L’inopportunità di eleggere Presidente un giudice costituzionale

Le riflessioni dell'Avvocato Mauro Anetrini

 

                  

 

 

La notizia dell’elezione del Capo dello Stato è oggi variamente commentata dagli organi di stampa e dagli esponenti politici sotto il profilo umano e politico. Ci pare importante ed opportuno, per i nostri lettori, ospitare un rilavante contributo pervenutoci dall’Avvocato Mauro Anetrini, patrocinante in Cassazione e costituzionalista. Nello scritto si esamina la scelta operata avendo ben presente i ruoli e le conseguenze che questo voto potrebbe determinare, sotto il profilo costituzionale.

 

“Che la Corte Costituzionale, per le funzioni che svolge e per il ruolo che le è assegnato, sia uno dei punti di equilibrio del sistema, non ci piove. La Corte, così come è stata disegnata dai padri costituenti, rappresenta il punto di raccordo tra i poteri della Repubblica e l'organo di controllo a presidio della legalità costituzionale.

Per molto tempo, l'investitura alla carica di Giudice costituzionale è stata l'approdo di una carriera scientifica, forense o giudiziaria eccellente. L'approdo - il premio, insomma, - non il trampolino di lancio per nuovi traguardi. I Giudici della Corte, a differenza di chiunque altro, non sono rieleggibili.

Ci siamo mai chiesti perché? Perché la funzione che svolgono è così delicata da dovere essere e non solo apparire svincolata anche dal minimo sospetto di strumentalizzazione politica.
D'altra parte, alla Corte è assegnato il compito di giudicare il Presidente della Repubblica, nel caso si renda responsabile di alto tradimento o di attentato alla Costituzione. Quella Costituzione che la Corte protegge quando dirime i conflitti di attribuzione o giudica la legittimità delle norme.

Bene. Può un Giudice costituzionale essere eletto Presidente della Repubblica? Certo che sì: gode diritti di chiunque altro.
E' opportuno che si elegga Presidente un Giudice costituzionale? Io dico di no. No, perché, prima di tutto, si rende impossibile il giudizio a suo carico (solo la Corte può giudicarlo; non esiste un sistema analogo a quello previsto per i reati dei magistrati). No, perché - questioni tecniche a parte - la Corte viene trascinata in un terreno che non è quello voluto dai padri costituenti. La sua immagine ne potrebbe risentire.

Da noi, le cose vanno così. Io non critico Renzi: non sa nulla, il ragazzo e quindi possiamo perdonargli tutto. E, d'altra parte, mica è stato a lui a cominciare con questo andazzo (ricordate Berlusconi e un ex Presidente della Corte?), ma il vero padre politico.
Io ce l'ho (id est:sono incavolato) con la Costituzione, che è fallita e deve essere cambiata, vista la sua inadeguatezza ai tempi nuovi.

Quando batterete le mani al nuovo Presidente, ricordatevi che è stato eletto con uno dei più insidiosi strappi costituzionali mai visti: quelli che nessuno vuole vedere”

                                                                                                  Avv. Mauro Anetrini

 

 

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Articolo pubblicato il 04/02/2015