Il parolaio fiorentino ha fatto la sua scelta
Il ritorno (foto ANSA)

I marò possono attendere

  La coop sei tu, recita uno spot televisivo. E’ vero, io oggi sono coop, in quanto coopero con il governo Renzi, mediante le tasse che pago ogni mese, a raggranellare i milioni necessari a far tornare in Italia dalla Siria le due ben note ragazzotte lombarde.

  

La loro liberazione è stata annunziata in parlamento dall’ amica di Renzi,  Maria Elena Boschi.

  

A ricevere Greta e Vanessa al loro arrivo in Italia, sotto la scaletta dell’aereo di stato, stavolta non c’era la Boschi, ma è corso il buon ministro Paolo Gentiloni, che si è esibito in qualche sbaciucchiamento, senza curarsi del fatto che le ragazze, vestite da arabe, spettinate e divenute ambedue brune, fossero ben poco attraenti.

  

Poi il ministro ha dovuto rendere conto in parlamento del suo operato.

E come tutti gli italiani si aspettavano, il buon Gentiloni ha avuto la faccia tosta di negare, sia pure in modo contorto e gesuitico, che lo stato italiano avesse pagato un riscatto.

 

Anche se era ormai noto a tutto il mondo che la cifra pagata ammontava, secondo agenzie mediorientali ed inglesi, ad almeno dodici milioni di dollari.

  

Del tutto ignote, secondo Paolo Gentiloni ed il parolaio di Firenze, le ragioni del rilascio.

  

A parte il discorso sulle eccellenze degli 007 della  Farnesina, il ministro forse ritiene che gli italiani siano disposti a bere la versione che le cooperanti siano state rinviate in Italia perché gli jihadisti erano stufi di averle nei piedi.

     

Le modalità del rilascio, avvenuto dopo l’esibizione di due cartelli, il secondo dei quali segretato (perché caro Renzie?), in cui, con petulanza, si chiedeva al governo di liberarle prima del Natale, solleva altri dubbi.

 

Tra i quali, quello che le due ragazzotte si fossero proiettate, o fossero state inviate, in Siria già con l’obbiettivo di richiedere, dopo qualche mese di soggiorno, un’ingente somma da destinare ai combattenti islamici di quella regione.

 

I dodici milioni circa spesi da Gentiloni per conto degli italiani sono una bella cifra con cui si possono comprare diciottomila Kalashnicov, come quelli usati nella strage di Parigi, e fornire assistenza per anni a ventimila cellule jihadiste, che operano in Europa con il piccolo nucleo da cui hanno preso il volo le due “volontarie”.

 

Troppo tranquillo e compassato è apparso inoltre, rispetto ad altri casi, il comportamento delle due famiglie nei mesi della detenzione. Erano al corrente che tutte le spese sostenute per indagini e trattative, volo di ritorno su aereo di stato compreso, sarebbero state addebitate ai buoni italiani e che nessun risarcimento sarebbe stato loro richiesto.

 

Io, l’ho già scritto, da oggi, mi ritengo un cooperante forzato ed un complice.

   

Perché sono purtroppo costretto dal parolaio fiorentino, e dal buon  Gentiloni, ad addossarmi, anche se in minima parte, la responsabilità degli eccidi e delle stragi che verranno compiute  con i dodici miliardi  del riscatto.

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 18/01/2015