Libertà di stampa : L' Italia arretra al 73esimo posto

Un nuovo record negativo per il nostro Paese, per la libertà di stampa siamo dietro la Mongolia ed il Burkina Faso

Arretra di 24 posti la nostra posizione in questa posizione stilata da Reporter Senza Frontiere .

Aumentano intimidazioni mafiose e pressioni politiche ai danni dei giornalisti italiani

Meglio di noi Germania, Svezia, Canada ma anche Haiti, Senegal, Burkina Faso e Papua Nuova Guinea. È impietosa la fotografia di Reporter Senza Frontiere (Rsf) che come ogni anno stila una classifica della libertà di stampa nel mondo.

L’elenco è redatto in base a criteri come l’indipendenza e il pluralismo dei media, il contesto legislativo che regola il giornalismo e il numero di abusie aggressioni ai danni della stampa registrati in un determinato Paese. Dal 2007, anno in cui l’Italia ha ottenuto il suo miglior piazzamento (era 35esima), è iniziata una parabola discendente che ci ha fatti posizionare 73esimi nel 2015. Inoltre, in un solo anno il Bel Paese ha perso 24 posizioni, era 49esimo nel 2014.

43 aggressioni fisiche, 7 casi di incendi dolosi a automobili e case e l‘aumento di cause di diffamazione ingiustificate a scopo intimidatorio (129 in un solo anno, specialmente da parte di figure pubbliche). Sono questi i dati che hanno fatto precipitare la qualità della libertà di stampa in Italia. Uno smacco per un Paese come il nostro che si ritiene paladino delle libertà civili.

Si piazzano sul podio i Paesi scandinavi: Finlandia, Norvegia e Danimarca. Agli ultimi posti Siria, Turkmenistan e Korea del Nord. Maglia nera all’Eritrea che si conferma il peggior nemico della libertà di parola per il secondo anno consecutivo. Anche considerando solo l’Europa e i Balcani ben 32 Stati (tra cui Germania, Francia e Spagna) ci superano. Peggio di noi solo in 7 (Cipro, Albania, Kosovo, Grecia, Bulgaria, Montenegro e Macedonia).

Ma se il nostro Paese si è piazzato male, non è migliore la situazione nel resto del mondo. Secondo i ricercatori di Rsf il peggioramento della libertà di stampa a livello globale è incontestabile. Quest’anno due Stati su tre hanno ottenuto un risultato peggiore rispetto all’anno scorso. L’indicatore globale annuale, che misura il livello delle violazioni della libertà di informazione, è arrivato a 3719 punti, quasi l’8% in più rispetto al 2014.

In controtendenza Paesi come Messico, Nepal, Tunisia e Mongolia. Quest’ultimo Paese, grazie alla nuova legislazione che regola l’accesso all’informazione, fa registrare il più alto miglioramento rispetto all’anno precedente riuscendo a risalire ben 34 posizioni piazzandosi al 54esimo posto.

Questa classifica ancora una volta testimonia che negli ultimi anni in Italia anche la libertà di espressione è sempre più sotto minaccia , e che ci stiamo avvicinando a pericolosi livelli di arretratezza che fino a non molto tempo fa consideravamo tipici di alcuni Paesi del Terzo Mondo , come il Senegal che ci ha sopravanzato .

Ma non solo , se si intrecciano i dati della corruzione , mafia, malaburocrazia e degli scandali all' interno alla Pubblica Amministrazione riguardanti appalti e disfunzioni nella gestione pubblica con questi ultimi dati  sulla stampa , la nostra credibilità internazionale ne risulta gravemente danneggiata .

Ancora una volta, in Italia non si tratta di cambiare governo o composizione parlamentare, la vera sfida è quella di cambiare mentalità .

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Articolo pubblicato il 13/02/2015