Chiusura degli uffici postali: la protesta della gente

Presidio di protesta all’ufficio di via Ascoli 50, i cittadini in rivolta

Che l’ufficio postale di via Ascoli 50 sia di primaria importanza per i cittadini del basso San Donato lo dimostra con evidenza l’ampia partecipazione al presidio di protesta organizzato dal comitato spontaneo Regina Margherita – San Donato contro la chiusura della posta in questione. Una quarantina di persone si sono radunate per una protesta silenziosa, come recitava un cartello, avvertendo però che la prossima sarà rumorosa, come diceva un altro.

Poste Italiane ha deciso di procedere con la razionalizzazione degli uffici su tutto il territorio piemontese, chiudendone 20 nel pinerolese, 15 nel canavese, 24 nella provincia di Alessandria, 29 nell’astigiano, 8 nel cuneese, 10 fra Novara e Verbania e 6 a Torino città, con evidenti disagi per i cittadini che chiedono quindi di tenere conto del numero di persone che serve l’ufficio di via Ascoli.

Interviene anche la politica, primo fra tutti il consigliere regionale della Lega Nord Alessandro Benvenuto che il 3 febbraio ha presentato un’interrogazione in consiglio regionale per chiedere come la Regione Piemonte intenda ovviare al problema, evidenziando il fatto che i disagi riscontrabili in città sono da amplificare se si parla di piccoli paesi. Sempre i Regione il consigliere di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone ha presentato un ordine del giorno sull’argomento.

Il M5S aveva già preso posizione in Senato nel corso dell’approvazione della Legge di Stabilità 2014 e successivamente in Consiglio Regionale. Il Presidente Chiamparino ha, per il momento stoppato le iniziative dei partiti di opposizione, assicurando il Consiglio di voler intervenire espressamente nei confronti del Presidente delle Poste. Sino ad ora non é giunta notizie dell’incontro promesso o di cambiamenti d’indirizzo da parte della società. 

Giovedì 5 marzo alla manifestazione di protesta erano presenti il Presidente della Circoscrizione 4 Claudio Cerrato, i consiglieri di maggioranza Roberto Antonelli dei Moderati e Giuseppe Pavone dell’Italia dei Valori, i consiglieri di opposizione Walter Bartozzi dell’UDC e Alessandro Boffa di Fratelli d’Italia e il coordinatore dei Giovani Padani di Torino Carlo Emanuele Morando in rappresentanza della Lega Nord, il quale ha dichiarato che “bisogna smettere di considerare gli uffici postali come fonti di guadagno per Poste Italiane e bisogna invece entrare nell’ottica che si tratta di un servizio al cittadino e che quindi va garantito a prescindere”.

Il problema è molto grave perché l’ufficio di via Ascoli ha lo stesso numero di dipendenti di dieci anni fa, con la differenza che attualmente serve circa 10mila persone in più provenienti dai nuovi palazzi costruiti recentemente, è impensabile chiudere il servizio. Il comitato di cittadini sta anche portando avanti una raccolta firme da presentare in Comune per chiedere di bloccare la chiusura dell’ufficio.

Un problema di non facile soluzione che coinvolge ed interessa migliaia di persone che si sono attivate per cercare insieme di mantenere agibile questo servizio sul territorio, anche considerando il fatto che l’ufficio più vicino, quello di corso Regina Margherita, è già saturo di troppi cittadini e non riuscirebbe a sostenere l’arrivo di quelli che erano soliti recarsi in via Ascoli.

 

 

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Articolo pubblicato il 05/03/2015