Donne al volante in Arabia Saudita?

Scoppia la rivolta delle donne del Paese arabo a cui viene impedito di guidare

L' Arabia saudita è l' unico Paese al mondo dove le donne non possono guidare l' auto .

Sembra una rivoluzione femminista quella delle donne saudite che provano a sfidare il regime di questo paese arabo , anche se la dominazione maschilista del mondo saudita  non è proprio d' accordo con la “ pretesa “ delle donne arabe di mettersi al volante , e non certo per via della relativa pericolosità del mezzo meccanico, quanto per le regole troppo restrittive imposte dal Corano riguardo al gentil sesso.

Certamente Maometto non aveva previsto nel Corano l' eventualità che si pone oggi , quale quella dell' inizio '900  nel mondo occidentale con l'introduzione delle prime vetture sulle nostre strade , quando sembrava improbabile che le nostre donne si sarebbero mai potute mettere al volante . Più tardi venne coniato il detto “ Donne al volante  , pericolo costante “ .

Oggi invece le statistiche dicono che sono proprio loro ,  le nostre metà del cielo , ad avere meno incidenti rispetto agli uomini .

Il famoso diktat del Corano che impedisce la sovraesposizione del corpo femminile , cosa che da noi molte volte  viene applicata al contrario , è  tuttora valido nei Paesi arabi , che preferiscono una donna che si spogli la sera sola davanti al proprio uomo , piuttosto che lo faccia anche di giorno davanti a tutti come accade in TV , al cinema ma anche semplicemente in piscina o sulle spiagge . 

Evidentemente , dal momento che le automobili non potevano essere previste ai tempi di Maometto , anche il Corano non ne parla , e non esiste quindi nessuna Sura che recita : “ Niente donne alla guida del  mezzo motorizzato “  - detto sarcasticamente - e di questo le donne dell' Arabia  Saudita si fanno forti per sostenere i loro legittimi diritti .

La protesta  delle donne saudite è iniziata nel 1990. Tre anni fa è stata rilanciata in grande stile tramite i social network. Le donne postano foto e video di loro stesse alla guida e raccontano i problemi che devono fronteggiare ogni giorno. In un video pubblicato su Youtube si vede una donna che guida l'auto per le strade di Riyad. E si spiega alle donne che "potremmo essere accusate di terrorismo per il solo fatto di guidare una macchina".

Moltissimi, da tutto il mondo, i messaggi di chi sostiene la battaglia delle donne saudite. Nonostante il gran clamore il ministro dell'Interno ha anticipato che chiunque scenderà in piazza per protestare verrà arrestato.

Ventiquattro anni fa, quando partì la battaglia, 47 donne sfidarono le autorità mettendosi al volante per le strade di Riyad. Finì male: furono arrestate e punite in modo duro. Ma iniziò a farsi strada, tra la gente, il gusto di sfidare la legge per porre fine a un divieto assurdo. Diverse attiviste si mobilitarono e, con loro, anche la principessa Amira al-Tawil, moglie del principe Al Walid Bin Talal. Nel 2011 partì la campagna "Women2drivecampaign". Ebbe un gran successo sui social network ma assai poco nella vita reale.

Lo scorso aprile una donna è stata condannata a 150 frustate e otto mesi di prigione (pena particolarmente dura anche per l'aggravante della resistenza a pubblico ufficiale). Il divieto di guida non è previsto da una legge. Nel 1990 un decreto ministeriale ha però formalizzato la consuetudine. Ora le donne ci riprovano a farlo saltare. Su Twitter il grido di battaglia è questo: #IwillDriveMyself (guiderò me stessa).     Sarà la volta buona?

 

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Articolo pubblicato il 01/02/2015