"Il caso Sindone non è chiuso"

Massimo Boccaletti ha parlato del “Caso Sindone” e suoi ultimi sviluppi, alla vigilia dell’Ostensione del 2015

A Torino, giovedì scorso, presso il Caffè Giardino in piazza Zara, Massimo Boccaletti, giornalista, cronista, autore di vari volumi, ha presentato, con passione, il libro “Il caso Sindone non è chiuso”, scritto in collaborazione con Bruno Barberis, edito dal Gruppo San Paolo – Famiglia Cristiana nel 2010 e giunto alla sua seconda edizione.

Questa presentazione del libro di Boccaletti e Barberis, come ha ricordato il poeta torinese Donato Ladik che ha condotto l’incontro, rappresenta il “numero zero” di una serie di futuri pomeriggi letterari, organizzati dall’associazione torinese “Poesia Attiva”, per portare alla ribalta autori meno noti.

Era presente il presidente di “Poesia Attiva”, Bruno Labate, che ha portato ai partecipanti il saluto dell’associazione.

Boccaletti ha esordito spiegando che il titolo del libro, decisamente giornalistico, è nato a suo tempo dalla constatazione che domande e interrogativi al riguardo della Sindone non hanno trovato adeguate risposte con le risultanze dell’esame del Carbonio 14 eseguito nel 1988.

Al momento attuale, alla vigilia della seconda Ostensione del XXI secolo, nell’Italia, paese dei misteri e dei casi non ancora risolti, il libro trova ancora le motivazioni per una sua riproposizione.

Non sono state, infatti, ancora fornite adeguate e convincenti risposte ad alcune domande fondamentali: chi è l’individuo crocefisso? Come si è formata la Sindone? È opera di mano umana oppure no?

Non bisogna lasciarsi sedurre da sirene massmediatiche: professori che “sparano”, dalla Russia o dagli Stati Uniti, la notizia di spiegazioni definitive. Sono affermazioni improbabili, che nascono da giornalisti in cerca di scoop e da scienziati in cerca di visibilità.

Il coautore Bruno Barberis direttore del Centro internazionale di studi sindonologici, ha ricordato Boccaletti, è uno scienziato, e offre garanzie alla scientificità del libro che mantiene quindi tutta la sua attualità.

Si impegnano notevoli risorse per l’indagine dei misteri dell’universo – ha notato Boccaletti – e questo è lodevole ma, forse, non è adeguato l’impegno profuso per la Sindone, un mistero di casa nostra, che coinvolge tutti e non solo coloro che con qualche ironia sono detti “crociati”, perché la risposta a certi misteri interessa tutti.

Premesso che i due Autori si definiscono credenti, Boccaletti ha precisato che hanno messo da parte questa loro posizione, per affrontare il mistero del punto di vista scientifico.

L’interrogativo, intrigante anche per l’uomo comune, parte dalla constatazione che il cadavere non appaia decomposto; si desta poi tutta una serie di altri interrogativi, soprattutto sul come l’immagine si sia formata.

Stimolato dalle ponderate domande di Donato Ladik, Boccaletti ha poi parlato della Confraternita del SS. Sudario di Torino, della travagliata prova del Carbonio 14 del 1988 e ha ironizzato sulle ipotesi che evocano Leonardo come autore della Sindone, definendolo non come Leonardo da Vinci ma Leonardo di Lirey.

Boccaletti ha concluso evidenziando la grande suggestione del volto dell’uomo della Sindone – che volutamente non ha mai chiamato Gesù – suggestione molto ben percepibile anche se il corpo mostra gli indubbi segni della terribile pena di morte subita. Non a caso la Sindone è stata definita come il quinto Vangelo, perché riassume i tormenti della Passione di Gesù in coerenza con i quattro Vangeli.

L’appassionata presentazione del libro “Il caso Sindone non è chiuso” fatta da Boccaletti, pur nella dichiarata posizione di credenti dei due Autori, ha confermato che il mistero dal punto di vista scientifico resta aperto, apertissimo e che rimarrà tale finché non si daranno risposte obiettive e condivise. 

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Articolo pubblicato il 16/02/2015