Torino - "Affare Rom": metà dal Lungo Stura Lazio sistemati in Social Housing del <Ras delle soffitte>
Foto di repertorio

Marrone (FDI-AN): "Residenze mai accatastate come abitazione e con abusi edilizi già contestati dalla Polizia Municipale"

"Un anno di progetto e un milione di euro già fatturato per svuotare il campo nomadi abusivo di Lungo Stura Lazio: ma dove sono state messe le famiglie rom spostate da lì?".  

Ci ha detto, chiosando, Maurizio Marrone, Capogruppo FDI-AN Comune di Torino e Regione Piemonte, che illustra l'evoluzione dei fatti susseguenti:

"Quasi la metà (il 41% del totale) sono stati collocati nel social housing di corso Vigevano 41, direttamente amministrato e indirettamente posseduto da Giorgio Molino, noto alle cronache giudiziarie come il "ras delle soffitte" per aver affittato un intero impero immobiliare a Torino prevalentemente a immigrati clandestini, indagato per abusi edilizi e già condannato per illeciti fiscali".

Marrone conferma le sue dichiarazioni dopo aver effettuato un accesso agli atti su piano operativo e relazioni mensili:

"Addirittura sul sito del Comune di Torino risulta che la Polizia Municipale aveva effettuato controlli sulla palazzina di corso Vigevano 41, contestando numerosi illeciti abusi edilizi e sottolinenando la consapevolezza circa la proprietà. Com'è possibile che ad un anno di distanza l'Amministrazione non abbia battuto ciglio quando la Rti di cooperative sociali ed associazioni appaltatrici del progetto per i rom ha cominciato a portare lì le famiglie di zingari a spese della collettività?".

Tra l'altro la palazzina del social housing per zingari non risulta nemmeno accatastata come abitazione bensì come biblioteca ed edificio di culto:

"Dubitiamo perciò che abbia l'agibilità abitativa necessaria per cui porteremo queste informazioni in Procura e alla Corte dei Conti per verificarne la dubbia regolarità". 

Marrone  ha concluso ricordandoci con sarcasmo:

"Per un milione di euro già fatturato, e prevalentemente già liquidato dalla Città di Torino, quasi metà degli zingari sono stati spostati dal campo abusivo e messi nelle mani del in una palazzina non accatastata come abitazione: insomma un bel business per un soggetto discutibile! Una vergogna di cui dovranno rispondere le cooperative sociali appaltatrici, ma soprattutto l'Amministrazione Fassino, che ha messo la faccia sullo svuotamento del campo abusivo di Lungo Stura Lazio".

 

 

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Articolo pubblicato il 25/03/2015