"L'ascensore" delle vite impacchettate.

Grande debutto della nuova opera diretta da Fulvia Roggero, nell'ambito della rassegna "SANTENAa Teatro"

Alla presenza del suo Sindaco Ugo Baldi e dell’Assessore alle Politiche Giovanili e Culturali Paolo Romano, Santena si sta rivelando una piazza importante per il teatro. Da qui partono debutti teatrali come “Franco Cerutti sarto per tutti” con Margherita Fumero, Franco Neri e Enrico Beruschi ed anteprime assolute, come quella di stasera. Il Comune che ospita la tomba di Camillo Benso di Cavour, si impegna in modo notevole per quel che riguarda lo sviluppo e la diffusione della cultura, e le varie manifestazioni organizzate dalle varie associazioni e fondazioni, una per tutte la Fondazione Cavour, ne sono la testimonianza.

Il personale del teatro, sempre efficiente e cordiale, apre le porte al pubblico che attende di assistere al quarto appuntamento della Stagione e quando il sipario si apre, si ritrova virtualmente in un ascensore.

Tutto comincia con una banale dimenticanza, purtroppo comune a tanti di noi: non leggere le comunicazioni sulla bacheca del condominio.

Dimenticanza che blocca in ascensore quattro donne, tutte abitanti nello stesso palazzo: una casalinga, una avvocatessa in carriera, una taxista alquanto mascolina e una ballerina disoccupata.

Le ultime due formano una coppia, l’avvocatessa è single più o meno per volontà e la casalinga ha una vita coniugale felice solo all’apparenza.

L’ascensore, bloccato per manutenzione, diventa così il confessionale virtuale, lo specchio dell’anima, il pozzo dei desideri dei quattro personaggi.

Lo diventa attraverso una “sliding door” che permette alle protagoniste di essere davvero se stesse, di gridare, nel vero senso della parola, rabbia e frustrazione, ma anche di richiamare in vita sogni non ancora realizzati, desideri mai confessati.

Così il palco si tramuta in teatrino di avaspettacolo, in confessionale vero e proprio.

Le quattro protagoniste diventano amiche, si parlano, si chiariscono, si confessano, si passano ricette di cucina e trucchi per la guida, ma poi le porte dell’ascensore si riaprono all’improvviso e tutto torna come prima.

Ciascuno alla propria vita.

Davvero brave le protagoniste: Giulia Berto (la casalinga), Federica Barbaglia (la taxista), Chiara Porcu (l’avvocatessa) e Sabrina Scolari (la ballerina).

Un applauso davvero meritato a Fulvia Roggero, regista dell’opera e graditissima ospite della chiacchierata post spettacolo.

Fulvia, possiamo definire quest’opera come una sit-com?

Forse è qualcosa di più di una sit-com. Definiamola una piéce surreale. Surr…trattino…reale…

Non è poi così insolito che qualcuno rimanga bloccato in ascensore. Surreale perché fermando il nostro tempo, si scatenano i pensieri. Ritrovandosi sospesi durante il blocco dell’ascensore, vengono fuori i pensieri dell’inconscio. Quindi le attrici “escono” dall’ascensore e vivono i loro sogni, i lori incubi. La scenografia è scarna,  ma volutamente. Abbiamo cercato, con la pellicola trasparente, di dare l’idea di “vite impacchettate” che si “srotolano” man mano che prosegue lo spettacolo.

Questa è stata una trovata davvero geniale: “uscire” dall’ascensore e…

…confessarsi. Questo rallentamento del tempo permette appunto di fare una riflessione su se stessi. Chiaramente noi facciamo spettacolo ed allo spettacolo, in senso stretto, abbiamo voluto lasciare un po’ di spazio, attraverso il balletto, che rappresenta la voglia di essere primadonna…ogni donna lo desidera…la voglia di essere diva. Ognuna di noi, almeno per un momento, vorrebbe essere diva…

Parafrasando Pirandello…ragazze…quattro donne in cerca d’autore…chi risponde?

(Giulia) Si. Pirandello è un po’ questo…cosa sembriamo e cosa realmente siamo…ognuna di noi è fatta di tanti pezzettini che non sempre vengono tirati fuori. Magari il trovarsi chiusi in ascensore, permette di tirare fuori la sincerità che non trovi nella vita di tutti i giorni. Noi siamo quattro vicine di casa che pur conoscendosi di vista, non si sono mai parlate, e trovandosi in una situazione speciale si parlano e si confidano come se fossero davvero amiche. Ma le porte poi si riaprono e tutto torna come prima…

Questa di stasera a Santena è stata la prima assoluta di questo spettacolo. Credo che meriti molte repliche.

Assolutamente. Sono quattro ragazze molto intraprendenti. Questo spettacolo continuerà. E’ stata presentata giusto un’anteprima, un assaggio per così dire, al concorso “Amici di Cavour”, la scorsa estate. Abbiamo presentato l’idea, che poi abbiamo sviluppato. Ma sicuramente replicheremo.

Bella l’idea di raccogliere i suggerimenti del pubblico con dei quaderni!

Trovi? Come ho detto dal palco quando ho fatto l’introduzione allo spettacolo, riteniamo importante e costruttivo raccogliere le opinioni del pubblico, i loro suggerimenti e anche le loro critiche. Così abbiamo pensato di mettere all’ingresso dei quaderni dove ognuno, anche in forma anonima, può esprimere le proprie impressioni.

 Fulvia…parlando un attimo di te…so che hai in programma la replica di un’opera di Molière…dove c’è una protagonista molto particolare…

(Ride, ndr) …si…interpreto una balia…e cosa fa la balia…? Rispondi!

…hem…allatta…?

…e con cosa…?

…con le…

Siii! Con le poppe…(risatona generale, ndr)…la commedia è tutta basata su questa parte del corpo…molto in mostra…molto evidente…è un pretesto, per cui Sganarello, il protagonista, dimostra di essere un cialtrone…

Quando andate in scena?

Andiamo in scena, chiaramente con “Il medico per forza”, giovedì 5 febbraio al Teatro Gobetti di San Mauro Torinese.

E poi sarai nuovamente su questo palco!

Si. Con “Procacciatori d’affari” di Primo Levi, il 24 febbraio. Uno spettacolo molto interessante, molto particolare, che merita di essere visto.

Grazie per la chiacchierata. Ci vediamo presto!

Certamente. Ti aspetto. E grazie a te per quello che fai per il teatro!

Le foto del servizio sono di Tina Rossi.

Stay always tuned !!!


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Articolo pubblicato il 03/02/2015