Elezione del Presidente della Repubblica

I Catto - comunisti tornano alla ribalta

Tutti hanno bisogno di Matteo Renzi. È lui il nuovo e vero “padrone” dell’Italia. È questa la sintesi dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Con una postilla, che si dipanerà nei prossimi mesi: l’insignificanza politica del centrodestra, che non esiste più. Matteo Salvini è, in questo momento, l’unico leader spendibile del centrodestra in una competizione elettorale – insieme a Giorgia Meloni, candida a Presidente della Repubblica, Vittorio Feltri, per premiare evidentemente le sue posizioni libertarie.

 Silvio Berlusconi – impegnato per un anno a fare da supporto parlamentare a Renzi per il varo della riforma elettorale e costituzionale – riceve un benservito dal suo interlocutore e contribuisce in maniera determinante a rendere politicamente irrilevante il suo partito, che non è in grado di esprimere un nome e quando viene espresso, lo si fa per “bruciarlo”, come nel caso di Antonio Martino, che copriva i veri desideri: Pierferdinando Casini o Giuliano Amato. Chapeau! Angelino Alfano – impaurito di essere sostituito da Vendola nella maggioranza di Governo – dichiara, con aria serena, di aver votato con felicità e orgoglio il primo Presidente siciliano della Repubblica. Una magnifica e non evitabile piroetta!

Le dichiarazioni di Maurizio Gasparri – «Renzi dovrà fare ancora i conti con i voti determinanti di Forza Italia per le riforme che vuole fare» – si scontrano purtroppo con l’evidenza accecante dei fatti. Al Presidente del Consiglio, un anno fa, bastò un hashtag – «enricostaisereno» – per liquidare di tutta fretta il Governo di Enrico Letta e per sfilare al suo collega di partito, Palazzo Chigi, grazie al contributo decisivo di Giorgio Napolitano.

Oggi, ha dovuto lavorare un po’ di più, insieme alle sue giovani “assistenti” Ministre, ma il risultato è stato ancora più proficuo. In un sol colpo: ha compattato il Partito Democratico, silenziando la cosiddetta opposizione interna; ha definitivamente destabilizzato il centrodestra, divenuto “stampella” da una parte della sua azione di Governo, che sta portando alla definitiva rovina il Paese e, dall’altra, delle sue riforme; ha azzerato e reso innocuo il Movimento 5 Stelle, del tutto incapace di far valere un consenso pari al 25% ottenuto solo due anni fa.

Se la “rottamazione” ha aiutato Renzi all’inizio ad aprirsi un varco all’interno del Palazzo, grazie al sostegno mass-mediatico e popolare del sentimento dell’antipolitica, oggi è diventato il più grande “stabilizzatore” e “conservatore” che la storia repubblicana ricordi. L’operazione condotta è anche assolutamente inedita: perché l’ex Sindaco di Firenze diventa leader e certifica il suo potere senza un passaggio elettorale che lo legittimi e quindi senza essere stato eletto in Parlamento.

Suona sinistra la profezia di Antonio Gramsci: «Il cattolicesimo democratico fà ciò che il comunismo non potrebbe: amalgama, ordina, vivifica e si suicida (…). I popolari stanno ai socialisti come Kerensky a Lenin» (I popolari, in “L’ordine nuovo”, 1 novembre 1919). 

Il nuovo Presidente della Repubblica – che ha accettato l’elezione da parte di un Parlamento che egli stesso, insieme ai suoi colleghi della Corte Costituzionale, ha dichiarato essere stato eletto con una legge incostituzionale – garantirà a Renzi ancora più sicurezza e comprensione nella sua azione di Governo, di quella ottenuta finora?

I catto-comunisti, veri e soli eredi della tradizione politica della Democrazia Cristiana, sono nel pieno del loro fulgore. Sono vivi e vegeti e continueranno imperterriti – come hanno fatto negli ultimi decenni – ad essere complici della cultura libertaria.

Nel solco tracciato dalla distruzione della famiglia e della maternità, la “schiena dritta” – espressione divenuta di gran moda – consentirà loro di varare e firmare tutte quelle leggi, a cominciare dal matrimonio omosessuale e dal diritto all’eutanasia, che secolarizzeranno definitivamente il Paese. Con buona pace di quei cattolici – o sé dicenti tali – che plaudono a quest’“operazione”.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/02/2015