Giorno del Ricordo

A Padova Belluco e Cristicchi presentano “Rosso Istria”, il film dedicato a Norma Cossetto

 Nei giorni scorsi, alla vigilia del Giorno del Ricordo, è stato presentato a Padova nelle sale del Comune, con la partecipazione di esponenti politici cittadini e della Regione Veneto, “Rosso Istria, il dramma del confine orientale del dopo guerra”, il nuovo lavoro del regista Antonello Belluco, l’autore de “Il Segreto di Italia”. Il film verrà girato principalmente nella città veneta e racconterà la storia di Norma Cossetto giovane studentessa istriana, laureanda all’università di Padova, barbaramente violentata e uccisa nel 1943 dai partigiani titini per la sola colpa di essere Italiana.


Sei anni dopo la sua morte, a Norma venne conferita la laurea honoris causa da Concetto Marchesi, rettore dell’Università di Padova. Nel 2005 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le ha conferito la medaglia d’oro al valor civile.

 Dopo oltre settant’anni è opera meritoria fare conoscere, in modo particolare ai giovani, vicende tenute sempre all’oscuro dalla storiografia ufficiale.

 Il Partito Comunista di Togliatti e poi di Berlinguer, che, a prescindere dalla partecipazione al Governo, ha sempre condizionato, in Italia, la politica culturale abbandonata al suo destino da una Democrazia Cristiana, particolarmente impegnata nei giochi di basso potere correntizio e di corruzione, era riuscito, sino a pochi anni or sono ad evitare che gli italiani conoscessero le crudeltà del regime comunista titino, nei confronti di popolazioni inermi che, alla conclusione della seconda guerra mondiale furono derubate di ogni avere e costrette a rientrare in Italia tra il disprezzo dei sedicenti ex partigiani comunisti.

 Peggior sorte toccò a coloro che furono buttati vivi nelle foibe.

Antonello Belluco, artista sensibile ed attento ha esordito già con la prima opera, il film “Il Segreto di Italia”, che racconta senza mezzi termini l’eccidio di Codevigo ad opera di brigate partigiane. Ha voluto ricordare quello che ancora oggi a distanza di settant’anni anni, non è opportuno mettere a nudo in termini politici.

E se è vero che la storia la racconta sempre chi vince, è altrettanto vero che la guerra miete vittime inconsapevoli ed innocenti da tutte le parti, vincitori e vinti. E nel caso della tragedia istriana oltre a fare vittime ha privato italiani della propria terra, delle proprie case, dei propri beni ed affetti, dividendo madri dai figli, padri dalle proprie famiglie, cercando di cancellare in ognuno di loro la consapevolezza e l’orgoglio di essere italiani

Ognuno di questi sopravvissuti, nel corso della vita, ha avuto sempre come punto di forza il desiderio e la volontà di dimostrare al mondo di essere ancora italiano.

 In questo risiede il grande coraggio di Antonello Belluco nel voler raccontare con un film la catastrofe che questa gente ha dovuto affrontare, che prende le mosse nel settembre del 1943. In quel momento nei territori italiani martoriati dalla guerra scoppia il caos: il maresciallo Badoglio, capo del governo italiano, chiede ed ottiene l’armistizio da parte degli anglo-americani e unitamente al Re fugge da Roma, lasciando l’Italia allo sbando. L’esercito non sa più chi è il suo nemico, chi l’alleato, come deve comportarsi.

Il dramma si trasforma in tragedia per i soldati abbandonati a se stessi nei teatri di guerra ma anche e soprattutto per le popolazioni civili istriane, fiumane, giuliane e dalmate, che si trovano ad affrontare un nuovo nemico: i partigiani di Tito che avanzano in quelle terre, spinti da una furia anti-italiana.

 
Il film vede la partecipazione anche di Simone Cristicchi, compositore delle musiche che accompagnano il lungometraggio, protagonista con il suo Magazzino 18 nel cercare di scoperchiare definitivamente quel pentolone in cui per troppo tempo si sono rifugiati coloro che vorrebbero negare quei drammi. Ma oggi fortunatamente non possono più farlo.

 

 

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Articolo pubblicato il 10/02/2015