“Emigrazione italiana”, al Centro Studi Cultura & Società

Testimonianze storiche e letterarie sull’emigrazione italiana di Giancarlo Libert e Milo Julini, con intervento musicale di Beppe Novajra

Fonte: Monginevro Cultura

A Torino, martedì 17 marzo 2015, si è tenuta presso la Sala Incontri del Centro Studi Cultura & Società una stimolante serata culturale sul tema dei flussi migratori dal Piemonte verso l’Argentina e verso la Francia, dagli anni Sessanta dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.

L’incontro, a cura di Monginevro Cultura e di Cultura & Società, era incentrato su due relatori di spicco: lo scrittore Giancarlo Libert e Milo Julini.

La prima parte della scaletta è stata condotta da Giancarlo Libert, appassionato ricercatore storico di tutto quanto riguarda la cultura della nostra regione, che ha già pubblicato, tra la sua ampia produzione letteraria di spicco, numerosi volumi sul tema dell’emigrazione dal Piemonte verso il Nord e il Sud America e i vari Paesi europei.

Corredata da una ricca esposizione di rare fotografie, l’esposizione verteva, in particolare, sul massiccio flusso migratorio dai vari comuni della provincia di Torino verso la cosiddetta Pampa Gringa argentina. Laggiù si sono insediate migliaia di famiglie italiane, e piemontesi in particolare. Nel corso di un lasso di tempo ormai secolare, molte di questi tenaci e intraprendenti piemontesi hanno fatto fortuna, fondando aziende ed imprese in ogni settore dell’agricoltura e dell’industria (come la famiglia Pescarmona, ad esempio, che laggiù sono considerati gli Agnelli del Sud America), dando lavoro a generazione di lavoratori, connazionali e non.

Interessante, poi, l’ampio capitolo dedicato all’emigrazione in Argentina da parte della famiglia Bergoglio negli anni Venti del Novecento. Il tema è ampiamente trattato nel volume “Nonna Rosa, la roccia delle Langhe”, (la nonna di papa Francesco), che ebbe un ruolo fondamentale nel fornire le basi della formazione religiosa di Jorge Bergoglio, e che gli si rivolgeva parlandogli in lingua piemontese.

L’altro volume presentato da Libert è stato “Torinesi nella Pampa”, edito da Atene del Canavese.

Il tema trattato da Milo Julini, scrittore, giornalista e ricercatore storico e di folklore regionale, è stato particolarmente stimolante, perché verteva su un tema molto curioso e spesso dimenticato: l’emigrazione dal Piemonte verso la Francia di chi esercitava professioni e mestieri d’antan (mulitta, vetrai, ombrellai, calderai, “magnin”, spazzacamini).

Si trattava spesso di flussi migratori temporanei, o stagionali. Ma non sono rare le comunità piemontesi che si sono stanziate definitivamente nel territorio d’Oltralpe, come quella dei vetrai piemontesi accasatisi a Parigi.

Non meno interessante, poi - vista la nota passione del relatore per il noir e la cronaca nera d’antan - il ricordo delle bande di criminali di origine piemontese che nell’Ottocento imperversavano in Provenza, documentate dalle cronache di Émile Zola.

Ricca la documentazione multimediale proposta da Julini nella serata, con fotografie d’epoca di persone, utensili, cimeli, ed altre rare testimonianze.

La serata è stata rallegrata dalla partecipazione dello chansonnier Beppe Novajra che ha proposto piacevoli brani sul tema della migrazione piemontese verso la Francia e l’Argentina:

Tra i brani che sono stati eseguiti dallo chansonnier torinese, ricordiamo:

Mamma mia dammi cento lire, canzone popolare;

Argent e paja d’òr, musica e parole di Beppe Novajra, dedicata ai Piemontesi emigrati nella Pampa Gringa in Argentina;

Pie-mond | Rassa nostran-a, parole di Nino Costa, musica di Beppe Novajra;

La Merica, parole di Alessandro Bertolino, musica di Beppe Novajra;

Zolì cheur, canzone popolare, sul tema dell’emigrazione piemontese verso la Francia.

Sergio Donna

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Articolo pubblicato il 19/03/2015