Pablo d'acciaio
© FrancoNoero

Nella nuova sede della Galleria "Franco Noero" di Torino, l'artista anglo-argentino Bronstein propone una riflessione sulla valenza anche estetica delle strutture industriali

Mentre Torino, in endiadi, dissipa e demolisce mattone dopo mattone il patrimonio unico delle sue "cattedrali" d'archeologia industriale per sostituirlo quasi sempre con insipidi, spesso superflui e pretenziosi quartieri abitativi "signorili" o pseudo-futuristici poli direzionali verticali, nonché ennesimi indispensabili centri commerciali, outlet, parchi-tematici e simili, cioè i soliti ignoti anonimi tipi di nonluogo-a-procedere, secondo un presente adattamento della terminologia di Augé, come esemplificano gli interventi urbanistici (se così vogliam chiamarli) delle ex OGM di corso Vigevano e dell'Opificio Diatto in via Frejus, giusto per citare due casi tra i tanti, c'è chi si dedica invece a valorizzare concettualmente e praticamente queste dimensioni materiali e culturali del recente passato imprenditoriale della città operaia per eccellenza.

Alla Galleria Franco Noero, nei nuovi spazi ricavati appunto in un vecchio stabilimento manufatturiero dismesso, riconvertito ad area espositiva, s'apre al pubblico, dal 5 febbraio al 2 aprile, la personale We live in Mannerist Times di Pablo Bronstein, trentasettenne artista argentino, britannico d'adozione, le cui grafiche sono state ospitate anche al MoMA di New York e presso altri prestigiosi enti americani ed europei.

P. Bronstein, 'The Age of Steel' © aut./FrancoNoeroAd evocare e reinterpretare dunque la storia funzionale produttiva del luminoso edificio-contenitore razionalista, in una forma d'installazione site-specific, le candide pareti risultano per l'occasione interamente tappezzate da un singolo ampio pannello-manifesto o wallpaper opportunamente intitolato The Age of Steel (ovverossia L'Età dell'Acciaio), ottenendo così "una sorta di museo scientifico dedicato alle macchine da lavoro utilizzate agli albori della Rivoluzione Industriale", per citare il testo eplicativo: "realizzati al computer, i disegni ricalcano illustrazioni del periodo a cavallo tra Settecento e Ottocento, decorate dall’autore in alcune parti; le linee nere, semplici e pulite, si ispirano allo stile di progettisti neoclassici, quali Percier, Schinkel e Soane". Geroglifici meccanici. Son forse le pulegge, gli ingranaggi, le ruote dentate che mordono e ingoiano il povero Charlot di Tempi Moderni?

Completa la mostra una suggestiva ambientazione, nella quale le immagini sono inscritte entro una cornice-struttura liberty a colonne in ferro-battuto, che ricorda la stazione londinese di Liverpool Street. S'aggiungono le raffigurazioni - eseguite ad inchiostro di china su carta da acquerello - di ipotetiche fabbriche inglesi di ceramiche d'epoca (le "premiate ditte, fornitrici della Real Casa", Bow, Chelsea, Coalport, Derby, Minton, Wedgwood, Worcester, eccetera).

Bronstein evidenzia con originale creatività le implicazioni socioeconomiche ed esistenziali del progresso tecnico, instillando insieme il germe d'un'intrigante riflessione sul "potenziale estetico" - ed etico -, magari talora anacronistico, che nella nostra vita manieristicamente ne deriva. Bellezza al muro.

(c.s./e.s.l.)

 

"We live in Mannerist Times"

Mostra personale di Pablo Bronstein

 

Dal 5 febbraio al 2 aprile 2015

 

Galleria Franco Noero

Via Mottalciata, 10/B  Torino

 

Info: 011-882208


www.franconoero.com


© FrancoNoero
© GFN - Galleria Franco Noero

 

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Articolo pubblicato il 05/02/2015