La Grecia alle elezioni: le aspettative secondo gli ultimi sondaggi

Un appuntamento che si prospetta con molte incognite

Atene tornerà nuovamente alle elezioni domani 25 /01 /2015 , in seguito allo stato di  incapacità di votare il presidente della Repubblica ,  situazione protrattasi in Parlamento per tre volte. La campagna elettorale  tra il Premier uscente Samaras (Nea Demokratia) ed il candidato della lista Tsipras Syriza – che ha concluso ieri la campagna elettorale sulle note di “Bella Ciao” - si è focalizzata su alcuni temi che possono essere ricapitolati con tre leit motiv : la questione del debito, l’uscita della Grecia dall’Unione Monetaria (“Grexit”) e la conseguente reazione dei mercati finanziari ad una tale eventualità.

Negli ultimi sondaggi, Syriza distacca ulteriormente il premier Antonis Samaras e la sua Nea Demokratia, portando la differenza a 5 punti percentuali, relativamente vicino a quel 37% che garantirebbe al leader di sinistra di avere la maggioranza assoluta in Parlamento. Anche per questo, Samaras ha fatto un ultimo accorato appello a quel 10% circa della popolazione ancora indecisa, un appello, però, molto difficile a poter  essere raccolto dalla popolazione greca sfiduciata della sua classe politica , proprio il motivo per il quale la gente non va più a votare

Dietro ai due contendenti, tra il 4 e il 6 per cento, il To Potami, il  Pasok (socialisti), Alba Dorata e il Kke  (il Partito Comunista).

I quattro si contenderanno la possibilità di divenire  l 'ago della bilancia qualora la soglia del 37% non fosse raggiunta. Al limite di quel 3% necessario ad entrare in Parlamento ( la stessa soglia che si vuole fare approvare in Italia con l ' Italicum ) i Greci Indipendenti ed il Kdiso (Movimento dei Socialisti Democratici).  Nel caso che non venisse raggiunta la soglia del 37% e se nè Syriza nè Samaras riuscissero a dar vita ad un esecutivo di coalizione, sarebbe di conseguenza  data la possibilità anche al terzo arrivato: se questi fosse Alba Dorata, i suoi vertici politici sono in carcere.

 

Il problema principale della Grecia rimane il debito pubblico .

La crisi debitoria è senz’altro la principale delle questioni che l’Europa  deve affrontare e che non è circoscritta alla sola Grecia, anche se il suo debito  è di proporzioni decisamente più imponente   Lo stesso Syriza ha dichiarato  , per trovare una sponda di autodifesa di fronte alle accuse europee di incapacità di gestione del Paese da parte della classe politica , che  non è solo il debito  greco a non  essere   rimborsabile nemmeno a medio- lungo termine  , ma interessa  anche  tutti gli Stati della sponda mediterranea, Italia inclusa.

I motivi della crisi greca  non vanno esclusivamente cercati nella natura di alcune democrazie, che devono fare i conti con una classe dirigente totalmente incapace di amministrare il proprio Paese, quanto piuttosto alla natura di alcuni meccanismi economici e politici. Si tratta di un' evidente assunto dell' economia : i soldi vanno dove sono maggiormente protetti dal punto di vista monetario - non a caso la Svizzera è il forziere del mondo  - mentre la Germania  attira denaro e rimane il motore dell' Europa per quanto riguarda  gli investimenti  - in buona parte stranieri -  per le  attività produttive che macinano centinaia di miliardi di euro all' anno , producendo   utili costanti .

L’Espresso ha riportato, nel suo ultimo numero, la riunione che ci fu tra l’allora Presidente francese Nicolas Sarkozy e la Cancelliera tedesca Angela Merkel, a Deauville il 18 ottobre 2010, nella quale fu ribadita la loro volontà di non assistere la Grecia (e gli altri Stati che versavano nella medesima condizione) facendo venire meno quel presupposto che dovrebbe regolare le distorsioni di un’area monetaria: la solidarietà. La fuga di capitali che è seguita a tali scelte ha rafforzato il ruolo della Germania in Europa, quale posto sicuro per i propri investimenti.


Il debito verrà sottoposto ad una revisione o ristrutturazione ?

Ciò che più spaventa la Germania e i mercati finanziari dall’eventuale vittoria di Syriza è proprio la ristrutturazione del debito sovrano, il punto principale del programma , e che per la Germania potrebbe costare caro data la sua sovraesposizione verso la Grecia . Quindi sia con l' uscita della Grecia dall' euro che con una ristrutturazione del debito la Germania è il Paese che ci rimetterebbe di più, ed è per questo motivo che l' attenzione di Angela Merkel è rivolta a sostenere la Grecia nonostante il debito imponente , perchè è stato calcolato che con l' uscita della Grecia dall' euro la Germania ci rimetterebbe 87 miliardi di euro.

L’effetto che una ristrutturazione potrebbe avere in Europa è di difficile definizione: sarà circoscritto alla Grecia o ci sarà un effetto a catena anche negli altri Paesi fortemente indebitati come Italia, Spagna , Francia ?

La “Grexit”, cioè l uscita  dall'  Unione Monetaria ,  per quanto non impossibile, sarà fortemente improbabile.  Syriza ha rivisto molto la propria posizione. L’uscita dall’Unione Monetaria della Grecia non sarebbe una strada percorribile. Il principale problema che Atene si troverebbe ad affrontare sarebbe quello della svalutazione della propria moneta che inciderebbe non soltanto sul potere d’acquisto delle famiglie ma soprattutto sul settore manifatturiero fortemente dipendente dalle materie prime, come  il petrolio, che sarebbero interessate da un aumento significativo dei prezzi, non sostenibile da questa economia già così fortemente provata.

Peraltro anche la ristrutturazione del debito potrebbe portare ad una serie di incognite che danneggerebbero ulteriormente l’economia greca.   

L’affidabilità del Paese sarebbe compromessa – ha ammonito il capo del FMI Lagarde.  Una soluzione deve  essere trovata, ed anche qui si profila il ruolo essenziale della Germania  nel trovare le necessarie soluzioni , prioritariamente dal punto di vista finanziario  .

La BCE ha disposto recentemente il Q E ( Quantitative Easing ) fino al 2016 , però la Grecia ha bisogno di soluzioni immediate , data l' altissima disoccupazione ,  il regresso dell' economia nel suo complesso , e la scarsa affidabiltà del Paese sui mercati finanziari ( situazione che fa pensare all' Argentina che andò in default , e quando  l' inflazione raggiunse livelli stratosferici ) .

Acclamare Tsipras come il salvatore della patria quindi sembra un po' azzardato , in quanto dovrà , vincendo le elezioni , prendere misure economiche immediate che potrebbero essere invise alla popolazione , né più né meno di quanto non succeda già oggi .

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Articolo pubblicato il 24/01/2015