloni, docente alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino e presidente del CISO – Veterinaria, ha relazionato su “Voronoff e l’Italia”, chiarendo anche perché nel titolo dell’incontro si parlasse di “Una storia anche un po’ torinese”.

Voronoff, infatti, si recò a Torino nel novembre del 1923 per partecipare  alle celebrazioni per il collocamento a riposo per raggiunti limiti di età di Edoardo Perroncito, insigne docente di veterinaria e professore di parassitologia presso la Facoltà di Medicina di Torino. In questa occasione, Voronoff tenne una conferenza sulle sue ricerche sul ringiovanimento.

Galloni ha illustrato i numerosi articoli del giornale torinese “La Stampa” successivamente dedicati a Voronoff, talora connotati più come motivo di curiosità e di colore che come serioso contributo scientifico: indicativo, in questo senso, l’uso per ben due volte dell’occhiello “Spunti di romanzo”.

Galloni si è ancora soffermato sui rapporti di Voronoff con Aldo Perroncito, figlio di Edoardo, medico e ordinario di patologia generale a Pavia, e con Andrea Marro, chirurgo, figlio del noto psichiatra Antonio, autore di innesti ghiandolari in cliniche torinesi, anche per il recupero di reduci di guerra.

Ha concluso illustrando i rapporti tra le ricerche di Voronoff e l’opera del controverso endocrinologo Nicola Pende e le polemiche destate nella comunità scientifica veterinaria dai tentativi di applicare le teorie di Voronoff all’allevamento zootecnico per un miglioramento dei soggetti riproduttori.

In conclusione, Enzo Barnabà ha presentato la sua biografia di Voronoff, soffermandosi su vari aspetti della celebrità del personaggio ai suoi tempi, dimostrati ad es. da un racconto di Sherlock Holmes, da romanzi e racconti, tra cui si possono ricordare “Cuore di cane” di Bulgakov e “La rigenerazione” di Italo Svevo, e ancora spettacoli teatrali, caricature, canzoni, detti e barzellette osé, persino un film di animazione di Walt Disney. L’autore ha anche voluto ricordare che qualche ricercatore ha affacciato l’ipotesi che proprio i trapianti da scimmia a uomo eseguiti da Voronoff siano stati uno dei veicoli della diffusione dell’AIDS in Europa.

I tre relatori hanno esaminato i molteplici aspetti della personalità e dell’attività scientifica di Voronoff: alcune domande del pubblico presente hanno dimostrato l’importanza e l’attualità di varie questioni sollevate dall’opera di questo personaggio.

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Articolo pubblicato il 19/04/2015