Lo studio itinerante

Una notevole opportunità per ampliare la mente: il progetto Erasmus. Incontro con Florian Doerfler trasferito a Torino da Augsburg, cittadina nelle immediate vicinanze di Monaco

Oggi studiare è diventata una attività assai più dinamica e di certo più divertente dei decenni passati; la scuola un tempo fu  contenitore grigio, tetro e fonte di incubi notturni; negli ultimi anni invece ha subito una notevole trasformazione diventando non solo una buona opportunità per accrescere la propria cultura, ma anche una buona opportunità per girare il mondo al fine di ottenere una ulteriore spinta alla crescita personale, permettendo agli studenti  di confrontarsi con paesi, realtà e persone che difficilmente avrebbero potuto incontrare restando  nel guscio protettivo, ma limitante,  della propria famiglia.

L’opportunità di partecipare  al programma europeo per l'apprendimento permanente Erasmus, il programma di istruzione e formazione di punta dell'Unione Europea che consente ad oltre 200.000 studenti di studiare all'estero ogni anno, è infatti arricchente, prezioso e stimolante come risulta dai numerosi sondaggi web, visionabili in rete.

Inoltre la partecipazione al programma, per molte università, si è rivelata una opportunità per stabilire o rafforzare la loro rete internazionale di contatti, consentendo agli istituti di  acquistare prestigio e visibilità, e sviluppare una politica di internazionalizzazione tale da riuscire a far crescere le competenze professionali ed un maggiore interesse per le altre culture, non solo degli allievi, ma anche degli insegnanti stessi.

La maggior parte degli aderenti al progetto considera infatti l’Erasmus assai rilevante per il loro lavoro ed il loro sviluppo personale. Professionalmente, gli insegnanti hanno una ulteriore spinta alle loro motivazioni personali, essendo loro offerta la possibilità di ottenere una maggiore conoscenza legata al confronto interdisciplinare con numerosi colleghi stranieri.

Un’alta percentuale riferisce che, dopo aver lavorato per il progetto Erasmus, è  stata posta nella condizione di riuscire a trasferire le loro conoscenze ottenute dagli altri docenti all’estero all'interno della loro struttura, senza trascurare il fatto che la partecipazione al progetto Erasmus aumenta anche la possibilità che gli insegnanti possano anche loro recarsi all'estero per motivi di lavoro.

La quasi totalità degli  studenti partecipanti considera l'Erasmus un'esperienza fondamentale per lo sviluppo personale e l'acquisizione di una conoscenza diretta del paese ospitante, oltre all'indubbio vantaggio di sfruttare alla perfezione la possibilità di perfezionare una lingua. Ed è proprio la comunicazione nella lingua straniera, e la consapevolezza culturale del suo utilizzo, la più importante fra le competenze acquisite che viene citata più di frequente.  Inoltre il 90% degli studenti ha riferito che l’Erasmus ha contribuito al loro sviluppo professionale, in particolare attraverso una maggiore motivazione e l'acquisizione di maggiori  conoscenze specifiche del soggetto di cui si occupano.

Un’altra importante percentuale  (87%) afferma che l’Erasmus ha aumentato la possibilità per loro di potersi inserire in futuro nel mondo del  lavoro  all'estero. Per poter avere un riscontro diretto di quanto fino a qui affermato, abbiamo chiesto a uno studente Erasmus quali siano le sue impressioni e come si trovi a vivere in un paese che non è il suo.

L’appuntamento con  Florian Doerfler , 25 anni, è di fronte a Palazzo Nuovo. Negli ultimi cinque mesi si è trasferito  a Torino da Augsburg, cittadina nelle immediate vicinanze di Monaco, per proseguire il suo corso di Laurea in Storia , con particolare riguardo alla storia moderna. Frequenta i corsi che si tengono a Palazzo Nuovo la mattina, allo stesso modo in cui li frequentava in Germania. Mi spiega in un ottimo italiano che gli  esami qui sostenuti, gli saranno  riconosciuti nel suo paese d'Origine. Ovviamente la clausola è che siano stati tenuti in Italiano. Il vantaggio è quindi duplice, non viene perso l'anno della permanenza all'estero e la lingua viene notevolmente perfezionata.

Il numero degli studenti che giunge dall'estero è pari al numero di studenti che parte; questi si troveranno a frequentare lezioni uguali a quelle cui  avrebbero assistito  nel loro paese d'origine, quindi non vi saranno particolari esigenze di adattamento. A parte la lingua non vi saranno altre sorprese. Florian si dice molto soddisfatto dall'aver conosciuto un'altra cultura, anche se, quando è sotto esame deve impegnarsi un po' di più di quanto fanno i colleghi italiani proprio per rendere il proprio modo di esporre al pari di un cittadino italiano, unico vero ostacolo  incontrato in questo suo percorso.

Alla domanda su cosa si aspetti da una simile esperienza, risponde senza esitazione di essere cosciente che il vantaggio di aver vissuto in un altro paese, sia pure per un periodo limitato, gli consentirà quando  ritornato in patria sarà inserito nel mondo del lavoro, di applicare tutte le esperienze acquisite nel corso di  questa sua formazione, con la possibilità di condividerle  con colleghi e collaboratori. Da questo scambio di idee deriverà un gran vantaggio per tutti conscio che anche la sua personalità ne risentirà positivamente.

Sorride quando cominciamo a parlare della complessa organizzazione dell’Erasmus, in particolare di quella italiana. Da buon tedesco è solo stupito di un certo qual disordine nelle comunicazioni relative agli orari delle lezioni e al calendario delle vacanze, a volte poco chiaro. Ma si dichiara molto soddisfatto per l’accoglienza, la disponibilità e la preparazione degli insegnanti con cui si confronta quotidianamente. Ha infatti trovato molta cortesia e buona volontà da parte loro, trovandoli sempre ben disposti a dare una mano a chi ne ha bisogno trovando sempre in loro una grande disponibilità nel concordare i ricevimento degli allievi per qualsiasi chiarimento e necessità questi abbiano bisogno.

Un’esperienza molto positiva, dunque, da cui deriveranno benefici notevoli per i futuri cittadini delle nostre città chiamati a vivere percorsi formativi sempre più complessi ed evoluti. Fra i vantaggi derivati dalla nascita del progetto Erasmus  non ultimo è quello di essere uno  stimolo ad adeguare al meglio le costruzioni necessarie ad ospitare giovani ospiti internazionali, regalando anche alla nostra città un aspetto avveniristico.

E di questo se ne può rendere conto  chiunque, passeggiando sul lungo Dora si soffermi ad osservare il nuovo quartiere universitario, sorto da pochi anni, costruito con criteri di modernità. L’insieme delle strutture universitarie sorte in un'area verde a due passi dal cento regala a Torino l'aspetto di una città avveniristica, normalmente visibile nei paesi  europei più modernizzati, e come per  la nostra città, proiettati nel futuro.

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Articolo pubblicato il 27/03/2015