Vauro e la Disinformazione Russa
Marina Danilova

Il vignettista promette medicinali in cambio della realizzazione di un servizio di propaganda pro russa

Nel mio viaggio nel Donbass ho avuto il piacere di incontrare Marina Danilova. Nonostante la conoscessi da tempo e sia in contatto con lei non mi era mai capitato di discutere con lei di quanto successo pochi mesi prima (esattamente a dicembre) quando il Fatto Quotidiano aveva pubblicato un proprio reportage che riportava il viaggio di Vauro e Damiano Rizzi (direttore della Onlus Soleterre) a Sloviansk.

Non avevo mai parlato di questa cosa con lei in quanto avevo capito che era caduta in una trappola e conoscendo quanto lei si impegna come volontaria certo non le faceva piacere.

Mentre ci recavamo insieme a Mironovsk insieme al Comandante del battaglione Kulcinski ad un tratto lei ha cominciato a raccontare questa storia per far capire ai soldati quanto importante sia la nostra missione di raccontare la verità sul conflitto in Ucraina, una verità che in Italia viene spesso manipolata per interessi legati al business.

Marina era stata contattata da Vauro e da Rizzi che si erano presentati come sostenitori dell’Ucraina. Nonostante lei avesse capito che erano dei sostenitori dei terroristi del Donbass aveva accettato l’invito in quanto i nostri due “reporter” le avevano promesso un controvalore di 10.000 grivne in Celox. Per chi non lo sapesse il Celox è considerato un salvavita per i soldati feriti. Marina aveva pensato che salvare una vita in più ben valeva accompagnare in Sloviansk i due Italiani.

I due le avevano chiesto di visitare degli ospedali in quanto il Rizzi con la sua Associazione asseriva che avrebbe fatto arrivare aiuti. Marina rimase sorpresa del fatto che in realtà erano interessati a visitare solo l’ex ospedale psichiatrico ridotto ora in macerie. Aveva provato a spiegare che l’ospedale era stato evacuato prima dell’arrivo dei terroristi e che successivamente era diventato la santabarbara dei mercenari di Donetsk ma i due reporter insistevano sul fatto di volerlo visitare ugualmente.

Fu l’unica struttura che visitarono a Sloviansk e ovviamente il Celox non arrivò mai a Marina ne ad altri volontari della zona.

Nel video del Fatto Quotidiano si sente Marina spiegare come erano andate le cose ma i due reporter hanno fatto finta di niente dicendo che quando si bombarda un “ospedale” si è perso il senso della ragione e che c’era una chiara volontà di distruggere un “ospedale”

Come spesso capita le bugie hanno le gambe corte e prima o poi se ne deve rendere conto. Ognuno si può fare una propria opinione personale e va da se che il concetto di informazione varia da persona a persona, certo che questa pagina di informazione non rimarrà quale fulgido esempio né tantomeno concorrerà mai al premio Pulitzer.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 04/03/2015