La Grecia soffre, tranne i suoi cittadini più ricchi che portano decine di miliardi di euro all' estero

Una vera e propria vicenda ossimorica quella che si sta verificando in Grecia

La fine del mese di marzo è stata molto amara per Il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis.

 

A Bruxelles le istituzioni europee non hanno accettato le sue proposte di riforme, giudicate molto deboli, e quindi sono a rischio i 7,2 miliardi di euro necessari alla Grecia per potere pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e delle pensioni, nonchè tutte le spese pubbliche incluse nel loro Patto di stabilità. Tsipras dovrà quindi assumersi il rischio, ancora più importante, di sottoporre per l' ennesima volta la Grecia al rischio di default dei conti pubblici, con la prospettiva di uscire dalla zona euro.


Varoufakis chiede una tregua nelle ostilità tra Berlino e Atene nelle ore decisive per arrivare a un accordo sulle riforme elleniche in cambio della tranche da 7,2 miliardi di aiuti. Sul quotidiano tedesco Handelsblatt, Varoufakis sottolinea l'importanza di stemperare i toni sull'asse Atene-Berlino. "Gli unici che traggono benefici da questo gioco tossico di scambi d'accuse sono i nemici dell'Europa", afferma Varoufakis, invitando tutti a "deporre le armi". "Questo deve finire, solo con il sostegno dei suoi partner la Grecia potrà concentrarsi sull'implementazione di riforme efficaci e di strategie politiche per la crescita".


Il ritornello dei “ nemici dell' Europa” non è nuovo nella terminologia del ministro greco che, ormai lo sappiamo benissimo, ricorre a tutte le arti della famosa furbizia greca per chiedere protezione ai Paesi europei come se la Grecia stesse affrontando la forza soverchiante dei Persiani alla battaglia delle Termopili.


In effetti la situazione greca non è mai stata a rischio come in questi ultimi giorni, ma ci sarebbe da chiedere a Varoufakis ( come probabilmente anche i ministri delle finanze europei hanno fatto) se non crede opportuno fermare più decisamente le decine di miliardi di euro che nelle ultime settimane hanno lasciato la Grecia, ad opera di cittadini ricchissimi che se ne strafregano di Tsipras e dei suoi obbiettivi umanitari nel Paese.


I ricchi armatori greci ( alla Onassis tanto per intenderci ) non subiscono nemmeno la tassazione sulla loro flotta da parte della Grecia, ufficialmente perchè si vuole impedire che vadano a prendere la bandiera panamense o liberiana, dove la tassazione è al minimo, e lasciarli liberi di commerciare facendo base nei porti greci. Non si sa bene con quali benefici per lo Stato greco se non vede un euro dalla flotta privata ( una delle più importanti, come tonnellaggio complessivo, del mondo).

In altre parole chiedere sempre aiuti agli altri e non chiederli ai propri cittadini più ricchi è una vera e propria presa in giro, secondo Angela Merkel ed anche secondo noi.


Un invito al dialogo , quello di Varufakis, che arriva in extremis tra la Grecia e l'Ue per sbloccare l'ultima tranche di aiuti. Ma dopo i miglioramenti dei giorni scorsi, è tornato a bussare lo scetticismo alla porta delle trattative. Fonti europee hanno fatto sapere che le ultime proposte del governo di Syiriza non hanno abbastanza dettagli per soddisfare i creditori. "Sono frammentarie, vaghe e i colleghi greci non sono stati in grado si spiegare tecnicamente cosa comportassero alcune di queste". Quindi, "speriamo che la prossima settimana presentino qualcosa di più competente", hanno fatto sapere.

Da Berlino hanno precisato che la Grecia non ha ancora presentato ufficialmente la lista di riforme che dovrà essere approvata dai creditori (Ue, Bce e Fmi). Non è mancato il richiamo del Commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: "La Grecia deve rispettare gli impegni presi con i partner", i negoziati proseguono "giorno e notte" ma "non sono semplici", e bisogna fare in fretta perché "ci sono scadenze che si avvicinano. Stiamo lavorando giorno e notte". "Il dialogo tra greci e Brussels Group - dice un portavoce della Commissione Ue - prosegue in modo costruttivo, ma ancora non ci siamo e serve ancora del lavoro aggiuntivo della missione ad Atene".
 

Come ricostruisce una agenzia di stampa accreditata , i punti di attrito tra la ex Troika e i funzionari ateniesi restano sul taglio alle pensioni e sulla riforma del mercato del lavoro. Da tenere d'occhio anche il piano di privatizzazioni, con Atene pronta a cedere sul porto del Pireo, che potrebbe garantire 500 milioni di entrate, e di 14 aeroporti regionali.

Il premier greco Alexis Tsipras aggiornerà questa sera il Parlamento di Atene sullo stato di avanzamento delle trattative con il Brussels Group. Il dialogo è andato avanti anche nel fine settimana, domenica compresa, ma se fonti greche parlano di una discussione costruttiva, caratterizzata da passi avanti, la posizione europea sembra invece molto meno ottimista.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 01/04/2015