Società di Danza Arona

Giancarla Pipino Carbonatto prosegue la sua ricognizione di fra i Circoli della Società di Danza

La primavera si annuncia alle porte, anche se le piogge e il freddo di questi giorni sembrerebbero far credere il contrario, quindi nulla di meglio di una passeggiata al lago Maggiore e più precisamente ad Arona, per conoscere una nuova bella realtà del panorama di Società di Danza (G.P.C.). 

 

La Società di Danza Arona è un gruppo giovane e vede le sue prime lezioni nel non troppo lontano ottobre del 2012.


Il gruppo nasce su espressa richiesta di Emanuela Pradella, un’allieva entusiasta che ha provato il desiderio di continuare, per approfondire il repertorio, dopo aver sperimentato nel 2011 a Tabiano (Parma), lo Stage Pasquale, che quest’anno sarà alla sua 23ma edizione, dal 3 al 6 aprile 2015.


Emanuela prende contatto e coinvolge, in quest’appassionante avventura di sviluppo del Corso di Danze Ottocentesche sul territorio aronese, Silvia Brazzoduro, insegnante bergamasca della Società di Danza dal 2011, che accetta con profonda gioia e grande passione, le stesse emozioni che la spingono ovunque vi sia desiderio di dar vita ad un nuovo gruppo della Società di Danza.


Queste le parole di Silvia: «Ogni danzatore è arrivato con il suo bagaglio di esperienze, differente e uguale. Abbiamo chi, intraprendendo i diversi cammini attraverso i gruppi storici, approda a noi, scoprendone il serio e profondo lavoro ed appassionandosi ad esso. La nostra più giovane danzatrice, nel fiore dell’adolescenza, ha scoperto che, parallela alla sua moderna e tecnologica vita, poteva vivere esperienze da mondo delle favole e trovare piacevole la grazia dei passi. Molte sono le motivazioni di ognuno: spirito di anticonformismo, passione della storia, amore per la danza o anche solo il piacere di stare insieme e condividere la nostra vita associativa».


Molto interessante è la risposta che hanno dato gli allievi alla domanda dell’insegnante: «Cosa vi coinvolge particolarmente della danza?».


Ci spiega Silvia «Quasi tutti hanno indicato un fattore comune: gli sguardi. Nella danza noi siamo sempre tutti strettamente correlati e guardiamo sempre le persone con cui danziamo. Creiamo delle relazioni nella danza che sono un’esperienza viva e tangibile, fondamentale per chi conosce l’importanza della vita sociale vera e non virtuale».


Nelle parole di Silvia c’è un profondo legame con il Manifesto di Società di Danza: «Abbiamo sviluppato la capacità di fare incontrare singoli individui trasformandoli in un gruppo, un insieme che condivida finalità, che pratichi seguendo un metodo e agisca definendo la forma del proprio esistere. E’ questa la cultura di gruppo generata dal nostro modo di intendere la danza. Una cultura della Danza di Società, dove quest'ultima non è il fantasma di una classe sociale del passato, ma la proiezione della Società in cui desideriamo vivere».


Torniamo al gruppo di Arona ed alla sua bella e brava insegnante, che continua il suo racconto: «Il primo anno è servito a formare il gruppo ed a partire dal secondo anno i Soci hanno sperimentato la gioia di partecipare ad eventi organizzati dai Circoli di Bologna, Milano, Modena, Pisa, Torino. Il gruppo ha coronato il suo primo anno con una festa danzante che ha visto la partecipazione sentita dai Circoli Bergamo, Lecco, Torino ed un Gran Ballo organizzato da un’importante componente del Gruppo per festeggiare un suo bellissimo evento, perché danzare è diventato parte della vita di ognuno di noi».


Quest’anno La Società di Danza Arona si prepara al suo primo importante evento un Gran Ballo aperto a tutti i danzatori che desiderano scoprire le bellezze del territorio e rivivere come sempre la gioia nelle nostre danze, con cornice le sponde del Lago Maggiore, splendido paesaggio ricco di storia.


Il Gruppo si riunisce per le lezioni quindicinali il sabato pomeriggio presso la Sala Polivalente, in Via San Rocco n. 3, a Dormelletto (Novara).


Per informazioni i riferimenti sono:

Silvia Brazzoduro:

1968silvia@libero.it  - cell. 348 0469797

Giancarla Pipino Carbonatto 

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Articolo pubblicato il 18/03/2015