Pianeta Toro - Cinquina mancata
Il vecchio cuore granata (Foto LAPRESSE)

L'Opinione - A cura di Francesco Venchi

E’ il Toro che non t’aspetti quello che domenica scorsa ha pareggiato 1 - 1 contro il Cagliari. Reduce da quattro vittorie consecutive e da nove risultati utili consecutivi, ci si aspettava un Torino arrembante, pronto a schiacciare i sardi nella loro metà campo, per portare a casa il quinto successo consecutivo che avrebbe consentito, ai colori granata, di eguagliare un altro record, quello conseguito 38 anni fa.

E invece, il Toro di domenica scorsa è apparso un po’ pasticcione, poco determinato e concentrato, che si è reso veramente pericoloso in due occasioni. A dire il vero non è facile capire se il mancato vantaggio granata sia stato dovuto a due super parate del portiere cagliaritano Brkic o alla poca precisione di Darmian e Quagliarella.

Fatto sta che i nostri attaccanti avevano le polveri bagnate e anche in difesa c’è stato qualche svarione, che avrebbe potuto costare una sconfitta. Invece, il vantaggio del Cagliari, conseguito a seguito di un’efficace azione conclusa da un bel tiro di Donsah, il migliore dei suoi, è durata meno di un minuto, perché El Kaddouri è stato rapido a controllare e a calciare in rete una palla messa in area da Bruno Peres, il migliore del Toro.

In ogni caso, il pareggio di domenica ha consentito ai granata di portare a casa il decimo risultato utile consecutivo, e di muovere ancora la classifica. Si è avuta l’impressione che la causa della prova un po’ sottotono del Toro sia da ascrivere all’imminente sfida di Europa League contro il Bilbao.

Peccato che non faccia parte della partita Bruno Peres, che si sta confermando validissimo interprete della fascia destra; contro il Cagliari ha giocato una quantità straordinaria di palloni e ha messo in seria difficoltà il suo diretto avversario Avelar. 

Confidiamo che Mister Ventura, che lunedì sera è stato insignito a Montecatini Terme del premio Maestrelli, possa proporre in campo, giovedì sera, la formazione migliore, recuperando quei giocatori tipo Farnerud, importanti nell’economia del gioco.

Vorremmo veramente che il mondo del calcio si affrancasse, una volta per tutte, da tutte quelle meschinità che tradiscono lo sport e ne offuscano l’immagine. Sembra, però, un’utopia, considerato che ormai è il business che la fa da padrone, alla faccia di tutti i buoni propositi sbandierati, ma molto spesso vanificati.

    

 

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Articolo pubblicato il 18/02/2015