SANITA’: La scia del disonore

La crisi ed il degrado dei Pronto Soccorso in Piemonte non conosce limiti.

 Gli strascichi delle disfunzioni dei Pronto soccorso nei principali centri del Piemonte, si stanno accentuando, ben oltre al periodo natalizio.

Oltre a Rivoli, ai nosocomi di Torino e dei principali capoluoghi, il picco di degrado e di vergogna ha investito in forme maggiormente evidenti ed invivibili, rispetto a quanto già denunciato nelle scorse settimane, anche l’ospedale di Susa. Si sta assistendo a situazioni di degrado, indegne di una società civile, con anziani e persone in fin di vita, mobilizzati per più giorni in barelle da campo, appoggiate sul pavimento di corridoi e sale anguste.

L’assessore Saitta, distratto e mobilitato a ricondurre le iniziative bellicose dei sindaci dell’Astigiano, Tortonese, Alessandrino e di Vercelli, contro il suo Piano di riordino dell’attività ospedaliera calato dall’alto, atto a chiudere reparti e spostare apparecchiature indispensabili e specialità, perde di vista la quotidianità e viene travolto dalla disfunzione dei reparti di accettazione e di emergenza, che dovrebbero invece rappresentare la gestione ordinaria della Sanità.

A tardivo rimedio, s’invoca da parte del duetto Chiamparino Saitta la teorica concessione, “per buona condotta”, da parte del Governo di un certo numero di assunzioni di medici ed infermieri.

Al colmo della confusione, ai piani alti di corso Regina Margherita, qualcuno ricorda il divario oggi esistente tra il numero di infermieri in organico, retribuiti dalla Regione e quanti in effetti sono operativi nei reparti e nelle corsie. Si sta aprendo la caccia agli imboscati, dimenticando colpevolmente che ciò è il frutto indecente di una gestione manageriale deleteria e di compiacenti accordi sindacali che, almeno negli ultimi vent’anni hanno contributo ad ingrossare i l numero dei distacchi sindacali e degli esoneri degli infermieri da turni ed operatività a contatto degli ammalati. Il tutto per andare ad ingrossare l’organico di amministrativi ed operatori estranei alla gestione ospedaliera già di per se numerosi e nullafacenti.

Emerge pure, nonostante gli ingenti stanziamenti operati negli anni scorsi, l’inadeguatezza dei locali di pronto accoglimento ed i layout errati che costringono anche gli operatori sanitari a lavorare in condizioni di difficoltà, a scapito della funzionalità del lavoro, della sicurezza e della cura dei pazienti.

Il tutto è il frutto di scelte scellerate operate da burocrati incapaci ed inetti, supportati da politici miopi e pasticcioni.

In apertura della seduta del Consiglio Regionale del 20 gennaio, alcuni consiglieri regionali, da Grimaldi, capogruppo del Sel a tutti i capigruppo del M5Stelle, Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, hanno richiesto alla Presidenza del Consiglio, l’apertura di un dibattito con la partecipazione dell’Assesore Saitta. Il confronto si terrà forse venerdì 23, nella sede più ristretta ed appartata delle commissione Sanità e riguarderà i rappezzi proposti dalla Giunta per emendare il Piano Saitta ed evitare l’inizio della secessione sanitaria.

Intanto alcuni famigliari di anziani ricoverati in fin di vita in un ospedale cittadino e sbattuti in barella sul pavimento per più giorni, in una lettera pubblicata su un giornale cittadino, invocano il rispetto della dignità verso chi ha vissuto una lunga vita dignitosa e rischia di concluderla nel modo più infelice, per causa di un’organizzazione sanitaria indegna. Rifacendosi proprio alla dignità del paziente, citata da Chiamparino in una recente intervista, il consigliere regionale Alfredo Monaco di Scelta Civica per Chiamparino afferma: “ Sono soddisfatto di queste affermazioni, perché coincidono con il mio principale argomento elettorale e perché sono i temi su cui da allora sto lavorando con diverse azioni. Mi auguro che queste affermazioni trovino una messa in pratica con azioni lungimiranti e coordinate in campo sanitario, per finire l’epoca dei “rappezzi”.

Nel pomeriggio, la consigliera Batzella, reduce da un tour de force trascorso nei locali del pronto soccorso di Susa, invoca, in un’interrogazione urgente, una presa i posizione precisa e puntuale da parte dell’assessore Saitta, sul futuro immediato e sulle prospettiva di vivibilità e di dignità del trattamento riservato ai malati nei pronto soccorso. Risuonano ancora odiose le dichiarazioni rese nei giorni scorsi da un responsabile amministrativo dello stesso ospedale che ha avuto il coraggio di addebitare il caos alla stagione sciistica in corso, ignorando che sul pavimento giacevano invece anziani e moribondi.

Analoga richiesta, mirata a dare visibilità a quanto avvenuto nei giorni scorsi negli ospedali della regione, con riferimento in particolare all’Ospedale Martini di Torino, è presentata da Gianna Gancia, Capogruppo della Lega Nord. 

La risposta di Saitta è la beffarda presa di distanza da quanto è successo, in quanto non impostato da Lui, ma dalla struttura o dai Direttori Generali. Promette interventi e verifiche successive, con prossime disposizione circa la possibilità che, almeno nei grandi ospedali si riservino, a partire da settembre, maggiori aree adibite all’accoglienza dei pazienti che, invece delle barelle da campo, potranno attendere la visita in letti normali. E’ lecito domandarsi se Lui ed i pretoriani di corso Regina Margherita siano in grado, almeno di capire la gravità strutturale del problema e la necessità di operare un intervento radicale della filiera completa, dal riordino delle attività del medici di Famiglia, sino ai pronto soccorso?

Gianna Gancia amareggiata dalla risposta dichiara “Quello che sta accadendo al Martini di Torino non è degno neanche di un ospedale da campo. Torino non è la Striscia di Gaza e Chiamparino invece di candidarsi alla presidenza della Repubblica si occupi della salute dei cittadini”, per poi esprimere solidarietà a chi lavora in corsia e ai pazienti, “non si gioca con la vita delle persone”.

Stefania Batzella, deprecando il mancato rispetto dei livelli di Assistenza previsti dalla legge, risultati, oltre che sulle pagine dei giornali, sotto gli occhi di tutti sostiene:” Pazienti nei corridoi, attese interminabili e malati sistemati su barelle da campo. Il tutto non solo a causa del picco influenzale, ma anche in seguito alla carenza cronica di personale sanitario ed alle difficoltà dell'assistenza territoriale. Infatti, ad oggi in Piemonte, non vi è un'efficace continuità assistenziale dopo la dimissione del paziente che contribuisca in maniera sostanziale a diminuire il sovraffollamento nei Dea e nei Pronto soccorso. Sia come posti letto che come integrazione tra ambulatori di medicina generale e la ex-Guardia Medica” e prosegue “per quanto riguarda Susa attendiamo l'incontro dell'assessore con i sindaci del territorio, mentre per gli altri ospedali attendiamo ulteriori informazioni. Verificheremo se alle parole seguiranno i fatti, intanto aspettiamo le assunzioni”.

I Carabinieri hanno visitato ogni ospedale interessato da questo marasma e la Magistratura indaga.

 Non da oggi la Sanità Piemontese annovera l’impegno di clinici illustri che mantengono al Piemonte il primato qualitativo di alcune specialità fondamentali, a difesa della vita e della salute. Queste eccellenze meritano forse di essere offuscate da politici di basso spessore e da scribacchini inadeguati? 

 

 

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Articolo pubblicato il 21/01/2015