"Di solito la gente mi chiama Drupi"

Il cantante pavese, protagonista dell'ennesimo sold-out la Le Roi (Via Stradella 8 - Torino), si racconta in esclusiva per i lettori di Civico20 News

“Era il 1972. Avevo appena sciolto il mio gruppo, Le Calamite. Luigi Albertelli mi propose il provino per una canzone che doveva andare a Sanremo. Si intitolava “Vado via” e doveva interpretarla Mia Martini. All’ultimo momento Mia cambiò idea e i discografici, messi alle strette, mi proposero di portarla al Festival, visto che il provino era andato bene. Accettai, andai a Sanremo e arrivai ultimo!”.


Giampiero Anelli, in arte Drupi, racconta così, al folto pubblico presente al “Le Roi”, il curioso aneddoto riguardante il suo esordio da professionista nel mondo della musica.

Un esordio apparentemente sfortunato, che stava per riportarlo al suo lavoro da idraulico a Pavia. Ma nonostante l’ultimo posto al Festival, “Vado via” ebbe un successo strepitoso, che lo convinse a fare della musica il proprio mestiere.

Mestiere che gli ha dato grosse soddisfazioni: hits di successo in Italia e all’estero, collaborazioni con musicisti internazionali davvero di spessore e una manciata di album davvero ben riusciti.

Sul palco del music hall di Via Stradella, Drupi regala ai fans un’ora di grande musica, condita dai suoi maggiori successi, applauditissimi e cantati in coro da tutti i presenti, tra cui alcune “chicche” come “Tango”, “Provincia” e “Ridammi il sole”.

Molto coinvolgente la versione per piano e voce di “Voglio una donna”, bellissimo l’arrangiamento in stile calypso di “Sereno è” e davvero originale la versione reggae di “Sambariò” che ha chiuso lo show.

Non poteva certo mancare “Piccola e fragile”, presentata come…”una canzone che non ha avuto poi quel successo che credevo…”…dove Drupi rispolvera alcune movenze che ricordano il compianto Joe Cocker, con la voce che graffia come sempre, anzi…strappa proprio…

Un applauso meritato anche ai musicisti che lo hanno accompagnato on stage: Abramo alle tastiere e programmazione, Valentino alla chitarra acustica e ai cori e Luca alla chitarra elettrica.

 

Dopo il concerto, nel camerino, ci concediamo una sigaretta e cominciamo la chiacchierata.

Parafrasando il tuo ultimo album, dimmi perché hai sbagliato secolo.

E’ un titolo alquanto polemico. Se poi ascolti bene la canzone, dice addirittura che vorrei andare nel 3000…insomma, non è un bel secolo questo, ci ha portato un bel po' di casini…

E parafrasando il tuo penultimo album, cosa bisogna fare per essere dentro il target?

He he he…questo titolo è mooolto polemico! Avevo litigato con una radio, che mi aveva detto che la mia musica non era nel loro target…e mi sono incazzato parecchio…sai…sono fuori dai giri che contano…

Può darsi…ma ci hai regalato un grande album ("Ho sbagliato secolo", ndr), che contiene, tra le altre, una bellissima canzone dedicata al creatore di Tex, Gianluigi Bonelli.

Si. Ho conosciuto la famiglia Bonelli quasi per caso. Il figlio mi ha raccontato la storia di suo padre, avventuriero, strano, l’inventore di questo fumetto meraviglioso. In pochi minuti io e mia moglie abbiamo scritto la canzone, di getto. Credo che sia una delle più belle dell’album.

Già, la collaborazione con tua moglie…molto proficua, mi pare.

Siii!!! Ormai è una vita che vivamo e lavoria insieme. E’ bello così. A tavola, tra il primo e il secondo, ci viene una frase…la buttiamo giù…insomma…è bello!

So che parlarne ti provoca l’orticaria…ma devo chiederti di Sanremo.

Sai…sul palco scherzo col pubblico riguardo al Festival…cosa vuoi che ti dica…io a Sanremo devo tutto, nel bene e nel male. In fin dei conti, male non mi ha fatto, ma lo vedo degradare sempre di più. Prima, la cosa più importante era la musica, adesso, secondo me, è un rumore di fondo. La musica è passata in secondo piano.

Comunque…arrivare ultimi a Sanremo…porta fortuna!

(ride, ndr)…penso di si! Lo auguro ai prossimi partecipanti…io, Zucchero, Vasco Rossi. Come al militare: i reduci dell’ultimo avamposto!

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Non lo so. Se viene fuori qualcosa di bello, lo metto in disco. Altrimenti aspetto. Nel 1982 ho aperto la mia etichetta proprio per non avere problemi, rotture o scadenze. La musica la faccio come agli esordi: perché mi diverte. Altrimenti mollo.

Grazie davvero per l’intervista, anche a nome dei lettori del mio giornale.

Grazie a te. E grazie a Toni Campa e Luciana De Biase, che mi hanno dato la possibilità, dopo ben 13 anni, di tornare a Torino. Stasera ci siamo divertiti, io e la mia band. Non ci capita sempre.

Ringrazio Tina Rossi per le bellissime foto.

Stay always tuned !!!

 

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Articolo pubblicato il 22/01/2015