Sergio Mattarella, 12° Presidente della Repubblica

Tanti gli applausi, ma sconfitte laceranti domineranno la scena politica

Al quarto scrutinio, quando il quorum, come previsto dalla Costituzione, è ridotto a 505 voti, è risultato eletto il Capo dello Stato con 665 voti ottenuti, almeno formalmente secondo le indicazioni di voto di PD, AP, con il no convinto di Lega Nord, Fratelli d’Italia e gran parte dei grillini e le schede bianche di FI.

A prescindere dalla persona, esponente di una famiglia di notabili democristiani sempre rimasta indenne, seppur sul filo del rasoio, da inchieste penali, è il metodo scelto da Renzi che contribuisce a sconquassare il quadro politico. Sono ormai note alle cronache parlamentari le imposizioni ultimative del nominativo in questione, senza il coinvolgimento preventivo degli altri partiti di governo e le opposizioni.

Il perdente principe è indubbiamente Berlusconi che vede infrangersi la portata e la finalità del “Patto del Nazareno”. La tattica di putrella esterna al Governo gli ha progressivamente alienato, negli ultimi mesi, le simpatie dei più combattivi esponenti del suo partito che ormai è a pezzi e non si può presentare all’opinione pubblica come valida alternativa all’attuale maggioranza.

Perde anche la componete storica postcomunista del PD, che vede le maggiori cariche dello Stato ormai appannaggio della balena bianca od occupate da personaggi privi di carisma personale e politico come i presidenti delle Camere Grasso e Boldrini.

Trionfa invece quello schieramento dei reduci morotei, ormai sparpagliati in ogni schieramento e partito. Sono gli eredi della sinistra DC, responsabile del compromesso storico con il PCI di Berlinguer, dello sfascio dello Stato di diritto e del divampare del deficit strutturale dello Stato ormai fuori controllo.

Il terremoto prevedibile ed enunciato anche dai principali “grandi elettori”, potrà riservare molte sorprese. Nonostante il cinismo di Renzi, non è detto che Mattarella rivesta il ruolo di notaio di ogni giravolta renziana.

A prescindere poi dai piccoli smottamenti,come le annunciate dimissioni di Sacconi da capogruppo al Senato del partitino di Alfano, e dalla portavoce delle schede bianche, Barbara Saltamartini, sono altre le novità attese che potrebbero sconvolgere Forza Italia e rafforzare l’affermazione di uno schieramento alternativo capeggiato dalla Lega di Salvini e dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ed aperto ai tanti che in Forza Italia e in altre frange del centrodestra avranno il coraggio di sbattere la porta in faccia ad un Berlusconi ormai delegittimato e fuori gioco.

La scelta di questo presidente, già soprannominato “mummia” a leggere i diversi sondaggi di opinione che vengono diffusi in queste ore, non avrebbe certamente goduto del consenso popolare, se le elezioni avessero coinvolto i cittadini, come in altri Paesi democratici. Si è invece consumata, a dispetto del dettato Costituzionale, una scelta non per coinvolgere le diverse componenti parlamentari, ma contro Berlusconi e per il naufragio del Nazareno.

Registriamo inoltre la dichiarazione rilasciata nell’imminenza della prima votazione, dal Presidente dell’Unione Monarchica italiana:

” Da ogni parte politica si invoca l'elezione di un Capo dello Stato che svolga la funzione con terzietà ed imparzialità. I nomi circolanti di tutti i candidati emergono dal più fumoso passato della prima Repubblica e tradiscono antiche ed accese militanze di parte. L'Unione Monarchica Italiana ricorda agli italiani che l'unico meccanismo costituzionale al cui vertice sieda un arbitro imparziale è la Monarchia parlamentare, come si evince dal funzionamento delle più evolute democrazie del mondo: le Monarchie europee. Piuttosto che un ritorno agli uomini della prima Repubblica, andiamo verso il Meccanismo della seconda Monarchia.”

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Articolo pubblicato il 31/01/2015