La strana scomparsa di Putin

Oramai da 9 giorni nessuno ha più sue notizie, il Cremlino ha provato a fare circolare delle foto che si sono però rivelate scattate prima del 5 marzo

Da giorni non si hanno notizie ufficiali di Vladimir Putin, il suo portavoce ha provato nei giorni precedenti a far circolare delle foto di incontri e di attività pubbliche del Presidente Russo ma le stesse foto sono risultate ben presto scattate precedentemente il 5 di marzo, data della sua ultima apparizione in pubblico che ha coinciso con la visita di Matteo Renzi a Mosca.

Molte le ipotesi circolate sulla scomparsa di Putin, chi dice che sia morto, internato, esautorato, estromesso, nascosto, operato oppure anche volutamente scomparso per preparare un altro dei suoi colpi a sorpresa.

Chi supporta la tesi dell'esautorazione parte dal presupposto che le sanzioni potrebbero aver avuto l'effetto desiderato, mettendo non solo in ginocchio l'economia russa ma bloccando i movimenti degli oligarchi che non possono più agire con libertà all'estero. Di conseguenza, i veri poteri forti e occulti della Russia, potrebbero aver deciso la fine di Putin, vivo o morto che sia, a questo punto non ha importanza.

C'e poi chi dice che si sia aggravato il cancro che pare abbia il Presidente Russo o ancora che sia stato vittima di un infarto.

In realtà sembra che nei palazzi del Cremlino stia avvenendo una vera e propria guerra di potere tra i falchi dell'FSB (ex KGB) e l'emergente Kadyrov, Presidente Ceceno grande amico di Putin, che ha contribuito non poco alla conquista di Donetsk con il suo tristemente famoso battaglione Vostok. Molti hanno osservato come l'omicidio di Nemtsov potrebbe essere semplicemente una mossa dell'FSB per mettere in un angolo Kadyrov che a sua volta ha reagito prendendo le difese degli arrestati mettendoci la faccia e proclamando che sono suoi amici personali.

In caso di inabilità di Putin i poteri passerebbero immediatamente a Medvedev, considerato però troppo morbido dall'ala militarista Russa. Pochi in occidente infatti sanno che all'interno della DUMA (il Parlamento Russo) esistono due fazioni in lotta tra di loro, i falchi che vorrebbero una invasione totale dell'Ucraina e l'inizio delle ostilità verso i paesi Baltici e le colombe che invece vorrebbero trovare una via di uscita dal pantano in cui sta sprofondando la Russia.

Come sempre bisogna valutare cosa sta succedendo sul terreno e la situazione attuale non lascia presagire nulla di buono. Gli elementi oggettivi sono che Putin è scomparso da ben nove giorni, negli ultimi tre giorni a Belgorod (vicino al confine nord dell'Ucraina) sono stati ammassati centinaia di mezzi corazzati e migliaia di uomini dell'esercito Russo così come ad est e a sud, questa notte è stato montato un palco sulla piazza Rossa ed in un comunicato il Cremlino ha invitato i giornalisti a restare a Mosca in attesa di "importanti" comunicazioni.

Sembrerebbe esagerato che per la presunta nascita di un figlio avuto da Alina Kabaeva (che sarebbe effettivamente avvenuta due settimane fa in Svizzera) Putin abbia mosso tutto questo can can, anzi l'evento in teoria dovrebbe essere al massimo silenziato in quanto viene spesso imputato ai politici russi che più odiano la "gayeuropa" di avere tutti i figli che studiano in Europa, di passarci le vacanze e di avere molti interessi economici. Strano che la Kabaeva non abbia deciso pertanto di mettere al mondo il nascituro in uno dei magnifici ospedali Russi.

In Ucraina si sta respirando una brutta aria, perché se da un lato c’è la speranza che il principale indiziato per i tanti morti di questa inutile guerra stia per abdicare (o sia stato spodestato), dall’altra c’è il pericolo che il potere venga preso da elementi ancora più oltranzisti che darebbero il via alla guerra aperta condotta probabilmente con metodi stile “Grozny” che comportano centinaia di migliaia di morti.

In fondo tutti sperano che sia uno dei tanti colpi di teatro che tanto piacciono allo zar di Mosca, inquadrato nella propaganda volta al culto della persona di cui Putin ne è schiavo.

Ciò che è certo è che tutto ciò che è iniziato qualche giorno fa come uno sberleffo di internet con hastag #putindead, satira sui poteri taumaturgici di Renzi che avrebbe detto “Vladimir stai sereno”, sta diventando una fonte di preoccupazione internazionale, una preoccupazione alimentata anche dal fatto che le transizioni in un paese a democrazia ridotta come la Russia possono avere dei risvolti preoccupanti.

Aspettiamo con ansia le comunicazioni di domenica 15 marzo. Stay Tuned !

 

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Articolo pubblicato il 15/03/2015