Carmagnola (TO) - Foro Boario a rischio chiusura

La denuncia di operatori del mercato, Ascom, Cia e Confagricoltura

  Il Foro Boario di Carmagnola è uno dei più importanti del Piemonte, insieme a quello di Cuneo. Ogni settimana sul mercato di Carmagnola vengono trattati oltre 600 capi bovini, insieme a foraggi, paglie, altre derrate agroalimentari e macchine agricole. Il mercato rappresenta un punto di riferimento fondamentale non soltanto per gli operatori agricoli e commerciali, ma anche per le altre attività produttive, senza considerare le ricadute, in termini di attrattività turistico commerciale (lavoro di negozi, artigiani, pubblici esercizi, etc.).

Il progetto di riqualificazione dell’area mercatale predisposto dal Comune di Carmagnola, che trae i suoi finanziamenti, tra l’altro, dai PTI – Programmi Territoriali Integrati – e dai PRUSST - Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio – in una funzione di valorizzazione delle attività agricole, non incontrano il consenso del mondo agricolo e degli operatori di mercato. Il progetto, inoltre, non è mai stato discusso con le rappresentanze organizzate del mondo agricolo e degli operatori di mercato.

Il disagio è diffuso e commercianti e agricoltori hanno già raccolto oltre 250 firme per chiedere un ripensamento all’Amministrazione Comunale.

Gli addetti ai lavori affermano che la di riqualificazione, che di fatto ridimensiona fortemente l’area mercatale, renderebbe impossibile lo svolgimento delle attività per ciò che attiene all’agricoltura alla zootecnia e sono inoltre programmate in modo tale da prevedere una sospensione del mercato. È questo l’aspetto maggiormente preoccupante che ricorda cos'era già successo a Moncalieri una quindicina d’anni fa e cioè che quando un mercato blocca, seppur temporaneamente, l’attività, gli operatori sono costretti a spostarsi, decretando, di fatto, la definitiva chiusura del mercato.

Gli operatori commerciali e i rappresentanti del mondo agricolo  e degli allevatori (Comitato Operatori di Mercato, Ascom, Cia e Confagricoltura) chiedono perciò all’Amministrazione Comunale di riconsiderare il progetto di riqualificazione, tenendo conto delle esigenze delle imprese e, in un caso, di procedere con le opere per lotti, in modo da non sospendere, neanche per un giorno, l’attività di mercato. Si riservano inoltre di verificare la regolarità degli atti amministrativi adottati, per accertare che tutti i provvedimenti siano regolari.

Vittorio Ronco, rappresentante degli operatori del mercato, ha voluto sottolineare:

“Noi operatori crediamo che la chiusura del mercato per lavori, anche temporanea, significhi la sua morte certa perché ci sono già alla finestra molte realtà che vorrebbero portare l’esperienza di Carmagnola altrove. Chiediamo all’amministrazione di riaprire con urgenza il confronto sul  progetto”.

Gli ha fatto eco Giuseppe Lanfranco, vicepresidente Ascom Carmagnola, che ha aggiunto:

“Ci sentiamo assolutamente solidali con gli operatori del mercato nelle loro perplessità perché l’obiettivo di tutti deve essere difendere il mercato di Carmagnola e tutto l’indotto che genera ogni settimana. Ci impegneremo per favorire un incontro con l’amministrazione comunale e riaprire il dialogo”.

Franco Quattrocolo, agricoltore, ha insistito sui servizi complementari:

“Il mercato zootecnico porta con sé servizi e professionalità d’eccellenza in vari settori, rassegne di settore e un indotto che coinvolge tutta la città. Se l’amministrazione tentenna nel difendere questa specificità rischiamo di perdere tutto nello spazio di una notte, compresa la Fiera di Carmagnola. Il progetto di ristrutturazione di Piazza Italia presentato è molto diverso rispetto a quanto condiviso mesi fa e comprende l’introduzione sulla piazza di servizi del terziario che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura”.

Roberto Barbero, presidente provinciale Cia, ha aggiunto:

“Carmagnola è l’unico mercato bovino in provincia di Torino e uno dei più importanti del Piemonte. E’ un centro contrattazioni dove passano anche centinaia di agricoltori delle valli del Torinese per le proprie attività commerciali e non possiamo accettare che, con la chiusura delle contrattazioni, debbano spostarsi nel Cuneese per continuare a lavorare”.

Infine Paolo Dentis, presidente provinciale Confagricoltura, ha osservato:

“Cuneo, Vercelli e Carmagnola sono i tre grandi punti d’incontro settimanali per gli operatori agricoli del Piemonte. L’amministrazione cittadina dovrebbe riconsiderare l’operazione perché rischia di dilapidare un patrimonio immenso per ritrovarsi con una struttura riqualificata e inutile, com’è successo pochi anni fa a Moncalieri”.

 

 

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Articolo pubblicato il 28/02/2015