Le firme false del PD alle Elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del Piemonte

Sono partiti gli avvisi di garanzia agli indagati

Oggi si svolgono alla Procura della Repubblica di Torino, gli interrogatori di sette esponenti, in massima parte del PD, indagati dai PM Patrizia Caputo e Stefano Demontis.

Interessati al provvedimento sono: i consiglieri regionali Marco Grimaldi (Sel) e Nadia Conticelli (Pd, presidente della Circoscrizione torinese VI),gli ex consiglieri provinciali di Torino Umberto Perna, Pasquale Valente e Davide Fazzone, tutti del partito democratico, il presidente democratico della Circoscrizione V Rocco Florio e del suo vice Giuseppe Agostino.

I nominativi, in parte già noti, hanno infittito il chiacchiericcio nel Partito di maggioranza relativa. C’è chi ostenta sicurezza per il divario di voti tra maggioranza ed opposizione, superiore al numero delle schede oggetto di contestazione, ma non fa i conti con l’interpretazione di principio e non solamente contabile che la Magistratura potrebbe dare alla vicenda.

Patrizia Borgarello seguita da altri, sin dall’estate scorsa aveva presentato ricorso dinanzi al Tar del Piemonte per le presunte falsità materiali ed ideologiche delle autentificazioni delle firme dei sottoscrittori delle liste gravitanti sul PD nelle scorse elezioni regionali.

Oggi puntualizza che l’attuale fase processuale è propedeutica rispetto all’udienza che si terrà al Tar Piemonte il 19 febbraio p.v. In tale sede il Collegio giudicante dovrà anche pronunciarsi sul contenuto dei verbali ed altri documenti elettorali che le parti in causa, su richiesta dei giudici, hanno consegnato nei mesi scorsi. E così prosegue,” Ad un anno dal killeraggio compiuto dal PD, sulla persona di Roberto Cota, considerato il portatore del male per eccellenza, nelle more e successivamente alla nota pronuncia del TAR, suona beffardo il commento di Chiamparino “non è mio costume intervenire su queste cose, attendiamo le decisioni della magistratura”. “Dov’era questo figuro, oggi apparentemente distaccato da ogni pur pallida conseguenza, quando i suoi pretoriani facevano man bassa di consensi estorti agli elettori o neppure esistenti?”

La conclusione della ex consigliera provinciale della Lega Nord, spazia sul contesto in cui opera l’attuale giunta Regionale e, confidando sull’obiettività dei giudici sostiene che” Verranno i tempi della giustizia anche per Chiamparino che, dopo aver prosciugato le casse della città di Torino, con iniziative discutibili e clientelari, oggi, quale presidente della Regione, mette le mani in tasca ai piemontesi e, con il degno compare conte Mascetti, compie le scelte più antisociali con un Piano Sanitario che toglie i seppur minimi livelli di assistenza a zone del Piemonte molto popolate, creando un allarme sociale senza precedenti, magari senza aver ricevuto un voto legittimo da parte dei Piemontesi”.

Non ci resta che attendere che la giustizia, penale ed amministrativa compiano il loro corso.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/01/2015