Elezione del Presidente della Repubblica
Il Quirinale

Il Consiglio Regionale del Piemonte delega tre rappresentanti, tra i malumori del M5S

 Sergio Chiamparino, Mauro Laus e Gilberto Pichetto (per l’opposizione) sono stati delegati, nel corso della seduta del Consiglio regionale del 20 gennaio, a rappresentare il Piemonte per l’elezione del Presidente della Repubblica, a integrazione del Parlamento in seduta comune, convocato per giovedì 29 gennaio 2015 alle ore 15.

La prassi, confermata dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee regionali legislative, è infatti quella di delegare a Roma i presidenti di Giunta e Consiglio regionale, oltre a un rappresentante della minoranza consiliare.

Come dettato dall’art. 83 della Costituzione della Repubblica e dall’art. 28 dello Statuto, l’Assemblea di Palazzo Lascaris, dopo la presentazione dei candidati, ha proceduto alla votazione segreta, secondo l’art. 71 del Regolamento, con il voto limitato alla indicazione di due nomi.
Il capogruppo del Pd Davide Gariglio ha proposto per la maggioranza i presidenti della Giunta Chiamparino e del Consiglio Laus.
 

Davide Bertola (M5S), quale “grande elettore” di minoranza ha indicato il suo compagno di gruppo Davide Bono, proponendo alla maggioranza, forte della possibilità di fare eleggere due consiglieri, di dare spazio alla rappresentanza di genere.
 

Claudia Porchietto, parlando a nome dei gruppi di Forza Italia, Fdi e Lega Nord, ha infine manifestato la preferenza per Pichetto.

All’annuncio delle candidature dei consiglieri non è seguito alcun dibattito, ma si è subito proceduto alla votazione.

L’esito del voto non è piaciuto ai Consiglieri del M5S che in un comunicato diramnato poco dopo dichiarano:”Il Patto del Nazareno non è limitato al Parlamento, ma vige anche in Piemonte. Oggi infatti il centrosinistra ha sostenuto deliberatamente Gilberto Pichetto di Forza Italia come “Grande elettore” per le votazioni del prossimo Presidente della Repubblica.

In favore del forzista sono andati ben 6 voti provenienti dai banchi della maggioranza a dimostrazione di come l'asse Forza Italia – Partito Democratico sia ben saldo, a Roma come a Torino, con "Renzusconi" a dettare la linea. Quanto avvenuto oggi, oltre ad evidenziare l'efficacia del Patto del Nazareno in Piemonte, rappresenta anche un ulteriore sgarbo istituzionale nei confronti del Movimento 5 Stelle.

 Ad inizio legislatura, grazie ai franchi tiratori della maggioranza, siamo stati esclusi dall'Ufficio di presidenza pur essendo la forza politica più rappresentativa dell'opposizione. Operazione replicata con il voto sui “grandi elettori”.

 

 

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Articolo pubblicato il 21/01/2015