La “Torino noir” vista e narrata da Milo Julini

I «topi di biblioteca»

Frequentatore abituale di archivi e biblioteche, ho finito per concepire una particolare avversione nei confronti di chi sottrae materiale a questi istituti pubblici. Ecco perché, nel corso di altre ricerche, sono rimasto colpito da questa notizia “Dopo numerosi furti all’archivio di Stato e all’Accademia delle Scienze / Arrestato «topo di biblioteca» / Recuperati 2 volumi del Seicento”, pubblicata in un articolo anonimo della “Stampa Sera” del 17 maggio 1982. Anche se con molto ritardo, posso così esternare il mio apprezzamento e la mia gratitudine per i poliziotti che hanno recuperato i preziosi volumi (m.j.).

 

I ladri dell’Archivio di Stato e della biblioteca dell’Accademia delle Scienze sono caduti nella rete della polizia. Due rarissimi volumi del XVI Secolo sono stati recuperati, mancano ancora 12 tavole di botanica, dipinte a mano, di Carlo Allioni. Un giovane, L. E. G., 20 anni, via Pianezza 63, è stato arrestato, un altro, G. D., 22 anni, corso Molise 27, insieme a una ragazza egiziana (si sa solo che si chiama A.) è riuscito a sfuggire alla cattura. Tre antiquari torinesi sono stati denunciati.

L’operazione è del Primo distretto di polizia di via Verdi, da cui dipendono i due istituti statali saccheggiati. Per i furti all’Archivio di Stato il sistema usato era molto semplice: i ladri, fingendosi studenti o bibliofili, si facevano consegnare volumi antichi e, eludendo la scarsa sorveglianza, con una lametta li privavano delle tavole più belle, nascondendole fra gli abiti.

L. E. G. e G. D. con l’egiziana A. avevano preso di mira un testo con 99 tavole floreali dipinte ad acquerello da Carlo Allioni. Un secondo libro della stessa raccolta, invece, era proprio stato sottratto con un’opera del 1682, «Jerusalem», dedicata alle Crociate e contenente numerose piantine delle città sante, dalla biblioteca dell’Accademia delle Scienze. I due libri erano stati calati dalla finestra del primo piano della sala di lettura ad un complice che attendeva in via Maria Vittoria.

L’attività dei tre era intensa, tanto da provocare numerose denunce da parte dei responsabili delle due biblioteche. La polizia ha dato avvio alle indagini, il vicequestore, Oronzo Cuccorese, ha chiesto la collaborazione del cancelliere Guido Donini. Cosi la scorsa settimana, quando il G. si è presentato a consultare alcuni libri antichi, ricchi di stampe, il maresciallo Manno e il brigadiere Manunza sono riusciti a sorprenderlo mentre stava tagliando alcune pagine. Non sono intervenuti subito: l’hanno visto nascondere le incisioni, l’hanno seguito alla consegna dei volumi e poi in strada, fino alle botteghe di alcuni antiquari di libri rari. Solo alla fine gli si sono avvicinati e l’hanno arrestato.

Ma il lavoro più difficile gli inquirenti l’hanno svolto con l’aiuto dell’ispettore Enrichetta Dall’Aglio, la quale, fingendosi una studentessa inglese, è andata dal proprietario della libreria d’antiquariato E. B., a trattare l’acquisto dei libri rubati all’Accademia delle Scienze. 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 06/05/2015