Cronaca dai quartieri di Torino - Intitolata a Madre Francesca Rubatto la piazzetta di via Stradella 205 in Circoscrizione 5
Silvio Magliano scopre la targa della piazzetta

La cerimonia si è svolta oggi, venerdì 20 marzo, alla presenza del Vicepresidente Vicario del Consiglio comunale Silvio Magliano

 Da oggi, 20 marzo 2015, la piazzetta prospiciente via Stradella 205/a porta il nome di Madre Francesca Rubatto, religiosa appartenente all'ordine delle suore cappuccine da lei fondato a Loano il 23 gennaio 1885, nata a Carmagnola nel 1844 e morta a Montevideo nel 1904.

Dopo la proclamazione a beata nel 1933, martire di carità e prima beata dell'Uruguay, Madre Rubatto ha lasciato una profonda traccia del suo operato sempre rivolto con particolare attenzione ai deboli, ai meno fortunati che hanno tuttavia goduto dell'opportunià di incontrarla e di conoscerla. 

La cerimonia ha vissuto, nella struttura adiacente, dopo l'ascolto dell'inno della Repubblica italiana, l'intervento di Silvio Magliano, Vicepresidente vicario del Consiglio Comunale di Torino, di Madre Franca Zeni, Superiora provinciale d'Italia delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto, e di Rocco Florio, Presidente della Circoscrizione 5.

Particolarmente toccante il messaggio che Silvio Magliano ha trasmesso alle numerose ed autorevoli presenze religiose, laiche e militari, in ricordo della figura di Madre Rubatto, della sua storia e della sua vita sempre dedicata agli altri: una missione che identifica in lei il simbolo della bontà, della solidarietà e del sacrificio.

A seguire, Madre Zeni è ritornata sulla storia di Madre Rubatto ricordando come ella perse in giovane età gli affetti più cari dei genitori e di fratelli e sorelle morti in giovanissima età a causa dell'alta percentuale di mortalità infantile di quei tempi, il che favorì, a 19 anni, il suo trasferimento a Torino dove iniziò la sua opera infaticabile in aiuto del prossimo.

In conclusione il Presidente Florio ha voluto sottolineare come Madre Rubatto abbia lasciato un segno indelebile nella storia del quartere, testimone dei valori cristiani cui dovranno fare riferimento le nuove generazioni.

All'esterno della palazzina è poi stata scoperta la targa che intesta a Madre Francesca Rubatto questo angolo della città dagli storici trascorsi industriali.

Al termine, Sivio Magliano ha tenuto a sottolineare come questo momento sia importante nella vita di chi ricopre un incarico istituzionale:

"Sono eventi che lasciano un segno profondo perchè intitolare una pizzetta ad una donna di questo spessore morale, ad una beata, ad una santa significa che dobbiamo ripartire da queste testimonianze forti, da persone che vedendo la fatica degli altri hanno costruito delle opere, le stesse che ancora oggi rappresentano la possibilità per i nostri cittadini di non sentirsi soli".  

Persone che con nulla hanno costruito tutto:

"Assolutamente sì, in quel periodo fantastico dei Santi sociali come Don Bosco e il Cottolengo che dal niente hanno costruito ciò che ancor oggi fanno compagnia alla fatica delle persone come d'altronde ha fatto Madre Francesca Rubatto. L'occidente rischia di morire di solitudine perchè nessuno è in grado di dire che ha bisogno di essere accolto. Partendo da questo, guardando attentamente ad esempi così  molte di quelle fatiche che oggi viviamo potrebbero essere superate".

Questa cerimonia è un tassello importante del mosaico di vita istituzionale per chi rappresenta la città:

"Sì, ma anche la commozione di pensare che questa città è stata irrorata di Santi sociali che ancora oggi rappresentano un modello specie nel momento attuale in cui la politica e le istituzioni vivono una grande fatica dal punto di vista della rappresentanza; per cui è importante che le persone tornino a guardare, per l'appunto, a questi modelli sociali di donne e di uomini: ciò potrà ridare quell'identità di ideali che oggi forse un pò manca e ci rende deboli e vulnerabili".

 Affermazioni non soltanto istituzionali, ma che tradiscono un messaggio che viene dal cuore: 

"Oggi noi non possiamo inaugurare e dedicare una piazzetta della città senza pensare a ciò che la città stessa ha subito in Tunisia; ormai siamo tutti molto vicini per cui ciò che accade e colpisce noi colpisce anche gli altri popoli e ci deve indurre a porci delle domande importanti su chi siamo e quali sono i nostri ideali".

Nel corso dell'introduzione, all'interno della palazzina, è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime.




 

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Articolo pubblicato il 20/03/2015