Sanremo 2015 #icontinontornano

Cattiverie sparse sulla prima serata del programma che tutti criticano ma che tutti guardano.

Un solo grido si alza dagli Appennini alle Ande e dal Manzanarre al Reno: #aridatecetotocutugno.

Questo è praticamente il riassunto di quanto ho potuto constatare ieri sera, in “diretta social”, leggendo i commenti twittati e condivisi da amici musicisti, colleghi giornalisti, addetti ai lavori e telespettatori in genere.

L’attesa per il Festival targato Carlo Conti era spasmodica e palpabile, ma il risultato non è stato pari alle previsioni: in una parola #icontinontornano.

A cominciare dal presentatore stesso, troppo lampadato e troppo  preoccupato di fare bella figura, col microfono a volume più alto rispetto agli altri, e non so se volutamente o per errore dei fonici.

Proseguendo con le vallette: due cantanti di professione, per nulla a proprio agio col “gobbo” e con i tacchi a spillo ed una terza che è riuscita, nella migliore tradizione sanremese, a storpiare tutto il possibile.

Degno di nota il fatto che Emma, per tutta la serata,  sia riuscita a non pronunciare il fatidico “minchia”, che regolarmente regala al pubblico durante i concerti, ma la kermesse è appena all’inizio e ho buone speranze.

Le canzoni in gara: produzioni platinette…ooops…platinate in perfetto stile Modà, stile purtroppo imperante da qualche edizione a questa parte, che ci fanno rimpiangere i mitici brani di “Pallavicini-Conte” e “Pace-Panzeri-Pilat”.

Canzoni che naturalmente sono solo ed esclusivamente un corollario, un riempitivo, tra spot pubblicitari, ospiti, super ospiti, comici, eccetera eccetera: a mente fredda, non ricordo un refrain, un ritornello e non so se questo sia un buon segno.

I concorrenti: #stendiamounvelopietoso: praticamente un greatest hits dei vari “talent” che spopolano in TV, condito di schitarrate fuori tempo, stonature varie, canzoni senza arte né parte, fratelli d’arte ed apparecchi odontoiatrici che andrebbero usati di più e meglio.

Qualche professionista serio ci sarebbe pure stato, ma uno in particolare, ha proposto una canzone “difficile”, sicuramente da riascoltare, ma con l’intro troppo simile ad una certa “China girl” di un certo David Bowie.

Di Grazia Di Michele e dell’ex-Platinette non parlo, perché cadrei nel politicamente scorretto.

Di Al Bano & Romina Power, ospiti relativi al nuovo che avanza, ho notato il calore reciproco che si sono regalati a vicenda, davvero commovente, ...stesso feeling che c'è tra me e la mia ex moglie.

E #stendiamounvelopietoso anche sulla famiglia Anania: la citazione dello Spirito Santo e il numero di figli concepiti avranno fatto sicuramente felice il nostro amato Pontefice, che proprio qualche settimana fa predicava sul non “prolificare come conigli”…ospitata decisamente azzeccata (e fa pure rima)…complimenti agli autori.

Unica nota davvero positiva, Tiziano Ferro: un medley da paura ed una performance davvero di spessore, per un artista in continua crescita.

Ma degli ospiti italiani e stranieri, di come vedo e ne vedrei il coinvolgimento, parlerò in un prossimo articolo.

Unica nota davvero negativa, e per fortuna andata in onda dopo mezzanotte, “Il carrozzone” di Renato Zero, con relativa carrellata video sulle stimatissime e rimpiante voci di quando Sanremo ERA Sanremo: a parte la scoppiazzatura dell'idea, brevetto di Renato nei suoi concerti, ammessa anche da Conti, il brano è stato cantato dalle vallette. Commento personale??? ...Sicuramente non avrà fatto la felicità dei sorcini e delle sorcine all’ascolto.

Chiudo qui, per oggi, con un ringraziamento al mio Direttore, Massimo Calleri, che ieri mattina, molto prima dello spettacolo, mi ha suggerito l’hashtag #icontinontornano.

Si è rivelato un buon profeta.

A domani per altre cattiverie.

Stay always tuned!!!

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Articolo pubblicato il 11/02/2015