Chiamparino, ultimo atto?

Placido: ora la questione morale è del PD; i partiti di opposizione invitano Chiamparino alle dimissioni

Si apre una settimana problematica per Sergio Chiamparino. Dopo la raffica di situazioni riprovevoli che direttamente o non presentano risvolti penali, con l’intervento della Procura della Repubblica (GrattaFuksas, denuncia pubblica di Soria in Tribunale per le mance elargite ed incassate da Chiamparino, decisione del Tar Piemonte per la prosecuzione della causa sulle presunte firme false), molte reazioni si riversano direttamente su di lui.

Sul piano processuale continuano in Procura gli interrogatori degli 11 esponenti del PD, sottoscrittori e falsificatori dei verbali di raccolta delle firme  a loro volta falsificati. Si attende la terza udienza del Tar, fissata il 9 luglio che dovrebbe raccoglierà i risultati dell’inchiesta penale per la prosecuzione del processo.

Patrizia Borgarello, la principale artefice della denuncia del malfatto che ha portato all’apertura della causa dinanzi al Tar ci dichiara la sua “ serenità e convinzione, con particolare riferimento ai comportamenti messi in essere dal PD e dai suoi esponenti che non si collocano certamente tra gli esempi più luminosi e coerenti a sostegno dell’esercizio democratico del voto”.

Nel Partito Democratico, dopo l’immediato e scontato teatrino finalizzato a scaricare ogni responsabilità sugli addetti ai lavori, per salvare i manovratori, la minoranza ha ottenuto la convocazione della direzione, per lunedì pomeriggio, con l’assenza strategica di Chiamparino che si riserva così l’ultima mossa, pur avendo dichiarato che, in solido con Davide Gariglio, aveva disposto la raccolta delle firme a sostegno della sua candidatura.

Dopo il senatore Esposito, è Roberto  Placido a parlare espressamente di questione morale e a sollevare il velo sui diversi fronti che, oltre alle modalità con le quali si è decisa e gestita la raccolta delle firme, in previsione delle ultime elezioni regionali, comprende i tesseramenti cammellati, il caso Soria e il nuovo filone di Rimborsopoli sugli ultimi anni della Bresso.

 Non passerà certo sottotono l’ultima perla avvenuta alla Circoscrizione 5, sotto la Presidenza di Paola Bragantini, PD. Ben 5 assessorini del suo partito, sono indagati per aver riscosso gettoni di presenza indebiti per riunioni di Giunta mai avvenute.

 Il menù del disagio, o meglio della questione morale all’interno del PD, è corposo e potrebbe presto arricchirsi di nuove sfaccettature. Gariglio è riuscito, per il momento, a tenere uniti i Renziani che sono a loro volta portatori d’interessi specifici e a volte contrapposti. Prevale, di misura, la tesi del restare unti per colpire meglio e parare i colpi, ma il futuro resta aperto e ricco di incognite.

 La decisione del Tar ha, ovviamente, smosso gli esponenti della giunta del centrosinistra in consiglio regionale e, manco a dirlo, dell'opposizione che marcia dritto sulla questione chiedendo le dimissioni di Chiamparino.

Non sono soltanto le vicende giudiziarie, ma l’inettitudine di questa Giunta a sciogliere ogni remora. Chiamparino si è solamente distinto per aumentare le tasse in modo sollecito e a varare un riordino pasticciato delle attività ospedaliere, che continua a scatenare polemiche dentro e fuori alla maggioranza ed è tutt’ora in standby. Per il resto si procede con un’ordinaria amministrazione che non scalfisce le anomalie ed i centri di potere in precedenza sempre stigmatizzati dal PD, con campagne moralistiche.

''Di fatto la legislatura è finita, dichiara Gianna Gancia, Presidente della Lega nord Piemonte capogruppo del Carroccio al Consiglio Regionale, il Presidente Chiamparino farebbe bene a togliersi dalla mischia, senza trascinare oltre le cose. Del resto fu proprio lui a dire che non si sarebbe fatto friggere sulla questione delle firme false. I fatti sono chiari, non facciamo perdere altro tempo alla magistratura, che del resto non potrà far altro che arrivare all’epilogo già visto nella passata legislatura''. 

 “La pronuncia del Tar avvenuta oggi, credo renda evidente che il ricorso sulle firme false, raccolte dal centrosinistra, era fondato e non una questione puramente mediatica - afferma il capogruppo di Forza Italia Gilberto Pichetto -. Questo primo passaggio chiarisce definitivamente che la campagna elettorale condotta dal centrosinistra alle ultime regionali all’insegna della trasparenza e legalità in realtà è stata un mero atto di arrogante opportunismo”.

Analoga, decisa presa di posizione è stata assunta anche dal M5S.

In questa situazione, perlomeno imbarazzante, il serafico Chiamparino spiega che” continuerà a lavorare con assoluta tranquillità”.

Scende in campo anche Roberto Cota, segretario nazionale della Lega Nord  Piemonte. Nei mesi scorsi aveva lasciato in dignitosa solitudine, e si mormora anche osteggiato, l’avvio della raccolta della documentazione per la denuncia in sede penale e dinanzi alla giustizia amministrativa, promossa da Mario Borghezio e Patrizia Borgarello, per le irregolarità nella raccolta delle firme da parte del PD, alle ultime elezioni regionali. Oggi invece prende la rincorsa e dichiara:

 “Chiamparino non può restare! Organizzeremo una grande manifestazione #‎chiamparinoacasa aperta a tutti i Piemontesi che non si riconoscono nel governo della sinistra, Basta con l’ipocrisia e i falsi miti della sinistra. La manifestazione pubblica dovrà tenersi il 28 marzo, confidando con la conclusione dell’indagine della Procura, entro tale data”.

 Fratelli d’Italia ha già dato la sua adesione, per bocca di Maurizio Marrone. Forza Italia, tramite Gilberto Pichetto si è detta d’accordo, ma per l’assenso ufficiale dovrà riunire gli organi dirigenti del partito.

Un No deciso invece arriva da parte di Enrico Costa, già impigliato come Ncd nel sostegno del governo Renzi.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 24/02/2015