Renzi impone l’Imu sulle seggiovie. Quando tasserà i castelli di sabbia?

Ulteriore sconcerto per un provvedimento fiscale controproducente

Gli impianti di risalita, che pagano le tasse in quanto mezzi di trasporto, devono anche pagare l’Imu in quanto non riconosciuti come mezzi di trasporto. E’ questa l’ulteriore illogicità dell’era Renzi.

 Non c’è oltretutto coerenza tra i vari apparati dello Stato. L’importante è far cassa, in un modo o nell’altro. E poi, in realtà, la coerenza c’è. Perché, da tempo, e’ in atto un attacco alla montagna. L’Italia e’ un Paese montano, tra Alpi ed Appennini. La pianura e’ una parte minoritaria.

Ma in pianura vive la maggioranza degli italiani mentre le terre alte sono spopolate. Dunque il piano va a caccia di risorse del monte. Che si tratti di risorse naturali a partire dall’acqua e dall’energia (idroelettrica e biomasse) o che si tratti di tasse. Prima l’attacco al pellet, ora la grande idea dell’Imu sulle seggiovie. La coerenza di un attacco concentrico per rubare tutto il rubabile.

Ovvio che la prima conseguenza di una tassa in più sarà l’aumento dei prezzi per l’utilizzo degli impianti. Prezzi più alti, minor numero di turisti. Sempre più gli italiani, che non si potranno permettere una vacanza. E allora non è un caso l’attacco del ministro Poletti contro le vacanze lunghe delle scuole: se in vacanza non potete più andare, tanto vale che i ragazzi lavorino gratis durante l’estate.

 Con evidenti ripercussioni drammatiche sul turismo inteso come attività economica. Hotel più vuoti, ristoranti costretti a chiudere, disoccupazione in crescita, locali deserti, con il valore delle seconde case in ulteriore picchiata.

Il tutto a vantaggio di coloro che, con un tozzo di pane, potranno comprarsi tutto, a partire dalle strutture ricettive. Dopo lo shopping delle industrie, dopo il patrimonio  residenziale urbano passato sotto il controllo delle banche, ora toccherà al turismo essere svenduto a chi possiede la liquidità.

 Si comincerà con la montagna, più in difficoltà da tempo (anche per le molte responsabilità di chi ci vive), e poi toccherà anche al lago ed al mare. Solo questione di tempo, mentre i polli di Renzi continuano a beccarsi convinti che l’attacco contro le terre alte risparmierà le coste. Errore clamoroso, e non servirà troppo tempo per accorgersene. 

 La voracità del bullo toscano non  conosce limiti!

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/04/2015