I profughi della guerra in Ucraina
Sviatogorsk

Uno dei fenomeni poco trattati, come quasi tutta la guerra Ucraina, sono gli sfollati ed i profughi di guerra

Le stime abbastanza precise sino ad oggi parlano di circa 1 milione e centomila profughi dei quali 800.000 hanno scelto di spostarsi nelle regioni dell’ovest controllate dall’esercito Ucraino mentre solo 300.000 degli sfollati del Donbass hanno deciso di prendere la strada della Russia.

Questo dato non spiega la teoria per la quale gli abitanti del Donbass siano compattamente filo russi, in questo caso dovremmo avere delle percentuali esattamente capovolte dove la “minoranza Ucraina” scappa dalle zone controllate dai terroristi e si rifugia verso le piu’ sicure regioni dell’Ovest.

In realta’ non e’ neanche vero che tutti coloro che si rifugiano ad Ovest siano supporter dell’attuale Presidente Poroshenko, anzi alcuni di loro ne sono acerrimi nemici. Visitando il centro profughi di Sviatogorsk si comprende pienamente questa contraddizione.

Il centro e’ situato a pochi km dal Monastero di Sviatogorsk, Monastero sostenuto con finanziamenti dall’ex Presidente Yanukovich e dall’oligarca Rinat Akhmetov, legato alla Chiesa di Mosca ed ostile al Governo. Il centro e’ una ex stazione turistica Sovietica, un cosidetto sanatorio,  posto in una posizione incantevole e nonostante la vetustita’  ancora in buono stato di manutenzione.

Qui le persone sono mantenute dal Governo centrale che provvede per la maggior parte delle necessita’, dove non arriva il Governo arrivano le organizzazioni di volontari che provedono alle varie richieste.

C’e’ un’area giochi per i bambini all’esterno, piu’ una zona per il barbecue. E’ una struttura di quattro piani e contiene attualmente 320 persone. Ogni nucleo familiare ha una propria stanza e vi sono delle aree comuni per i giochi bimbi o la sala TV. In tutta la struttura e’ presente il WiFi.

Appena arriviamo veniamo accerchiati da giovani donne la cui richiesta principale sono i “Pampers”, sembra infatti che nonostante la difficile situazione in cui si trovano si rifiutino di utilizzare pannolini alla “vecchia maniera” (per intenderci quelli che usava mia mamma con me e che potevano essere riutilizzati previo lavaggio).

Le persone provenienti dalle zone colpite dal conflitto non sono un monolite ideologico compatto, ma coesistono diverse anime. Ci sono coloro che ringraziano per essere sfuggiti al nuovo corso della DNR, ma ci sono anche coloro che organizzano un barbecue in onore della giornata delle forze armate Sovietiche, sono i cosidetti “pro russi”. Hanno nei nostri confronti un atteggiamento aggressivo, sono schivi ed evitano di rispondere a qualsiasi domanda.

La domanda infatti che chiunque si pone e’ il perche’ uomini giovani e di mezza eta’ che dimostrano di odiare l’Ucraina e di amare la Russia, non abbiano deciso di rimanere in una citta’ come Donestk controllata dai Russi e dove attualmente non vi sono problemi. Le risposte possono essere differenti, c’e’ chi dice che siano vigliacchi, chi opportunisti, ma vi puo’ essere anche un’altra spiegazione che e’ quella che vengano utilizzati come bombe politiche all’interno di un sistema fragile come quello Ucraino.

La loro presenza infatti sta indisponendo molte comunita’ Ucraine, queste comunita’ hanno dapprima accolto e coccolato i profughi, in quanto persone sfuggite da territori controllati dai terroristi, mentre ora cominciano ad essere visti come un elemento turbativo della convivenza civile. Per fare un esempio pratico, nessuno capisce come puo’ una persona scappare da Donetsk e riparare in altre regioni, ricevere le sovvenzioni dello Stato Ucraino e contemporaneamente dichiarare di essere contento quando vede i soldati Ucraini uccisi dai terroristi.

E’ facile intuire che la mamma di un ragazzo di Ternopil che combatte nel Donbass per difendere l’Ucraina non veda di buon occhio il rifugiato di Donetsk nella sua citta’ che pur non lavorando ha una casa, un sostentamento, non rischia la vita al fronte e nello stesso tempo tifa per coloro che vorrebbero ammazzare suo figlio. Questo elemento potrebbe innescare delle tensioni sociali in tutto il territorio Ucraino ed alimentare delle divisioni che sinora sono state prospettate solo dalla propaganda Russa ma che in realta’ non si sono mai verificate.

A queste persone ho fatto una semplice domanda “perche siete scappati da Donetsk ed invece non siete rimasti a combattere e difendere la vostra idea ?” La risposta e’ stata un dito medio di fronte la telecamera per poi allontanarsi velocemente. Sicuramente e’ molto piu’ Sovietico passare le giornate senza far nulla con una bottiglia di vodka che non rischiare la vita al fronte, e’ molto meglio ricevere sovvenzioni e pensione dall’odiato Stato Ucraino che rimanere in una fantomatica Repubblica di cui ancora nessuno ha capito di come si potrebbe sostentare. Praticamente (per fare un parallelo azzardato) si sta ricreando lo schema che e’ perdurato in Italia per decenni dove vi erano cittadini che richiedevano l’assistenza dello Stato ma non erano disposti a rispettarne le leggi.

Gli Ucraini spazientiti da queste situazioni hanno coniato una frase che ricorda molto quella del Leghista Prosperini di qualche anno fa, dicono “Chemodan, Voksal, Russia” cioe’ “Valigia, Stazione, Russia” per indicare che se non ti piace un sistema sei libero di andare a vivere nel sistema che ritieni migliore.

In conclusione si puo’ dire che nemmeno gli Ucraini del Donbass, quelli definiti da tutti i media nazionali Italiani come “pro russi” credono nella fantomatica DNR e preferiscono le “sicure” sovvenzioni del Governo Ucraino pur sputando nel piatto in cui mangiano. Questo e’ un difficile compito per la classe dirigente Ucraina che dovrebbe cercare di recuperare culturalmente questa fascia di popolazione senza pero’ alimentare divisioni con la parte piu’progredita e gia’ allineata con i principi democratici Europei.

Infine c’e’ da sottolineare un grande fraintendimento che sta emergendo e cioe’ che le persone anziane legate al modello Sovietico credono che con la Russia si tornera’ al sistema delle tessere che garantivano la sopravvivenza (ma niente di piu’) a tutti, senza accorgersi invece che negli ultimi venti anni la Russia e’ cambiata moltissimo e ha sviluppato un modello capitalista feroce dove lo stato sociale viene continuamente tagliato a favore delle spese per la Difesa e per favorire i grandi oligarchi.

Il gioco di Putin di lavorare su due binari paralleli quali quello di facciata della nostalgia del Comunismo e quello pratico di assicurare privilegi enormi al suo cerchio magico, potrebbe rivelarsi nei prossimi anni un boomerang dalle conseguenze imprevedibili.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/02/2015