Le tegole risucchiate da un aereo in atterraggio all’ aeroporto “Sandro Pertini” di Caselle Torinese

I continui segnali di un possibile disastro che si deve evitare

Il Tg 2 nazionale dell’ 1 marzo 2015 delle ore 20:30, tra le tante notizie, ne ha  segnalata una molto particolare e sorprendente.

Un aereo alle ore 9,30 dello stesso giorno, in fase di atterraggio sulla pista dell’ aeroporto “Sandro Pertini di Caselle Torinese, ha creato un vortice e risucchiato le tegole di uno stabile del centro storico in via Torino 30 - 34, situato sulla linea percorsa per questa procedura.

In pratica le tegole risucchiate sono cadute nella via sottostante e sulla piazzetta antistante il vecchio Municipio, in quel momento fortunatamente deserte, evitando possibili danni alle persone. 

Sottolineo il fatto  che nel caso di un flusso consistente di persone questo incidente avrebbe potuto comportare danni molto gravi, se non mortali.

L’intervento dei Carabinieri, dei Vigili Urbani e dei Vigili del Fuoco ha prontamente permesso di transennare la zona coinvolta e di effettuare una sommaria valutazione della dinamica degli eventi e dei danni.

Tuttavia la causa che ha provocato questo ennesimo incidente ha radici lontane e con il probabile incremento del traffico aereo, tenderà sempre di più ad assumere contorni preoccupanti.

Infatti l’abitato di Caselle Torinese è “tagliato” topograficamente per metà da una linea dello spazio aereo sovrastante che delimita la rotta per l’atterraggio e sovente anche per il decollo.

Pochissime Cittadine sono state, nel corso della loro recente storia, mutilate in modo così drastico per adeguarsi alle esigenze tecniche e di sicurezza di un aeroporto.

Infatti al campanile della chiesa di San Giovanni Evangelista ed a quello della chiesa di Santa Maria sono state demolite le “guglie” e su quanto resta del goffo restauro sono state collocate luci di segnalazione.

Come giustificare che gli ultimi isolati delle abitazioni civili non hanno una discontinuità con le strutture luminose di supporto e guida alla pista d’  atterraggio dell’ aeroporto stesso?

Inoltre la presenza di due stabilimenti dell’ Alenia Aeronautica comporta il conto negativo delle emissioni di rumori, di vibrazioni di notevole impatto, dovute al collaudo per le  prove in volo di prototipi, di velivoli civili e supersonici militari.

Da sempre i danni causati da questa presenza di forte impatto ambientale sono rilevanti: aziende agricole che hanno dovuto rinunciare a molte attività (es. l’ impossibilità d’ incubare le uova per l’ allevamento dei pulcini), il crollo improvviso del soffitto nell’ asilo infantile, lesioni alle strutture delle abitazioni del centro storico, un inquinamento atmosferico pesante e tutto da quantificare sull’abitato e sulla campagna circostante.

Contromisure adottate? Tante a parole, ma tutte con esito beffardamente nullo.

Manifestazioni, raccolta firme per class action, interventi della politica locale, denunce-esposti alla magistratura, interventi dei media, ecc., si sono dimostrati fatica e tempo sprecato.

Da registrare tuttavia un evento significativo: il trasferimento a suo tempo del magistrato competente ad altra sede, accompagnato dal simpatico ed esplicito messaggio secondo il quale non paga e forse non pagherà mai disturbare il clan dei “manovratori”.

In pratica il “Moloc” dell’arroganza, del potere decisionale fuori controllo democratico, agisce come un monarca assoluto verso i sudditi Casellesi, ormai declassati da normali cittadini a servi della gleba, sbeffeggiati e danneggiati.

Adesso la misura è colma e l’ attuale Sindaco pro-tempore di Caselle Torinese (Luca Baracco) ha preso pubblicamente l’ impegno di affrontare la problematica in questione, convocando le parti in causa (i vertici della Sagat),  anche per affrontare il problema dei legittimi rimborsi economici dei danni subiti e di un equo meccanismo che riconosca quelli futuri.

Chi scrive è nato a Caselle Torinese, ha vissuto per tanti anni in questo contesto ed è proprietario dell’ abitazione confinante con lo stabile coinvolto nell’ incidente di cui sopra. Da tempo subisce questi continui danni, consapevole che esiste una controparte che assume atteggiamenti sfuggenti da superare il confronto con la Sfinge d’ Egitto.

Personalmente ho il sospetto che, come avvenuto fino ad ora, ad un fiume di roboanti parole e di buone intenzioni, seguirà l’archiviazione di tutto nel dimenticatoio, confermando l’antico adagio che al danno, seguirà purtroppo anche la beffa.

Resta un terribile ed angoscioso problema di fondo che spero non possa mai avverarsi, ma che non si può escludere a priori.

Nell’ ipotesi sciagurata che un aereo  precipitasse sull’ abitato, causando un’ immane strage di persone e beni, come già avvenuto in passato nella periferia della suddetta Cittadina, non vorremmo più sentire il ripetersi di discorsi ipocriti di commemorazione e di lacrime di coccodrillo dai soliti cinici “potenti cialtroni” di turno.

La statistica dei disastri in ogni caso suggerisce che questa ipotesi drammatica è più realistica di quanto si possa immaginare.

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Articolo pubblicato il 05/03/2015