Torino scomparsa

La stazione della ferrovia di Rivoli

La facoltà di costruire una strada ferrata a cavalli da Torino a Rivoli fu concessa il 12 luglio 1868 a Carlo Dionigi Reinfeld ma la concessione non ebbe effetto. Un nuovo progetto fu iniziato dalla città di Rivoli favorito dalla provincia e dal Municipio di Torino per costruire una ferrovia a vapore a cura di Giovanni Battista Colli. La convenzione per la costruzione della ferrovia Torino Rivoli venne stipulata nel 1870 tra le città di Torino e Rivoli e l’impresario Giovanni Colli (1).

La ferrovia Torino-Rivoli fu aperta al pubblico il 17 settembre 1871 ed era la prima ferrovia a scartamento ridotto, con i convogli trainati da due locomotive di fabbricazione belga. La stazione era in piazza Statuto e, dal 1884, si trovavano quattro passaggi a livello in corrispondenza di via Principi d’Acaja, Giacinto Collegno, Bagetti, Matteucci-Drovetti, con trincea di protezione dopo via Principi d’Acaja fino alla cinta daziaria.

Nel 1895 la stazione della ferrovia di Rivoli fu trasportata da piazza Statuto all’inizio di corso Francia. La biglietteria era a livello stradale e i treni partivano da un sotterraneo completamente interrato fino a via Principi d’Acaja, poi percorrevano corso Francia in una trincea, non molto profonda, posta dal lato del borgo San Donato, fino alla cinta daziaria. Qui giunto, il trenino risaliva con una rampa a livello stradale, trovandosi così nel tratto di corso Francia antistante l’istituto Prinotti. Proseguiva di qui in aperta campagna, separato dallo stradale di Francia da una siepe.

Nel 1914 la ferrovia fu trasformata a trazione elettrica e venne colmata la trincea di corso Francia. Dal 13 novembre 1955 divenne linea filoviaria. 

La stazione della ferrovia di Rivoli è descritta, con nostalgico entusiasmo, da Messori (2004): «… uno scalo piccolo e delizioso, un castelletto (aveva davvero i merli, sul corpo principale) di revival neomedievale … una stazioncina da plastico ferroviario con, nell’atrio, i deliziosi sportelli della biglietteria in legno e ottone...» (2).

Questa stazione fu demolita nel 1954.

Sul sito precedentemente in parte occupato dalla stazione della tranvia di Rivoli, in corso Francia n. 2, nel 1959 fu costruito un edificio per residenza e terziario noto come Grattacielo di piazza Statuto, unico esempio a Torino di architettura post razionalista di scuola milanese.

Il progetto era, infatti, del Gruppo BBPR (Gruppo di progettisti costituito da Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers), celebre studio di architettura, autore della lodata Torre Velasca di Milano.

Messori, facendosi portavoce di una opinione largamente condivisa tra i torinesi, non è tenero con l’edificio di corso Francia che definisce un «aborto», una «sorta di grattacielo dei poveri», uno «pseudograttacielo», «uno sgorbio». Ricordiamo che nel 2003 alcuni lettori de La Stampa hanno inserito il grattacielo di piazza Statuto (giudicato «sporco e brutto») nell’elenco degli edifici idealmente da abbattere, di cui è emblema il palazzo degli uffici tecnici del comune (Palazzaccio).

(1) Calderini E., Indagini su San Donato, in AA. VV., Terra uomini e istituzioni in una città che si industrializza: indagine su San Donato 1850-1900, Torino, Assessorato alla cultura, Circoscrizione San Donato Campidoglio, 1983.

(2) Messori V., Dodicimila giorni torinesi, in Messori V. e Cazzullo A., Il mistero di Torino, Milano, 2004).

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Articolo pubblicato il 01/04/2015