Il 9/2/2015, presso l'Unione Industriale di Torino, via Vela 17, In collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti Piemonte, si è tenuta una conferenza sull'Islam della sociologa ed antropologa tunisina Lilia Zaouali
Si ricorda con piacere di quando studiava a Torino Lilia Zaouali , e parlando un buon italiano con un leggero accento francese , ha sviscerato per circa due ore il tema “ Capire l' Islam e la tragedia di Parigi “ .
Adesso vive tra Roma e Tunisi ma torna molto spesso nella capitale francese , dove aveva una abitazione vicinissima al luogo della tragedia di Parigi dello scorso gennaio. Il suo tempo durante la conferenza però lo ha dedicato per la massima parte a tratteggiare il clima che si respira nella sua Tunisia , che ovviamente conosce molto bene e a cui è molto legata .
In Tunisia la popolazione ha conosciuto una situazione molto vicina a quella del Fondamentalismo islamico quando è stato eletto Zine- Abidine ben Ali , che regnò per tre anni con deprivazione dei diritti dei cittadini , i quali lo hanno poi cacciato a seguito di una sommossa popolare nel 2011.
Il merito della popolazione tunisina è stato quello di reagire all' integralismo che li riportava indietro di secoli . Lilia Zaouali ha ricordato che nei tre anni di dominazione di ben Ali giravano per le strade ragazzini con bastoni su motociclette , imponendo alle donne di coprirsi il capo . I guerriglieri Jihadisti , termine che la sociologa definisce di uso nuovo nella terminologia corrente della Tunisia , andavano ad addestrarsi in Afghanistan e tornavano indietro con barbe lunghe, con le le tuniche tipiche del Paese asiatico , e cercavano di terrorizzare la popolazione con minacce varie per convincerla ad adeguarsi a seguire il nuovo corso Jihaidista , di ispirazione sunnita
Perfino il termine “Laicità “ da quel tipo di credo è stata tramutato in “ Ateismo “ , dando così una scusa agli integralisti di combattere contro i miscredenti che non hanno dio , o che non riconoscono l' unico dio Allah. Anche per tale motivo , oggi la Repubblica Tunisina non è laica ma “ Civile “ , e viene spesso definita dai suoi abitanti Repubblica Civile Tunisina .
La popolazione tunisina, quella del Nord soprattutto , non ha mai accettato la nuova situazione di fondamentalismo imposto , molti di loro non sapevano nemmeno il perchè di tanto estremismo , e hanno fatto di tutto per tornare alla normalità democratica . Anche il fatto di non potere raffigurare Maometto nell' Islam è stato definito un 'invenzione , in quanto non c' è scritto da nessuna parte che ciò non si doveva fare , anzi in alcuni dipinti in Iran Maometto è raffigurato da giovane . Tale atteggiamento intransigente è da lei fatto risalire alla scuola sunnitica, quella tradizionalista, ed alle scuole di successivi quattro sapienti islamici e rispettive impostazioni giuridiche hanafita, hanbalita, malikita, shafiita che hanno tramandato quella tradizione sunnitica rendendola ancora più rigida.
Sono questi gli uomini che leggono alla lettera ( la loro si direbbe ) il Corano che oggi fanno parte dell' ISIS, e che hanno tentato di intervenire nel recente passato in Tunisia , cosa che oggi fortunatamente sembra si sia allontanata con la cacciata di ben Ali.
Come riflessione personale rispetto a tutte le parole della sociologa, ci sarebbe da domandarsi perchè molti occidentali - praticamente tutti giovani che entrano a far parte dell' ISIS - sono così attirati da un Islam di tale rigidità dogmatica e di irrinunciabilità a tradizioni così lontane dalle nostre . Molti partono senza sapere nemmeno a cosa vanno incontro andando a combattere, come dei veri e propri ribelli alla razionalità della società dell' Ovest ed alla libertà dei costumi occidentali , sottovalutando il fatto che la “ Guerra santa “ è molto differente da quella che si svolge nei nostri boschi da quei giocatori, vestiti alla militare, che si sparano addosso le vernici rosse per simulare il sangue .
Per quanto riguarda il massacro di “ Charlie hebdo “ , la sociologa ha ricordato che già in passato la redazione fu distrutta da una molotov. L’attentato, che non provocò vittime, avvenne nel giorno dell'uscita del numero speciale dedicato alla vittoria elettorale degli islamisti in Tunisia. Il titolo "Maometto direttore responsabile di Charia Hebdo" era un gioco di parole sulla sharia.
Un percorso complicato ma orientato all' Occidente quello della Tunisia : tra il 1956 e il 2011 il Paese sull' altra sponda del mediterraneo e vicinissimo a noi era di fatto uno stato a partito unico, con la scena politica dominata dal Raggruppamento Costituzionale Democratico (RCD) che faceva capo al primo Presidente della Tunisia Habib Bourguiba e, in seguito, al suo successore Zine El-Abidine Ben Ali. Nel 2011 una sommossa popolare portò alla cacciata del presidente e allo smantellamento del partito, aprendo la strada all'attuale democrazia multipartitica.
Scrosci di applausi hanno accompagnato la conferenza condotta dalla Dott. ssa Zaouali , in una sala gremita e molto interessata a capire cosa sta succedendo sull' altra sponda del “ Mare nostrum “ , in fondo uno specchio d' acqua che separa la Tunisia dalle coste siciliane di poco più di cento chilometri, e che divide due popoli così vicini ma , allo stesso tempo, ancora così lontani.
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 10/02/2015