Basta all’anoressia in passerella

Così ha deciso il parlamento francese

Nel paese che regna da sempre regna sovrano nel campo della moda, nella città luminosa dove ogni anno decine di migliaia di modelle e modelli sfilano indossando abiti provenienti dagli atelier migliori del mondo, il parlamento ha passato una legge che pone finalmente un limite al sempre più diffuso uso di modelli troppo sottopeso in passerella.

Questo emendamento di legge, presentato dal socialista Olivier Vérab, è stato passato con una larga maggioranza, forte del sostegno della ministra della salute Marisol Touraine.


È stato fissato 18 come indice di massa corporea minimo per un modello per poter sfilare senza conseguenze. Secondo i medici un indice di massa corporea di una persona sana, quindi normopeso, dovrebbe spaziare fra i 18,5 e i 24,9 punti, sotto i quali si è gravemente sottopeso e sopra i quali si è obesi, clinicamente malati in ogni caso.

Nel pacchetto contro la magrezza patologica in passerella, anche l’introduzione del reato di apologia all’anoressia. Saranno multati quei siti internet che promuovono un’eccessiva e non salutare perdita di peso, come per esempio i siti pro ana, spesso gestiti da ragazzine malate che consigliano ad altre ragazzine nella loro situazione come perdere peso in modo drastico.

L’ultimo lato della misura è volto a regolamentare l’uso delle immagini dei modelli. Spesso infatti sono queste immagini a portare giovani insicuri verso i disturbi alimentari. Da oggi in Francia sarà obbligatorio segnalare sotto le foto se sono state applicate delle correzioni, in modo da far rendere conto all’osservatore che il corpo perfetto visto in fotografia è sì merito della bellezza del modello, ma anche di capaci mani di ritoccatori professionisti.

Prevista a breve anche una misura per regolamentare l’uso delle macchine abbronzanti, il dibattito sul tema è però un po’ più controverso, quindi sarà più difficile arrivare ad un accordo. Si intuisce, comunque, che l’utilizzo sarà vietato a tutti minorenni.

Una legge del genere era stata passata qualche tempo fa anche dal parlamento israeliano, e molti altri stati del mondo si stanno muovendo in direzioni simili. Sicuramente anche in Italia il dibattito non tarderà ad arrivare.

Questa generale attenzione, nei confronti di un tema che affligge il mondo della moda ormai da molti anni, non può essere che vista come un forte e definitivo passo in avanti, verso un’ideale di bellezza sano.

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Articolo pubblicato il 04/04/2015