La drammatica situazione europea tra Grecia, migranti, terrorismo e pressioni cinesi

Serve una azione coordinata globale e immediata

I mercati finanziari in fermento sono la cartina di tornasole della situazione nella quale si trova l’Europa. Paradossalmente, a seguito dell’azione di Quantitative Easing (QE) da parte della Banca Centrale Europea (BCE), i tassi sono in rialzo anziché in ribasso, i titoli di stato di Grecia, Italia e Spagna subiscono nuovamente un differenziale in crescita rispetto al bund decennale tedesco che ha raggiunto il suo minimo storico. Resta la speranza che il QE dia almeno l’impulso previsto sull’aumento dell’inflazione: ne avremo l’eventuale conferma a maggio con il dato del PIL del primo trimestre.

L’attuale scenario socio economico è dovuto soprattutto alla crescente sfiducia sulla possibilità di una rapida e definitiva soluzione della crisi greca, in quanto le misure adottate continuano ad essere giudicate insufficienti e limitate. Ma anche la situazione politica italiana con le forti fibrillazioni nei partiti di governo e nell’attesa dell’approvazione delle riforme annunciate, non permettono sonni tranquilli ai nostri partner europei.

Il quadro internazionale e le pressioni sull’Italia sono sotto gli occhi di tutti: in pochi mesi abbiamo accolto 11000 migranti e ne aspettiamo almeno 1000000 (un milione!) con le prossime favorevoli condizioni meteo marine. Il nostro Paese è ormai al collasso nei centri di accoglienza, ma non  solo, deve anche provvedere alla vigilanza armata nelle operazioni di soccorso visti i tragici episodi, sia di attacco armato da parte degli scafisti alle motovedette della Guardia Costiera al fine di riprendersi i barconi vuoti per successivi viaggi, sia per fronteggiare i crimini compiuti contro i migranti cristiani da parte di attivisti arabi, buttandoli in mare durante la traversata.

Forse non a caso, in questo particolare momento, si stanno intensificando le azioni cinesi mirate a convincere il mondo che la loro moneta (Yuan) sarà il futuro strumento di misura internazionale dei prezzi e dei pagamenti. Giusto giovedì 16, si è tenuta a Roma, sotto gli auspici della Fondazione Italia-Cina, una affollata conferenza su questo tema da parte del Capo Economista della Banca Centrale Cinese che ha dimostrato con i dati la crescente adozione dello yuan nelle transazioni internazionali, nonché il continuo sforzo della Cina per la piena convertibilità della sua moneta a partire dai rapporti con i dieci Paesi dell’Asean.

Forse casualmente è anche arrivato l’incontro di Renzi con Obama di venerdì 17 con il regalo/incoraggiamento a continuare nelle riforme previste giudicate buone e risolutive dall’amministrazione americana, un appoggio che da una mano al nostro Premier a fronteggiare i dissidenti su questo fronte.

Una nota curiosa su questa visita alla Casa Bianca, è relativa ad indiscrezioni trapelate nei giorni precedenti e riprese dalla stampa internazionale sulla richiesta da parte del Premier italiano di avere droni americani da utilizzare in operazioni militari in Libia.  Nella conferenza stampa finale Obama ha dichiarato specificamente che non si è parlato di droni.

Con questo scenario globale l’Europa rischia molto: euro in bilico per un eventuale default greco, situazione sociale in Italia ma anche in diversi Paesi europei per l’afflusso continuo di migranti, frontiere meridionali del continente indifendibili, soprattutto verso i terroristi, ma anche verso un confine africano che rischia sempre più di diventar un incendio indomabile.

La sveglia per una azione coordinata e immediata , non solo da parte europea, è ormai suonata e ogni minuto di ritardo potrebbe portare a minare la qualità della vita di molte centinaia di milioni di persone.

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Articolo pubblicato il 18/04/2015