Il centro di Torino tra salami e artisti di strada

Da tempo ormai il centro è popolato da bancarelle e artisti di strada: pro e contro a confronto

Da quando Torino è diventata un po' più internazionale, grazie alle Olimpiadi invernali del 2006, il centro storico della città ha visto un incremento sia di turisti sia di spazi, solitamente adibiti al solo passeggio, "occupati" da artisti di strada e bancarelle, stand di ogni tipo.

Anche se non a livello di grandi città come Parigi e Londra, il capoluogo piemontese sembra diventare un "melting pot" di culture, manifestazioni di ogni tipo, negozi dall'insegna in lingua araba, voci, musiche di ogni parte del mondo, peruviane, musulmane, rumene, ...

Benché dinnanzi a tutto ciò spesso si possa restare turbati, attoniti, o quanto meno frastornati, è evidente che l'incontro di culture diverse tende a favorire la creatività, lo scambio intellettuale, la conoscenza dell'altro, e se pensiamo a quanto tutto ciò abbia condotto gli Stati Uniti a essere quella grande democrazia e culla di progresso e creatività che oggi conosciamo, è chiaro che i benefici posso essere molti, se ben gestiti e compresi.

Oggi, Torino pullula di turisti, manifestazioni, momenti di incontro culturale e, perché no, enogastronomico, a partire da eventi quali Eataly e Terra Madre, ma, ahimeè per molti, anche di continue bancarelle che serpeggiano per le piazze principali del centro quali Piazza Castello, Piazza San Carlo e Piazza Carignano.

Nelle ultime settimane, si è accesa una piccola polemica dal momento che la Giunta Fassino ha proposto da un lato di pedonalizzare definitivamente Via Roma e dall'altro di limitare il più possibile ogni tipo di manifestazione che porti in piazza bancarelle con salami e formaggi, come è stato ironicamente ribadito.

In effetti, chi viene a visitare il centro storico del capoluogo sabaudo, si aspetta sì una città aperta, dinamica, intraprendente dal punto di vista culturale, ma anche di poter assaporare, ad esempio, la bellezza delle curve architettoniche in stile barocco di Palazzo Carignano in un contesto in cui non figurino anche tendoni di bancarelle con appesi i prosciutti.

Il centro storico di un città come Torino deve anche preservare la propria bellezza barocca, l'austerità dei suoi palazzi, il restyling delle sue piazze e dei suoi monumenti. Per le manifestazioni ci dovranno pur essere altri spazi nel semicentro della città.

Ad ogni angolo, poi, si vedono sempre più spesso gli artisti di strada. Anche qui sono partite lamentele da chi abita in centro per i troppi decibel avvertiti soprattutto nelle ore serali e anche sulla chiusura al traffico di Via Roma, molti commercianti hanno alzato gli scudi temendo un calo degli affari.

Ogni cambiamento urbano genera sempre qualche polemica, perplessità, ma crediamo che oggi i torinesi siano contenti delle aree pedonali dove passeggiare senza essere disturbati dal traffico per ammirare la città e godersi un caffe in un dehor in una bella piazza.

Rispetto a qualche decennio fa, Torino ha perso diversi abitanti per via anche del traffico, dell'inquinamento. La bellezza dei centri storici delle città barocche, rinascimentali e medievali italiane risiede anche nei luoghi urbani che possono essere vissuti come un tempo, senza inquinamento e traffico, perché una passeggiata in centro a Torino non deve essere un momento di stress in cui si attua lo shopping compulsivo e poi si torna a casa: deve diventare un momento di svago durante il quale respirare l'aria, non quella insalubre dei tubi di scappamento, ma quella austera e accogliente di una capitale del gusto e della bellezza architettonica.






Marco Pinzuti


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Articolo pubblicato il 11/03/2015