La ValSusa si mobilita contro i tentennamenti di Saitta

Le vicende del Piano Sanitario aprono scenari inquietanti sulla Giunta Regionale del Piemonte

C’è stato un ampio dibattito, ancora nel mese di dicembre, in Consiglio Regionale sul riordino dell’attività ospedaliera della Regione. L’assessore, a dir il vero, ha incontrato Sindaci e cittadini. I dubbi e le perplessità dei territori, tra le prese di posizioni, le smentite ed i giravolta assessorili, non hanno fatto cambiare idea agli interlocutori istituzionali.

Per scongiurare la presentazione dei ricorsi al Tar ad opera di sindaci gravitanti sul PD, Saitta ha tentato l’ultima carta presentando un documento raffazzonato e privo di riscontri oggettivi alla Commissione Sanità del consiglio Regionale, convocata venerdì 23 gennaio.

 L’indecenza, l’insicurezza e le approssimazioni, non sono solo state enunciate dai consiglieri di opposizione, Gian Luca Vignale di FI e Gianna Gancia della Lega nord, ma anche consiglieri della maggioranza, perlopiù medici ospedalieri, come Nino Boeti e Vittorio Barazzotto  si sono espressi contro tanta approssimazione e faciloneria. C’è stato pure chi, pur nel poco spazio di manovra della Giunta, ha potuto documentare l’impronta clientelare da  parte di colui che sino a ieri ha denunciato il mantenimento di Primariati  inutili e clientelari e poi riserva benevola attenzione a sedi ospedaliere gravitanti nei collegi elettorali degli assessori.

 Il risultato palabile è rappresentato dal presunto numero di ricorsi di prossima presentazione al Tar del Piemonte, che si prevede in aumento.

Dopo il weekend nero con i pronto soccorso al limite ed i moribondi allocati nei lettini da campo, nel pomeriggio di sabato 24 alcune centinaia di persone hanno effettuato un presidio dinanzi all’ospedale di Susa, al centro delle polemiche già iniziate con la chiusura del punto nascite e sfociate clamorosamente nella crisi del pronto soccorso.

E’ stata una manifestazione spontanea partita e composta dalla gente. Non c’erano truppe cammellate o comandati di varia natura e portatori d’interessi precostituiti. Era il popolo composto di questa Valle ove sin dal 1700, era operante l’Ospedale di Carità ove, con i pochi strumenti dell’epoca, si erogava un servizio basato sulla cura, sull’accoglienza e sull’assistenza all’indifeso.

Così queste persone, pacifiche, ma non rassegnate che sin dall’infanzia consideravano il loro ospedale come riferimento naturale, oggi temono per un servizio drasticamente negato. C’erano portatori di handicap di ogni età, giovani e madri di famiglia con il passeggino che si chiedevano il perché, timorosi del destino che verrà loro riservato. A dire il vero, Saitta in quell’indescrivibile commissione, ha promesso di congelare le scelte drastiche per tutto il 2015 e di considerare Susa facente parte di un’area disagiata, con il mantenimento di un polo per l’ortopedia, valutata la vicinanza con le stazioni sciistiche.

E’ in corso una raccolta delle firme in Valle Susa, per chiedere chiarezza ed attenzione ad un’amministrazione che, mentre predica l’esigenza dei tagli in loco, non garantisce neppure il pronto intervento in caso di pericoli. E’ in fase avanzata anche il ridimensionamento del 118, con la limitazione dei medici sulle ambulanze, stante l’impossibilità, per ragioni tecniche, di consentire l’ atterraggio notturno per l’elicottero del 118. In questo contesto di ampia solidarietà ove l’un sull’altro i partecipanti si guardavano sgomenti, si è formato un corteo attraverso il cortile dell’ospedale composto da un fraterno girotondo di unione verso scelte giudicate incomprensibili e contradditorie.

E’ intervenuto il Sindaco Sandro Plano che, pur preoccupato, si è ritagliato un ruolo apparentemente istituzionale, facendo esplicito riferimento alle assicurazioni fornite da Saitta ai sindaci della zona.

Certamente, qualche garanzia c’è ma non basta. In un applauditissimo intervento, la consigliere regionale Stefania Batzella M5S,  che, essendo una professionista che opera nel nosocomio conosce a mena dito esigenze e provvedimenti.. Il suo ragionamento parte dai numeri. Se non si potenzia l’organico dei medici, ortopedici e degli infermieri e tecnici, come sarà possibile garantire contestualmente la funzionalità del pronto soccorso e dei reparti, in primis l’ortopedia, per non parlare della carenza cronica degli anestesisti, indispensabili anche a garantire la fruibilità dei letti anti Shock?

“Le nostre richieste sono far si che l’ospedale di Susa diventi una struttura complessa, e non tagliare i posti letto come ha fatto il Direttore Generale dell’ Asl TO3, Gaetano Cosenza”, – afferma Stefania Batzella – “Continueremo a chiedere che la chirurgia non venga declassata ma potenziata, come tutto il resto dei servizi ospedalieri, e che vengano fatte assunzioni sul personale. Tutti i giorni porteremo avanti questa battaglia uniti. I valsusini hanno diritto di avere il loro ospedale e i loro servizi”, conclude Batzella.

Chiamparino, non si sbarazzerà tanto facilmente delle proteste e rivendicazioni dei Piemontesi in materia di assistenza sanitari. Pur nelle ristrettezza di  Bilancio, invece d’invocare l’apertura immediata del Tavolo Massicci ed il buon cuore di Renzi, per allargare i cordoni della borsa, dovrebbe cercare di farsi coadiuvare da collaboratori meno screditati.

 

 

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Articolo pubblicato il 25/01/2015