Rush

A cura di Federico Venchi

Film uscito nel 2013 diretto da Ron Howard ("A beautiful mind" - "Angeli e demoni" i suoi film più famosi) incentrato sul campionato mondiale di Formula Uno del 1976, segnato dalla grande rivalità tra l'inglese James Hunt e l'austriaco Niki Lauda.

TRAMA:

James Hunt (interpretato dall'australiano Chris Hemsworth) e Niki Lauda (interpretato dal tedesco Daniel Bruhl) sono giovani piloti che corrono in Formula Tre sognando un rapido approdo in Formula Uno. Entrambi per inseguire il loro sogno di diventare piloti sono stati di fatto diseredati dalla propria famiglia, in particolare Lauda proveniente da una famiglia di imprenditori austriaci, per cui è intollerabile che il figlio non intraprenda una carriera imprenditoriale. Già dagli inizi i due piloti evidenziano caratteristiche diametralmente opposte per carattere, stile di vita e modo di correre:

Hunt è un donnaiolo impenitente, dedito alle feste e al divertimento e in pista gareggia sempre al limite senza fare alcun tipo di calcolo; Lauda al contrario ha un carattere riservato e schivo, vive in modo morigerato e in pista guida in modo pulito senza prendersi più rischi del necessario. Per i due arriva finalmente il momento di approdare in Formula Uno: Lauda in Ferrari trova subito intesa con il compagno Clay Regazzoni (interpretato dal "nostro" Pierfrancesco Favino) e la squadra, grazie alla sua straordinaria capacità di migliorare la macchina percependone il minimo dettaglio; Hunt non senza difficoltà entra nella McLaren.

Ferrari e McLaren sono le due macchine migliori e mettono i due nelle condizioni di gareggiare per il titolo del 1976: tuttavia Lauda e la Ferrari accumulano un grande vantaggio grazie alla scarsa affidabilità della McLaren fino al drammatico Gran Premio del Nurburgring: il 1° agosto del 1976 infatti dopo pochi giri Lauda ha un terribile incidente, la vettura prende fuoco ed il pilota riporta gravi ustioni rischiando di morire.

Dopo soli 42 giorni ritorna in pista a Monza e per il titolo è decisiva l'ultima gara in Giappone. Qui succede l'incredibile: sotto una pioggia battente Lauda, temendo per la propria incolumità, si ritira consentendo ad Hunt di laurearsi campione del mondo senza essere mai stato in testa alla classifica per l'intera stagione. Il pilota inglese tuttavia, in linea con il suo stile di vita, avendo ottenuto ciò che desiderava si ritirerà dopo due anni e morirà a soli 45 anni. Bellissima nel finale la scena dove i due si incontrano all'aeroporto di Bologna e hanno un dialogo molto schietto sulle differenti visioni della vita.

CONSIDERAZIONI PERSONALI:

 

Un film ottimamente costruito dal ritmo adrenalinico ma che contiene anche momenti di riflessione e di sentimenti. Le scene sportive sono state ricostruite molto bene, riuscendo a regalare la sensazione di trovarsi tra il pubblico ad assistere al gran premio: effetti sonori, adrenalina, velocità, brivido. Il più grande merito di Howard è a parer mio quello di aver ricostruito il clima della Formula Uno di quegli anni: uno sport rischiosissimo dove vi era un'alta probabilità di incidenti mortali e i piloti sfidavano la morte ad ogni gara, dove l'abilità del pilota faceva la differenza (cosa impossibile al giorno d'oggi dove ormai conta solo più avere la vettura più veloce) e dove gli stessi piloti pur consapevoli dei rischi erano spinti da una passione incredibile per il loro lavoro (Hunt cade in depressione quando rimane senza macchina prima di essere preso dalla McLaren). E poi ci sono loro due, Hunt e Lauda, i migliori che pur essendo agli antipodi come carattere e modo di guidare si stimano reciprocamente. Lo stesso Lauda nel dialogo finale chiede ad Hunt di non ritirarsi dalle corse "perché mi serve uno che mi dia fastidio e che mi stimoli a fare meglio".

I momenti più emozionanti sono sicuramente le immagini dopo l'incidente al Nurburgring, il ritiro di Lauda nell'ultima gara in Giappone mentre pensa alla moglie e alla frase da lui detta dopo il matrimonio ("La felicità è pericolosa perché ti ricorda che puoi perdere qualcosa di importante") e il finale dove Lauda dice:

"Quando appresi della sua morte non ne fui sorpreso ma mi rattristò molto. Era una delle poche persone che stimavo e una delle pochissime che rispettavo, e l'unica che ho invidiato"

Molto bravi gli attori che, oltre all'interpretazione, hanno anche una grande somiglianza fisica con i personaggi reali. Belle le musiche di Hans Zimmer che si inseriscono perfettamente nel contesto del film. Ricostruzione storica eccellente con tanto di vetture differenti da gara a gara in base alle modifiche effettuate dai team. Un film che vi appassionerà moltissimo anche se non siete amanti della Formula Uno perché, attraverso il duello Hunt - Lauda, fa rivivere un'epoca ormai perduta in cui il fattore umano faceva la differenza a discapito della tecnologia esasperata delle corse moderne.

E quando all'adrenalina sportiva si aggiungono i sentimenti e le emozioni non può che uscire un film ottimo; bravo Ron Howard che si riscatta dopo gli ultimi film un pò deludenti e conferma di essere un regista dall'ottimo potenziale.

 

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Articolo pubblicato il 03/02/2015