Un nuovo campo abusivo in corso Umbria?

Storia dell’accampamento di un ricettatore scambiato per discarica

Baden-Powell, il simpatico signore coi baffoni che nel 1907 ha fondato il movimento degli scout è per tutti simbolo di gioia, gioco, amicizia e onestà. Il 26 settembre 2009 è stata inaugurata una pista ciclabile che costeggia la riva del fiume Dora passando dietro l’ospedale Amedeo di Savoia, tra corso Umbria e corso Svizzera, ed è stata intitolata proprio a lui, a sir Robert Baden-Powell.

Oggi, a cinque anni e mezzo dalla sua inaugurazione, il nome del fondatore accomunato alla pista per le biciclette evoca degrado, incuria, spaccio e da qualche mese a questa parte addirittura un accampamento abusivo. Da un sopralluogo effettuato risulta evidente come il luogo indicato non ospiti una discarica abusiva, come sostenuto dal responsabile del settore Relazioni Esterne della Polizia Municipale, bensì un vero e proprio giaciglio per qualche ricettatore.

La vicenda inizia con le prime segnalazioni ai vigili urbani che riportano la data di gennaio 2015 ad opera di numerosi cittadini, come si evince dalle mail di risposta della municipale. Le segnalazioni dei tanti cittadini accompagnano la crescita della superficie occupata da questa “discarica” che ad un’analisi più attenta pare proprio una centrale di stoccaggio di refurtiva o di materiale recuperato da qualche cassonetto dei rifiuti. Per terra c’è infatti un terreno lastricato di componenti elettroniche provenienti da decine e decine di computer, stampanti, autoradio e quant’altro che di certo non arrivano da supermercati accompagnati da uno scontrino, e le loro carcasse contribuiscono ad innalzare il mucchio di spazzatura che ha ormai raggiunto dimensioni preoccupanti.

Che si tratti di un accampamento umano e non di una discarica lo si capisce inoltre da alcuni fattori, primo tra i quali il sentierino di terra battuta e di vegetazione calpestata che evidenzia un frequente passaggio da parte del losco abitante. Vi è poi una tenda improvvisata che nasconde un materasso e alcune scarpe, oltre ad un filo tirato tra due alberi con dei vestiti stesi, sinceramente difficili da confondere con semplici rifiuti. C’è persino la bottiglia di detersivo che i lavavetri sono soliti portarsi ai semafori, e bene in vista alcuni pezzi di rame della forma utilizzata per coprire le strisce di bitume dei cornicioni dei garage, che fanno dubitare dell’onestà del villeggiatore.

A indagare bene si trovano numerose segnalazioni di cittadini che hanno fatto il giro di parecchi uffici, da gennaio ad oggi, come la caserma dei vigili urbani di corso Umbria, che ha il suo portone a 50 metri dalla zona interessata, il nucleo nomadi della Polizia Municipale, il responsabile Amiat per la IV Circoscrizione, che dovrebbe provvedere a giorni alla rimozione di tutto il materiale, per arrivare fino alla segreteria del Sindaco e all’Assessore competente. Tutti concordi nel dire, con più o meno velocità nella risposta, che si tratta di discarica e non di accampamento, ma ammettendo, come dice il piantone della caserma di corso Umbria, che non sono stati fatti accertamenti. L’agente mi ha consigliato di presentare un esposto per poter attivare la volante ma aggiungendo che se la pattuglia non arriva sul posto quando il misterioso condomino è presente, il sito verrà sempre considerato discarica e non accampamento. Bisogna quindi fare un appello affinchè i residenti nella zona si appostino con i binocoli sul balcone in diverse ore del giorno e della notte per poter intercettare l’abusivo e successivamente avvisare la centrale operativa dei vigili.

Tutti concordi nel dire che è sempre sbagliato farsi giustizia da soli, ma è necessario fare ronde e appostamenti da soli perché le istituzioni competenti non hanno le risorse per farlo. E quindi ecco che una pista ciclabile che attraversavano i genitori con i figli, che gli anziani percorrevano per passeggiare lontani dallo smog e in cui qualcuno andava a leggere un libro nel silenzio e nella tranquillità è ora in mano a drogati e ubriaconi, è diventata pericolosa per il rischio scippi e aggressioni e come se non bastasse adesso è persino abitata da un probabile ricettatore. Un quadro complessivo davvero imbarazzante e pericoloso per poter onorare la memoria del fondatore degli scout.

Sono lontani i giorni in cui assessori e istituzioni, consiglieri comunali e di circoscrizione e altre personalità in fascia tricolore inauguravano una pista ciclabile destinata al divertimento dei bambini e allo svago degli adulti.

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Articolo pubblicato il 18/03/2015