Torino come Houston, una intera missione spaziale vissuta l’11 febbraio dall’inizio alla fine

Battesimo dello spazio per l’ IXV Intermediate eXperimental Vehicle

Un imponente schieramento di forze di sicurezza, Carabinieri, Polizia e Vigili urbani, ci ha accolti davanti all’ingresso di Altec nel complesso Thales Alenia Space di Torino, dove oggi assisteremo ad un evento di livello internazionale di enorme importanza, non solo per l’Italia e la Francia che sono i due attori principali, dove l’Italia finanzia il progetto per il 40%, ma per l’intero settore della ricerca spaziale Europea.

Si tratta della sperimentazione, soprattutto dal punto di vista del rientro nell’atmosfera terrestre dell’IXV, un nuovo veicolo spaziale di produzione italo francese, la cui missione verificherà la capacità di compiere un  rientro atmosferico controllato da orbita terrestre bassa: un passo importante per lo sviluppo delle competenza europee nell’ambito dei veicoli di rientro riutilizzabili, ma pure una tappa intermedia verso il raggiungimento di obiettivi più ambiziosi dal punto di vista tecnico e programmatico.

Una doppia premier, visto che a metterlo in orbita è il lanciatore europeo VEGA, di grande matrice italiana, che per la prima volta avrà un carico di quasi 2 tonnellate.

Il IXV si presenta con una forma conica non convenzionale, di tipo lifting-body, caratterizzato da controllabilità e manovrabilità, con una lunghezza di 5 metri, altezza 1,5 metri e 2,2 metri di larghezza.

Il lancio avviene dal poligono europeo di Kourou in Gujana e il centro controllo missione è collegato , non a caso, con il centro controllo all’interno di Altec che rimanda tutti i dati e i video sui grandi schermi dell’auditorium, dove sono presenti oltre 500 persone, con tutti i maggiori esperti e rappresentanti delle istituzioni aerospaziali nazionali ed europee.

Non a caso, perché l’Italia è stata la terza nazione ad occuparsi del settore spaziale nel 1964 con il progetto San Marco dopo le prime operazioni in questa area di URSS e USA e Torino è un  centro di eccellenza mondiale per le attività scientifiche spaziali.

Il rientro nell’atmosfera si concluderà circa 90 minuti dopo il lancio con uno Splash down nell’Oceano Pacifico, dove un rimorchiatore oceanico della storica società livornese “Fratelli Neri” provvederà al recupero.

Grande emozione nella sala quando iniziano gli ultimi 10 secondi del countdown  che culminano in una possente fiammata lanciando VEGA dentro le nuvole.

Tutti i parametri sono regolari, i 3 distacchi successivi degli stadi sono perfetti, la salita in orbita costante; durante la successiva discesa nell’atmosfera i 300 sensori a bordo, che verranno elaborati nei due mesi successivi ci diranno cosa realmente avviene durante il rientro, al fine di migliorare i sistemi di progettazione.

Dopo un corretto splash down, a 90 minuti dal decollo, il IXV viene recuperato e portato a bordo della nostra nave.

Il ministro per l’istruzione, università e ricerca  Stefania Giannini, insieme alla sua omologa francese Geneviève Fioraso ha rilevato come l’evento di oggi, che possiamo definire storico, dimostra il grande passo avanti della politica spaziale europea in cui Italia e Francia sono protagoniste assolute.

Sono diciassette anni, dal 1998 che non si assisteva  ad un lancio di questa importanza, e l’onore è raddoppiato perché in questo caso la leadership è italiana in quanto questo dimostratore è stato elaborato principalmente da Alenia Space Italy.

Il successo è dovuto anche grazie a investimenti e decisioni politiche finalmente congiunte, una linea obbligata da seguire per il futuro della ricerca in Europa.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 12/02/2015