Torino - La Guardia di Finanza indaga al Museo del Risorgimento

I vertici di “ Italia 150 “ sono sotto il mirino della G.d.F.

La Guardia di Finanza, a Torino, ha effettuato perquisizioni negli uffici del Museo nazionale del Risorgimento e in altre aziende esterne ma ad esso collegate . L’inchiesta  verte su gare d’appalto e forniture di materiali relativi  alle celebrazioni di Italia 150 .  Il pm Andrea Padalino intende procedere  per peculato e turbativa in pubbliche forniture.

Nel nostro paese ormai queste inchieste sono all' ordine del giorno , anche a Torino dove fino ad adesso non erano scoppiati grossi scandali , nemmeno in occasione delle Olimpiadi 2006 , diversamente da  ciò che è successo  in altre città , dove  alcuni dirigenti  della P.A. e  diversi politici  hanno approfittato a man bassa di ogni occasione favorevole per compiere  malversazioni a cui  possono essere  soggette sia le gare per  opere pubbliche o  le manifestazioni importanti .

 I finanzieri del nucleo di polizia tributaria stanno approfondendo  quanto successo con le gare d’appalto per la ristrutturazione  degli impianti elettrici del museo ( dove sembra  che sia stato effettuato un cambio di preventivi per pilotare gara) , ed anche per  la fornitura di bandiere e altri materiali  in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’ Unità d’Italia.

Gli accertamenti riguardano tutti gli esborsi effettuati dal Museo per quanto riguarda  rimborsi spese, premi e incentivi ( sembra prelevati dai fondi per il funzionamento del museo) ai dipendenti,  ed altre somme prelevate dai vertici dell’ente a vario titolo. 

Le perquisizioni hanno riguardato alcune aziende fornitrici ed anche  la sede della Compagnia di San Paolo che ha finanziato  alcuni progetti  del Museo . La Compagnia di San Paolo quindi si è  ritenuta parte lesa. Gli indagati sono : il presidente Umberto Giuseppe Levra, il direttore Roberto Sandri Giachino e la segretaria amministrativa.

 Un’impiegata del Museo avrebbe segnalato presunte irregolarità alle autorità , e da qui è partita l' inchiesta.  L'  ex segretaria del direttore  è stata allontanata   ed è  in causa di lavoro perché non si sarebbe prestata ad avvallare procedure a suo dire illecite.

 Sotto il mirino  di inquirenti e investigatori ci sarebbero non solo le forniture di drappi e bandiere – avvenute attraverso una ditta “filtro” (la “Magicart”) per ovviare alle carenze della documentazione dell’azienda abituale (la “Unamycron”) – ma anche  le procedure  con  le quali  il presidente e  il direttore del Museo  percepivano gli emolumenti.  Poiché l’incarico del professor Levra è a titolo gratuito, questo fatto ha ulteriormente insospettito gli inquirenti .

 Con la chiusura  delle celebrazioni il Presidente avrebbe percepito una somma “Una  tantum “ di 100mila euro, mentre il direttore Sandri Giachino si sarebbe visto  riconoscere lo stipendio praticamente raddoppiato ,  con altri 73mila euro .

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 15/02/2015