Norme più cogenti per gli italiani in zone di guerra
Il Senatore Enrico Buemi

Le sollecita il Senatore Enrico Buemi per la sicurezza nazionale

 

"Alla luce delle recenti vicende riguardanti i sequestri di nostri connazionali in territori di particolari e critiche situazioni interne - ha dichiarato il senatore Enrico Buemi, Capogruppo Psi in commissione Giustizia - al fine di un'iniziativa parlamentare per la tutela delle persone e della sicurezza nazionale, oggi i socialisti hanno presentato in Senato un Disegno di legge sulla 'Disciplina delle attività dei cittadini all'estero' a mia prima firma".


Buemi ha altresì spiegato l'imprudenza con cui alcuni concittadini si recano in aree geografiche teatro di conflitto armato, sia pur con i migliori intendimenti, mettendo a repentaglio la propria incolumità ma anche la politica estera del Governo o quanto meno la sua libertà di manovra diplomatica:

"Lo strumento per indurre maggiore cautela -  ha affermato il Senatore PSI -  nella legittima azione individuale all'estero del cittadino, non può che essere quello di una maggiore cogenza delle condizioni nella concessione dei passaporti e il loro eventuali ritiro o limitazione".

Vale a dire che il Ministro per gli affari esteri, quindi, in circostanze eccezionali, può adottare particolari disposizioni in ordine all'espatrio di cittadini italiani per cause inerenti alla sicurezza interna e internazionale dello Stato  con la possibilità di sospendere temporaneamente o limitare il rilascio dei passaporti.

In aggiunta può pretendere l'obbligo di segnalare, alle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane nella località di destinazione, la residenza e gli eventuali spostamenti interni allo Stato estero, di evitare determinate aree geografiche, di non intraprendere determinate attività contrarie alle misure di congelamento di fondi e risorse economiche e di non venire in relazione con determinati soggetti designati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite.

Un insieme di normative, insomma, che servono per limitare al massimo il rischio di rapimento a scopo di riscatto divenuto, per i terroristi, fonte privilegiata cui attingere fondi a sostegno delle spese per gli armamenti, le scuole di guerra e tutto ciò che ruota intorno ad un fenomeno che si fa di giorno in giorno sempre più drammatico e preoccupante per il mondo intero.

 

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Articolo pubblicato il 22/01/2015